L’incendio di Rocca Cencia ha responsabili precisi

Fino allo scorso dicembre Roma aveva due impianti per il trattamento dei rifiuti indifferenziati: uno al Salario e l’altro a Rocca Cencia.

Entrambi gli impianti lavoravano a pieno ritmo e garantivano la gestione dei rifiuti indifferenziati della città, che poi è in sostanza la loro pre-lavorazione per poi essere spediti in giro per la regione e l’Italia.

Già al tempo però la situazione era critica, in quanto un qualsiasi problema ad uno dei due impianti avrebbe richiesto soluzioni di emergenza. In una tale situazione una gestione accorta avrebbe preservato i due impianti in maniera ferrea, ad esempio predisponendo controlli e precauzioni per evitare incidenti catastrofici.

Invece a metà dicembre dello scorso anno scoppia un devastante incendio nell’impianto del Salario che lo mette definitivamente fuori uso.

Dopo un primo momento di panico, l’amministrazione capitolina riesce a trovare una serie di alternative per i rifiuti indifferenziati, spedendoli in altre regioni. Sembra anzi che alla fine per il Campidoglio ci sia stato un vantaggio dall’incendio, riuscendo le nuove alternative a gestire una quantità maggiore di rifiuti rispetto all’impianto bruciato.

 

Una volta perso uno dei due impianti di trattamento dei rifiuti indifferenziati, ci si sarebbe aspettati che quello rimanente venisse preservato in tutti i modi, rimanendo l’unica alternativa in città.

Ed invece ecco cosa scrivevano gli amici di Riprendiamoci Roma a fine febbraio:

 

 

Da ciò risulta chiaro che l’amministrazione non si è minimamente preoccupata di proteggere l’impianto di Rocca Cencia da possibili incidenti, casuali o dolosi, ma lo ha continuato a gestire “alla romana”.

Come ci si può stupire o rammaricare per l’incidente occorso se non si è fatto nulla per prevenirlo?

Ha dichiarato il Sindaco Raggi dopo l’incendio:

Non ho elementi. Se questo è un attacco e non un incidente chi lo ha fatto deve sapere che non ci fermiamo“.

 

La verità è che per la città non fa molta differenza tra un attacco ed un incidente: rimane il fatto che l’unico impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati a Roma ha subito gravi danni che ne pregiudicano l’utilizzo, almento parzialmente.

Si può essere così irresponsabili? Giustamente a seguito dell’incendio quelli di Riprendiamoci Roma hanno potuto sottolineare che loro l’avevano detto.

 

 

 

Peccato che parlare con l’attuale amministrazione capitolina è come farlo col muro.

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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