Recentemente in piazza della Rotonda, al Pantheon, è stata applicata ancora una volta la nuova strategia del Municipio per reprimere le occupazioni abusive, vale a dire l’apposizione dei sigilli a tavoli e arredi, così da “cristallizzarli” rendendoli inutilizzabili insieme all’area che occupano.
Questa nuova modalità pare stia funzionando, e vi sono diversi casi di esercenti che hanno violato le norme per anni, incuranti delle periodiche rimozioni, che invece ora hanno smesso gli abusi (ad esempio in via delle Carrozze).
Il problema nel caso mostrato dalla foto è che la catasta di arredi si ritrova in una delle più belle piazze di Roma, proprio di fronte allo splendido Pantheon. E l’impressione, considerato che dovrebbe essere materia di giustizia penale i cui tempi sono notoriamente biblici, è che ce ne vorrà prima che tutta questa robaccia venga rimossa dalla piazza.
Purtroppo a Roma l’impunità in campo commerciale (ma non solo) ha raggiunto livelli tali da costringere a prendere provvedimenti estremi ed apparentemente esagerati. Ma d’altronde se non si riesce ad assicurare un livello minimo di legalità a due passi dai palazzi del potere, che speranze ci sono per le zone più periferiche della città o addirittura del paese?
Trattandosi anche in questo caso di applicare con fermezza norme già esistenti, l’aspettativa è che il commissario Tronca dia l’indicazione di procedere senza inutili cautele, che questi sono casi di concorrenza sleale e la loro repressione permette ai locali in regola di operare meglio. E speriamo che non si torni più a parlare di posti di lavoro persi per la rimozioni di arredi abusivi; non è infatti che il turista digiuna se non trova quel certo tavolo davanti il Pantheon, semplicemente procederà oltre e magari mangerà al localino dietro l’angolo, quello che fino ad oggi aveva subito la concorrenza sleale di qualcun altro.
Poi con calma ci sarà da ridiscutere delle regole sulla base delle quali si decide dove e come autorizzare gli arredi esterni dei locali. La normativa attuale è infatti del tutto inadeguata a governare una realtà variegata e delicata come quella romana, consentendo troppo in alcuni luoghi e nulla in tanti altri che invece si avvantaggerebbero di arredi discreti e ben tenuti.
Ma questa non potrà che essere materia del prossimo governo della città. E la speranza è che anche di questo si parlerà nella prossima campagna elettorale, nell’ambito dell’idea di città, del centro così come della periferia, che i futuri schieramenti dovranno delineare. Perché uno dei problemi che senz’altro ha avuto l’amministrazione Marino è stata l’assenza di un piano generale di come la città sarebbe dovuta essere, ed in una tale situazione i pur meritori sforzi di assessori come la Leonori o Caudo non hanno potuto avere l’efficacia che invece meritavano.
Purtroppo ad oggi non appare nessuno schieramento all’orizzonte in grado anche solo di parlare in questi termini. Speriamo sia solo questione di tempo.