Strisce pedonali sempre meno visibili. E il numero di incidenti aumenta

 

Strisce pedonali fantasma a Roma, un fenomeno ormai diffuso in tutte le zone della città, dal centro storico, al semicentro, alle periferie.

Un’indagine svolta nel 2015 dall’ASAPS (l’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale) dimostrò che tra le grandi città italiane, la capitale era quella in cui meno veniva riconosciuta la precedenza ai pedoni sulle strisce. Da allora le cose non sono cambiate ma a parziale scusante degli automobilisti c’è la generale scarsa visibilità delle strisce pedonali.

L’impossibilità di percepire con chiarezza ed immediatezza la presenza delle zebre comporta un’indecisione dell’autista sul diritto di precedenza: spetterà a lui o al pedone? Situazioni del genere sono spesso concause di tanti incidenti che finiscono in tragedia.

A fine luglio, una ragazza che attraversava Corso Vittorio Emanuele II, è stata travolta da un pullman all’altezza del semaforo. Le dinamiche dell’incidente devono essere ancora ricostruite ma una cosa certa è che la segnaletica orizzontale in quel punto è tutt’altro che in ordine, con le strisce pedonali sparite su metà della carreggiata.
Un problema di scarsa manutenzione ma anche di materiali inadatti.

Il luogo dell’incidente a Corso Vittorio

Per ovviare alla cancellazione, a Roma si sono sperimentati tutti i possibili tipi di strisce pedonali: utilizzando la vernice semplice, adottando una versione luminosa ed antiscivolo, incollando le strisce in resina sulla carreggiata, con alcune strade periferiche in cui fanno capolino anche degli attraversamenti pedonali rialzati. L’ultimissima novità è costituita da un attraversamento semaforico dove, al buio, le strisce si illuminano quando è verde per i pedoni e lampeggiano quando sta per diventare rosso. L’esperimento è in corso in via dell’Amba Aradam, in corrispondenza di un incrocio dove nel 2017 morì una giovane: se l’efficacia è indubbia, sorgono forti dubbi sia sul costo di una tale tecnologia, sia sulla sua manutenzione in una città che ha già difficoltà con sistemi molto più semplici.

La nuova tecnologia in via dell’Amba Aradam di giorno
L’impianto illuminato di notte

 

La costante di tutte le versioni resta la mancanza di una riverniciatura periodica. Come se l’amministrazione fosse ben conscia della scarsa considerazione che gli automobilisti romani hanno delle strisce pedonali, per cui la loro visibilità diventa un optional.
Neanche la “Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibilità”, creata lo scorso anno, ha avviato alcuna iniziativa concreta. E nel frattempo prosegue inesorabile la conta dei pedoni morti sulle strade di Roma, con un incremento del 20% nei primi mesi del 2018.

 

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Una risposta

  1. Le strisce pedonali sono solo la punta dell’iceberg: tutta la segnaletica orizontale di Roma è nelle stesse condizioni (per non parlare di quella verticale, spesso nascosta da vegetazione e cartelli pubblicitari).
    Al di la di qualsiasi sperimentazione l’unica soluzione per risolvere il problema è la manutenzione periodica
    Certo però bisognerebbe prima tracciarla questa segnaletica, visto che anche in punti riasfaltati (non) di recente la segnaletica non viene ritracciata per mesi

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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