L’assuefazione al degrado delle nuove leve della politica

Da qualche settimana i nostri lettori avranno notato che sono aumentati gli articoli riguardanti il 3°municipio. Dalle elezioni del nuovo minisindaco, al nostro endorsement a favore di Giovanni Caudo, fino all’insediamento della giunta Caudo e al nostro appello all’assessore alla cultura Raimo sullo stato dei luoghi in cui si svolge “Grande come una città”, la rassegna culturale del Tufello, le ragioni di questo interessamento sono molteplici, ma una prevale su tutte. Montesacro è diventato con la Garbatella/Ostiense il laboratorio di un nuovo centrosinistra, che vuole riprendersi Roma, in attesa che il centrodestra si rioganizzi e i 5stelle risollevino la città dal baratro amministrativo in cui siamo caduti.

Un’occasione unica per soffermarsi sul tema del decoro urbano, concentrandosi su un territorio ricco di storia e cultura: la Città Giardino Aniene. Un microcosmo che racchiude in sé grandi potenzialità turistiche, non molto dissimile in termini di qualità della vita e pregio architettonico, dalle zone del centro storico. Partendo dall’assunto che chiunque voglia far rinascere Roma (socialmente, culturalmente ed economicamente) deve proteggerne e valorizzarne la bellezza, nei suoi vari aspetti all’insegna del senso civico, favorendo un cambio di mentalità dei cittadini romani (in gran parte assuefatti al degrado), dato per scontato che fare politica significa difendere il bene comune, diamo uno sguardo al futuro della politica. I giovani. Nelle prossime settimane si susseguiranno a Roma una serie di iniziative legate ai gruppi giovanili: PD, Potere al Popolo, Fratelli d’Italia. Di questi ultimi parleremo poi in un’altra occasione, adesso invece ci concentriamo sui gruppi di sinistra.

Oggi si apre al Parco Jonio la festa romana dei Giovani Democratici. Inoltre, più o meno nella stessa location (Via Gorgona), il 12 settembre si terrà la festa di adesione di Potere al Popolo. Dopo aver effettuato una ricognizione per verificare la situazione attuale dei luoghi, un po’ intenzionalmente e po’ per caso ci siamo imbattuti nella pubblicità degli eventi. Diamo uno sguardo alle diverse strategie messe in campo.

Appena giunti alla stazione Jonio (coperta di graffiti che ne snaturano l’aspetto originario) notiamo subito una netta differenza tra Giovani Dem e Potere al Popolo. I primi si affidano al meglio della vecchia scuola, distribuendo volantini e parlando con la gente. Gli altri, al peggio della veteromilitanza che usa i muri come fossero bacheche elettorali.

 

 

Locandine abusive di Potere al Popolo sovrapposte ai manifesti – anche quelli illegali – contro il Giro d’Italia che avevamo già in precedenza denunciato

 

 

 

In primo piano il volantino dei giovani dem. Sullo sfondo le scritte sui muri della stazione: tra le ultime apparse, appena pochi giorni fa, l’ennesimo slogan della sinistra antagonista.

Ecco come si presentano gli esterni della strutture che ospiteranno la festa dei giovani PD

 

 

 

 

Nel frattempo si cementifica l’alleanza tra writers ed estremisti: graffiti “street style” e scritte contro la polizia

 

Il cartello all’ingresso dei giardini della Stazione Jonio, riqualificati con l’adozione da parte dell’NSA Roma Nord. E’ grazie alla loro presenza se il parco è mantenuto perfettamente con grande cura. “Sin da subito abbiamo notato l’incuria costante cui erano sottoposti i giardini così abbiamo chiesto di poterli prendere in adozione: da li è stato pubblicato un bando al quale abbiamo partecipato con esito positivo” – ha spiegato il vicepresidente di NSA Roma Nord. (cit. Roma Today)
E pensare che, sempre su Roma Today, il candidato di Potere al Popolo chiedeva “la manutenzione del patrimonio abitativo pubblico […] mettendo fine alla “ideologia dei bandi” che gioca al ribasso sui diritti dei lavoratori e non garantisce continuità e qualità del servizio.” Al contrario, è grazie ai (pochi) bandi promossi dal comune, che instaurano una collaborazione virtuosa pubblico-privato, se questo luogo è stato sottratto al degrado.

 

 

Come d’incanto ci troviamo immersi in un’atmosfera allegra e accogliente: giovani che bevono e parlano guardandosi in faccia, senza smartphone, e addirittura giocano a carte! Un meraviglioso affaccio panoramico sui tetti di Roma (ahinoi disseminati da un mare di antenne inguardabili!)

 

 

 

 

 

Ma basta spostarsi di poco, e il degrado aumenta. Superata l’uscita di via Gran Paradiso, ci si para davanti il Cineteatro 33, con un grande murales imbrattato e sfregiato dalle tags.

 

 

 

Sopra, un complesso di case popolari, in tipico stile “barocchetto romano”, sfregiato da presunti “antifa”. E qui siamo al delirio puro. Reggetevi forte. La sede della Biblioteca Flaiano e dell’Istituto Grafici Sarandì: qui gli studenti hanno realizzato alcuni disegni in tema con “Ladri di Biciclette” collocati nel parco Jonio. Ma ci vuole poco per rendersi conto che i muri della scuola-biblioteca sono tutt’altro che “abbelliti”….

 

 

….anzi orrendamente deturpati dai soliti noti.

 

 

Pare incredibile, ma è così. Slogan dei movimenti No Tav, scritte contro il vicepremier Salvini e Matteo Renzi. Ok si può essere in disaccordo con loro, disapprovare il loro stile e la loro condotta ma resta INACCETTABILE offenderli e denigrarli sui muri di un edificio pubblico (per quello esistono i social, chiedete all’assessore Raimo). La scuola deve sapere accogliere tutti, ciascuno con il suo credo e le sue convinzioni. Il discorso non sembra però sfiorare i fanatici di ogni risma. Così, all’Eur o San Giovanni troviamo le scritte fasciste, e al Tufello le scritte di matrice antagonista. Ma non solo.

 

 

 

Ebbene sì, anche gli ambientalisti di Potere al Popolo hanno pensato di lasciare un “ricordino” sui muri della biblioteca intitolata a Flaiano. Chissà cosa ne direbbe lui. Intanto professori e presidi (di sinistra?) zitti e compiacenti rispetto al degrado degli edifici scolastici, che volutamente confondono con la street art (ce ne sono bei esempi sul lato opposto della strada).

 

 

 

 

Purtroppo intervallati da tags e scritte estremiste, qualcuna anche di destra e antisemita. La maggior parte della gente non ci fa più caso. Dovresti cancellarle tutte, per educare al bello. Ma poi subentra l’ideologia: “muri puliti, popoli muti”. E allora teniamoci il degrado.

 

 

Volendo riprendere il tema iniziale, le feste giovanili di partito, rileviamo la diversità di approccio nel modus operandi dei Giovani Democratici e Potere al Popolo. Altro tema a noi caro è quello delle pubbliche affissioni. Come si può vedere nella foto qui sotto, i giovani dem hanno optato per una campagna pubblicitaria con affissioni regolari sugli spazi comunali, come previsto da leggi e regolamenti. Un buon punto di partenza, un segnale di attenzione nei confronti dei residenti, quello di non imbrattare edifici e manufatti pubblici.

 

 

Il bollo che indica il periodo di esposizione e attesta l’avvenuto pagamento della tassa comunale.

 

 

Confermiamo la delusione di Potere al Popolo: “la più giovane forza politica italiana” che lotta “per la difesa dei beni comuni, del patrimonio pubblico” ad eccetto degli spazi pubblici e del patrimonio di Montesacro, utilizzati alla stregua di una lavagna. Le case popolari di Via delle Isole Curzolane, per esempio, hanno dovuto subire devastazioni da parte dei writers e dei militanti antagonisti, ma anche le affissioni superabusive – sorta di tazebao anni ’70 del Novecento…..- che lanciano la campagna adesioni.

 

 

Chiudiamo con questo striscione sul pozzo di areazione della metropolitana. Sperando nel ravvedimento dei militanti di Potere al Popolo – della serie “ci siamo sbagliati, ora andiamo là, stacchiamo i manifesti e puliamo tutto” – non ci resta che rivolgerci ai ragazzi del Partito Democratico: impossibile parlare di legalità e cittadinanza, se non si fa i conti coi fenomeni del vandalismo e dell’inciviltà. Serve uno scatto di civismo, un rinnovato senso di responsabilità, la consapevolezza dell’importanza del rispetto delle regole e delle persone. Bisogna ripartire dagli spazi pubblici: belli, puliti e accessibili da tutti, non solo alle auto e alle bancarelle. Strade e piazze di cui andare orgogliosi, non di cui vergognarsi davanti ai turisti. Rispettare gli spazi comuni è sicuramente il primo passo per recuperare un senso di appartenenza e di comunità. Da cittadini-elettori ci auguriamo che la “rigenerazione” (della città e del PD) parta proprio da una riflessione sul degrado. Che non è solo buche e spazzatura, ma scritte sui muri, affissioni abusive e i tanti comportamenti violenti e incivili che scaturiscono dall’assuefazione al brutto.

PS: a uso dei militanti PD (ma non solo), può giovare una rilettura del programma di Roberto Giachetti nella parte dedicata al decoro

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