Rivoluzione delle strisce blu: perché è indispensabile (nei dovuti modi e tempi)

Il piano per la revisione della sosta tariffata, anticipato da Repubblica ma subito smentito da Gualtieri, è un provvedimento di puro buonsenso non appena si riuscirà a rimettere in sesto il TPL a Roma

Qualche giorno fa ha fatto molto discutere un articolo de La Repubblica in cui si dava conto di un presunto piano del neo sindaco Gualtieri per rivedere la disciplina della sosta tariffata a Roma.

Sulla base delle indiscrezioni riportate nell’articolo, tale piano riprenderebbe in sostanza il contenuto di una delibera predisposta dalla passata amministrazione e caldeggiata particolarmente da Enrico Stefàno, ex presidente della commissione mobilità: aumento del numero di stalli per la sosta tariffata, con introduzioni delle strisce blu anche in zone periferiche e sparizione in centro delle strisce bianche, cancellazione degli abbonamenti mensili e del forfait di quattro euro per le otto ore, aumenti differenziati delle tariffe. Questo era lo schema predisposto dall’amministrazione M5S e che non dovrebbe essere troppo lontano dal progetto di cui ha parlato Repubblica (a sinistra le tariffe attuali, a destra, sotto “2019”, le nuove tariffe):

 

 

La delibera proposta da Stefàno sarebbe dovuta entrare in vigore a metà 2019, ma ancora una volta il tentativo di intaccare lo strapotere dell’automobile privata a Roma ha subito uno stop per le pressioni di cittadini e lobby varie, per cui il testo è stata rimesso nel cassetto.

Era già successo con il sindaco Marino, quando un simile intervento sulla sosta tariffata era stato bocciato dal TAR, a cui era ricorso il Codacons, e non ripresentato dall’amministrazione, per cui non stupisce la nuova alzata di scudi di questi giorni in cui moltissimi cittadini hanno gridato alla lesa maestà.

Le reazioni sono state così tante ed efficaci che il sindaco Gualtieri si è affrettato a smentire le indiscrezioni di Repubblica:

Ho letto con stupore informazioni non vere sulle strisce blu. Noi abbiamo detto che le potenzieremo come numeri, così come le corsie preferenziali, tutto il resto sono indiscrezioni prive di fondamento. I cittadini posso stare tranquilli che faremo un lavoro di miglioramento del servizio pubblico, interventi per ridurre il traffico e aiutare i romani a spostarsi meglio“.

 

Il tema della sosta tariffata è senz’altro estremamente sensibile a Roma, stante l’abitudine del romano medio (incluso chi scrive) a considerare l’uso dell’auto privata come un diritto divino, ma anche considerando le oggettivamente disastrose condizioni del TPL a Roma, aggravate da cinque anni di disastro M5S e con la botta finale del COVID19.

Il fatto però che la questione sia delicata non significa che non possa ed anzi debba essere affrontata, considerato che il sistema della mobilità a Roma, sia pubblico che privato, è praticamente al collasso, con tempi biblici delle persone spesi ogni giorno in fila su un autobus o in macchina.

E la sosta tariffata è una componente importante della mobilità, perché regola il modo con cui viene gestita una risorsa scarsa come il suolo pubblico a Roma, ma soprattutto perché può influenzare di molto le abitudini di spostamento dei cittadini.

La possibilità, ad esempio, di poter usufruire di un abbonamento mensile a costo ridotto per sostare ovunque in città è un unicum romano; in molte altre capitali europee i 70 euro di costo dell’abbonamento basterebbero si e no per un giorno di sosta e non è che in quei posti siano pazzi, bensì gestiscono la mobilità in maniera sostenibile. In assoluto infatti sarebbe bello consentire a chiunque di poter circolare e sostare col proprio mezzo in tutta la città, ma questa cosa non è possibile per evidenti limiti fisici, ed è così a Roma come in tutte le altre città del mondo.

L’unica soluzione per consentire a quante più persone di spostarsi in velocità e sicurezza è quindi limitare quanto più possibile gli autoveicoli privati, incentivando il TPL ed i mezzi alternativi. Ovviamente per fare ciò occorre un TPL degno di questo nome, cosa che a Roma oggettivamente oggi non è, ma l’assunto che prima serve un TPL che funzioni e poi si può intervenire a limitare l’auto provata è sbagliato; uno dei motivi per cui il TPL funziona male è che i mezzi di superficie perdono troppo tempo nel traffico, per cui hanno una velocità commerciale troppo bassa; riducendo in qualche modo le auto private e quindi rendendo più scorrevoli le strade si aumenterebbe la velocità commerciale del TPL di superficie a parità di risorse.

 

Misure di disincentivo all’uso dell’auto privata vanno quindi fin da subito messe in campo parallelamente ad un indispensabile intervento per riprendere le redini di un’ATAC ormai allo sbando più  totale. Rimandando quindi un po’ più in là (ma non moltissimo) la revisione dei costi della sosta tariffata, si potrebbe intervenire fin da subito sulle soste in doppia fila, quelle che spesso dimezzano la carreggiata anche di strade a grande scorrimento causando rallentamenti anche al TPL. Per la sosta in doppia fila ci sarebbe l’efficacissimo strumento dello street control, introdotto dal rimpianto comandante Clemente e messo in soffitta nell’era Raggi.

 

Sarebbe bene in ogni caso che i romani cominciassero a prendere coscienza dell’insostenibilità del numero monstre di autoveicoli in circolazione e sosta a Roma, un numero che dovrà necessariamente scendere quanto prima a beneficio della salute e del benessere di tutti. Iniziare a far pagare la sosta per quello che realmente vale spingerà molti a disfarsi del proprio mezzo, perché si renderanno conto che non è poi così indispensabile, e probabilmente comincerà a diffondere molto di più il concetto di car sharing, tramite il quale i veicoli invece che stare fermi oltre il 90% del tempo, occupando inutilmente il suolo pubblico, vengono utilizzati in continuazione da quanti più utenti possibile. Tra l’altro, molti meno veicoli fermi significherebbe molto più spazio di sosta a disposizione per tutti; ce lo immaginiamo cosa vorrebbe dire andare da qualsiasi parte in città con la quasi certezza di trovare un facile parcheggio?

 

Inutile uscita in questo momento quella dell’entourage di Gualtieri sui piani per la revisione della sosta tariffata quindi, ma la speranza è che ben presto la cosa venga ripresa ed inserita in un discorso più ampio di revisione della mobilità cittadina. Con un TPL minimamente affidabile, un servizio taxi potenziato e più utilizzabile, una mobilità alternativa realmente a disposizione di tutti, la cancellazione degli abbonamenti e l’aumento del costo delle strisce blu sarà un provvedimento indispensabile e di puro buonsenso.

 

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