Niente “Access City Award 2024” per Roma, non merita neanche la candidatura

Con l'accessibilità disastrosa che si ritrova e la mancanza di una singola iniziativa dell'amm.ne capitolina per migliorarla, Roma non può neanche sognarsi di partecipare ad una tale gara

Dal 2011 la Commissione Europea assegna annualmente un Premio europeo per le città accessibili (Access City Award) a tre città europee che si sono distinte nel rendere il tessuto urbano più accessibile a tutti i suoi cittadini.

 

La presentazione delle candidature per l’edizione 2024 è stata aperta il 17 luglio u.s. e si concluderà il 18 settembre p.v. Alle tre città vincitrici verranno assegnati si seguenti premi:

  • 1° posto EUR 150 000n
  • 2° posto EUR 120 000
  • 3° posto EUR 80 000

 

I vincitori verranno annunciati durante la conferenza “European Day of Persons with Disabilities” prevista per il 30 novembre e il 1 dicembre 2023.

Al premio possono partecipare tutte le città europee con più di 50 000 abitanti e il processo di selezione prevede un primo passaggio a livello nazionale, per poi arrivare all’assegnazione finale.

Nelle loro scelte le giurie tengono in considerazione le misure prese e pianificate nelle seguenti aree:

  • ambiente costruito e spazi pubblici,
  • trasporti e infrastrutture collegate,
  • informazione e comunicazione,
  • strutture e servizi pubblici.

 

Per avere possibilità di successo le città candidate devono dimostrare un approccio coerente all’accessibilità in tutte e quattro le aree indicate, oltre ad avere una visione ambiziosa.

 

Sul perché di un premio all’accessibilità per le città, la relativa pagina web della Commissione Europea spiega che circa 87 milioni di persone hanno qualche forma di disabilità in Europa e se le cose non sono accessibili costoro non avranno la possibilità di partecipare alla comunità come tutti gli altri.

Inoltre l’Europa è ormai essenzialmente una società urbana, con sette cittadini su dieci che vivono in paesi e città.

In sintesi, il Premio europeo per le città accessibili è un’iniziativa dell’Unione Europe per:

  • riconoscere gli sforzi fatti dalle città per divenire più accessibili,
  • promuovere un accesso paritario alla vita urbana per le persone con disabilità,
  • consentire alle istituzioni locali di promuovere e condividere le loro pratiche migliori (best practices).

 

 

A parte Milano, che nel 2016 vinse questo premio, sono pochissime le città italiane che vi abbiano ben figurato, con solo Arona e Alessandria che hanno meritato in passato una menzione speciale (rispettivamente nel 2015 e 2017).

 

 

Perché parliamo di questo premio?

Perché, come risulta chiaro dalla sua descrizione, la città di Roma non può neanche sognarsi di candidarvisi, non potendo vantare una singola misura intrapresa negli ultimi anni per aumentare l’accessibilità per tutti.

 

Sembrerebbe una non-notizia, una cosa risaputa a cui tutti i romani hanno ormai fatto l’abitudine, ma non è né può essere così, perché l’accessibilità inesistente a Roma la pagano ogni giorno sulla loro pelle migliaia di disabili che non possono utilizzare il trasporto pubblico locale e molto spesso hanno difficoltà insormontabili anche solo per uscire di casa e percorrere un tratto di marciapiede.

 

Questa vergognosa e intollerabile situazione che caratterizza Roma viene regolarmente denunciata da Dario Dongo, attivista per i diritti dei disabili nonché presidente dell’associazione Egalité, il quale ha recentemente voluto condividere l’ennesimo ascensore fuori uso in una fermata della metropolitana.

 

 

Con un sindaco che recentemente ha dedicato i suoi sforzi comunicativi a semplici ripuliture di strade, temiamo non ci siano grandi speranze che il diritto all’accessibilità universale entri nelle priorità dell’attuale amministrazione capitolina.

Sentiamo però il dovere di ricordare periodicamente questo scandalo e auspichiamo che i diretti interessati la finiscano di subire tacitamente la mobilità negata e comincino ad insorgere pretendendo il rispetto di un loro diritto inalienabile. Come Dario Dongo e anche più, molto più di Dario Dongo.

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