Analisi dei dati forniti dall'ACoS sui servizi e la qualità della vita nel 2020. Il lieve miglioramento è dovuto ai lockdown e all'assenza di turisti. Ma i problemi restano irrisolti

La presentazione della relazione annuale da parte dell’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale è da sempre un’importante fotografia dell’evoluzione e della trasformazione delle prestazioni offerte dal Comune ai suoi cittadini. Nello stesso tempo riporta la percezione che i romani hanno dei suddetti servizi e le loro aspettative, soddisfatte o no.

In questo anno che si sta per chiudere, Roma si è mostrata fragile e impreparata in molti settori, non si è riusciti a sfruttare appieno l’occasione fornita dalla pandemia. Un virus che in 8 mesi ha svuotato la città: basti pensare che solo il turismo ha perso il 99,7% delle presenze, per un totale di 300 mila turisti in meno al giorno. In questa situazione eccezionale l’amministrazione poteva intervenire prontamente per rimediare ad alcuni nodi spinosi dei propri servizi e delle infrastrutture.

Come ha sottolineato il Presidente dell’Agenzia, Carlo Sgandurra, l’emergenza sanitaria ha contribuito ad una rapida accelerazione di alcuni processi già in atto, ma nello stesso tempo ha acuito vecchie e nuove criticità.

Bisogna infatti sottolineare come i parametri di quasi tutti i servizi, seppur in lieve miglioramento, continuino ad attestarsi al di sotto del livello di sufficienza. Crescita, quindi, che ancora non può soddisfare le richieste dei cittadini. I dati, disponibili online, devono spingere tutti ad una seria riflessione sull’operato dell’amministrazione. Vogliamo introdurre tre punti scelti dalla relazione annuale che delineano il quadro critico del 2020, settori in cui proprio in piena emergenza sanitaria si sarebbe dovuto intervenire:

Igiene urbana e raccolta dei rifiuti: causa lockdown, si registra nei primi tre trimestri del 2020 una diminuzione dell’8% dei rifiuti prodotti , con una raccolta differenziata stimata intorno al 45% in linea con il 2019.

  1. Continua a persistere il deficit impiantistico, nonostante siano state individuate le aree per i nuovi centri di raccolta.
  2. Migliora la raccolta di vetro, organico e indifferenziato, ma restano in sofferenza plastica/metallo e soprattutto carta/cartone.
  3. “non migliora significativamente la pulizia delle strade”.

 

Verde: l’amministrazione gestisce direttamente il 10% delle aree verdi in città, cedendo la restante parte ad associazioni ed enti per finalità sociali e senza scopo di lucro (dati ACoS 2020 disponibili al seguente link). Crescono gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, ma diminuiscono gli interventi di potatura e quelli nelle aree ludiche. Il voto di gradimento dei cittadini rispetto al 2019 è aumentato ma resta al di sotto della sufficienza per quanto riguarda i parchi e le ville.

 

TPL: il trasporto pubblico locale è stato, in questi mesi di pandemia, il vero protagonista del dibattito, non solo perché ha coinvolto l’interessamento anche del governo e della stampa nazionale, ma perché è stato il settore a cui era necessario un rapido adeguamento alle norme sanitarie. Sulla mancanza di una tempestiva preparazione al contrasto pandemico abbiamo scritto diversi articoli (l’ultimo pochi giorni fa), i dati però sui quali bisogna soffermarsi sono i seguenti:

  1. Sono state soppresse più di 4 mila corse di superficie al giorno, di cui il 41% per guasti alle vetture. La metropolitana ha perso 93 corse al giorno.
  2. “una preoccupante situazione” riguarda gli impianti di traslazione (ascensori, scale mobili, etc), in continuo peggioramento dal 2017, nonostante nel 2019 siano stati spesi 42 milioni di euro. Dunque, un aumento delle spese (+17% rispetto al 2015) per un peggioramento del servizio.

 

Servizi online: la trasformazione digitale è stata accelerata notevolmente nel corso del 2020. Roma si è difatti attestata al primo posto nella classifica delle città digitali, per la disponibilità e il livello di fruizione dei servizi online. Sebbene questo bel primato, si è registrato un dato significativo che va in controtendenza rispetto alla classifica: le segnalazioni per la difficoltà di accesso ai servizi ammonta all’88% di cui il 78% solo nel settore dei servizi scolastici, un settore che venne completamente digitalizzato nel 2019. Come sottolinea l’ACoS, non è sufficiente implementare l’offerta digitale se questa non è accompagnata da una capillare educazione digitale garantita dal Comune. Bisogna offrire assistenza gratuita e raggiungere la più ampia fascia di utenti.

 

Eppure, malgrado i tre punti di maggior impatto siano in sofferenza, l’ACoS ha registrato un miglioramento della qualità della vita “il voto medio torna sulla sufficienza dopo sei anni, e i romani sembrano esprimere in generale una cauta soddisfazione per la qualità di vita”. È davvero questa la percezione dei cittadini?

Di certo le rilevazioni dell’ACoS non sbagliano, ma forse bisognerebbe introdurre un altro elemento di raffronto che non è quantificabile in un sondaggio, ovvero quello delle singole realtà dei quartieri.

I romani si sono svegliati all’alba della prima quarantena in una città nuova. Hanno scoperto di poter godere, come cittadini e non come turisti, di un patrimonio storico-artistico ineguagliabile, hanno preteso giustamente la cura e il rilancio dei suoi polmoni verdi, si sono mostrati consapevoli dell’importanza della gestione dei beni comuni e quindi di intervenire in prima persona.

Piazza Don Minzoni, area verde adottata e curata dal Comitato Don Minzoni dal 2016
Piazza Don Minzoni

 

Si sono così moltiplicate le iniziative nei municipi, i comitati di quartiere e le associazioni sono stati i veri protagonisti, i residenti dei singoli quartieri hanno mostrato un’identità coesa e di rimando si è evidenziata l’assenza di una connettività tra queste forze. Roma si è dunque polarizzata in tante isole felici, questo ha delineato da una parte la percezione di una migliore qualità della vita (sottolineato dal rapporto dell’ACoS), dall’altra l’assenza di un potere centrale in grado di coordinare e migliore i servizi.

Va da sé, dunque, che in un rione del centro storico, alleggerito dall’assenza dei turisti e dalla diminuzione dello shopping, grazie all’intervento dei comitati di quartiere che coadiuvano i servizi cittadini, la qualità della vita sarà di certo percepita come migliore rispetto al 2019 o al 2018.

Marciapiede di Via Annone, quartiere Trieste-Salario

Questo discorso stenta però a decollare nei quartieri periferici dove, invece, la densità abitativa è aumentata e dove i servizi erano già carenti prima della pandemia. Nelle aree per esempio di Torrevecchia, oppure del Tuscolano, i rifiuti e i trasporti pubblici continuano ad essere due piaghe che sviliscono i residenti, per non parlare dell’impossibilità nel reperire la giusta tecnologia e anche solo una buona connessione internet per accedere ai servizi online. I comitati o le associazioni di queste aree sono oberati di lavoro, il più delle volte impegnati nel sociale e non nel decoro, e non possono garantire la stessa forza di intervento di altri comitati.

 

Quartiere Torrevecchia, raccolta dei rifiuti saltata per diversi giorni. Foto di Marta Cidronelli, via Twitter

 

Pertanto, bisogna riconoscere che in questo 2020 è stata l’assenza del turismo (ripetiamolo -99,7%), la chiusura delle scuole e la fuga di una parte di residenti, a facilitare il tutto e innalzare la qualità della vita, non tanto gli interventi dell’amministrazione che, seppur apprezzabili in alcuni settori, non hanno di fatto inciso come ci si sarebbe aspettati in un contesto di straordinaria rarità che poteva essere cavalcato per una vera trasformazione. Questa diversa percezione della città ha poi mandato in cortocircuito gli stessi cittadini che si rimpallano, per esempio sui social, i meriti o i demeriti dell’amministrazione e del suo operato, come se tutti vivessero in tanti micro-paesi, scollegati tra loro.

Nel 2021, con il ritorno di una parte di turismo, con la riapertura delle scuole e un riaffacciarsi graduale (si spera) alla vita normale, la città si ritroverà alle soglie delle nuove elezioni con molte più disparità di prima, sia in termini sociali sia in termini di servizi.

Il nuovo sindaco avrà tra le mani una capitale a macchie di leopardo, sempre più scure e isolate, e il suo compito sarà prima di tutto ricollegarne i pezzi come in un puzzle.

Quartiere Pigneto

 

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D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

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