Sulle qualità di scriba dell’assessore alla mobilità alla città in movimento ci siamo già intrattenuti, sottolineando come invece di scrivere continuamente post logorroici l’assessore farebbe bene ad occuparsi più di mobilità e, nel caso gli avanzasse tempo, a curare i rapporti (oggi inesistenti) con i cittadini.
Il Calabrese ieri si è esercitato ancora una volta scrivendo un post di oltre 2.000 battute per confutare un articolo di Franco Bechis, direttore de Il Tempo.
Confutando le accuse di Bechis secondo le quali il M5S spende i soldi dei contribuenti per mera propaganda, utilizzando gli autobus di Atac, il Calabrese tra l’altro così risponde:
“… gli spazi dietro ai bus di Atac sono gestiti dalla concessionaria IGPDecaux che garantisce parità di accesso ai propri mezzi pubblicitari, assicurando lo stesso trattamento ai soggetti e alle forze politiche che ne fanno richiesta, applicando a tutti i medesimi criteri per gli spazi e le politiche commerciali.“
Ineccepibile, si direbbe, inappuntabile. Con una sola piccola ma decisiva obiezione:
Eh già, perché nel 2018 l’assessore alla mobilità era Linda Meleo e Calabrese era solo un consigliere in Assemblea Capitolina, ma non ce lo ricordiamo dire qualcosa contro la decisione di Igp Decaux di rifiutare la pubblicità dei promotori del referendum. Altro che “… assicurando lo stesso trattamento ai soggetti e alle forze politiche che ne fanno richiesta“.
Questo è quello che accadde nel 2018:
“Atac ha deciso di non esporre sui propri mezzi nessun tipo di campagna riferita al referendum di cui sopra” ha fatto sapere Igp Decaux, l’azienda concessionaria degli spazi pubblicitari sui bus di Atac, al comitato promotore dell’iniziativa “Sì – Mobilitiamo Roma”. “Non perché la campagna ha un claim che capisco paradossale per l’azienda, #BastaAtac, ha precisato il legale della società, ma sostenendo che per una campagna a carattere locale non intende fare pubblicità sui proprio mezzi”. Per Francesco Mingiardi, presidente del comitato promotore, sarebbe già questa “l’ennesima dimostrazione che il trasporto pubblico locale a Roma è già privato. Atac infatti preferisce lasciare i suoi spazi pubblicitari vuoti rinunciando ai conseguenti ricavi per tutelare gli interessi privati della società”.
Ce l’avrà una spiegazione l’assessore Calabrese per questa curiosa contraddizione?
Atac rifiuta di fare pubblicità ai promotori di un referendum cittadino ma la fa per un partito politico che prende posizione su un referendum che loro non hanno neanche promosso.
Guarda caso poi il partito politico di cui sopra è lo stesso dell’assessore nonché quello che governa a Roma da oltre 4 anni con un monocolore.
Siamo sicuri che ce l’avrà l’assessore una spiegazione a questo apparente mistero, così come siamo sicuri che anche questa volta si guarderà bene dal fornirla.
Perché sulla carta lui rimarrà pure un “portavoce dei cittadini” ma evidentemente dalla torre d’avorio del Campidoglio i cittadini non si vedono né si sentono.
E quindi noi rimarremo col dubbio che per il M5S le regole democratiche si applicano o si disattendono a seconda della propria convenienza.