L’assessore Calabrese va a controllare i bus di Roma TPL e trova condizioni “assolutamente inaccettabili”

Peccato essersene accorto a fine mandato, dopo aver prorogato di 4 anni il contratto a Roma TPL e senza aver mai ascoltato in maniera tempestiva le denunce dei cittadini.

A Roma coesistono 2 gestori del trasporto pubblico, ATAC (che svolge l’80% del servizio con autobus tram e Metro) ed il privato RomaTPL (20%, solo con bus), quest’ultimo sconosciuto ai più perché i suoi mezzi circolano con stessa livrea e addirittura logo ATAC (un camuffamento voluto dal Comune).

Nei contratti con cui il Comune commissiona il servizio ai due gestori, sono previste delle penali calcolate anche in base alla “qualità EROGATA”. Il Comune ha delegato Roma Servizi per la Mobilità (RSM) ad occuparsi di tale valutazione sul servizio.

 

Avevamo già parlato dell’incredibile discrepanza tra le valutazioni di RSM e la “qualità PERCEPITA” dai cittadini, che non conta nulla ai fini delle penali. Per fare un esempio, nel 2019 (quindi prima della pandemia, quando poi le penali sono state quasi azzerate), il giudizio complessivo era questo:

secondo RSM: ATAC 72/100, e RomaTPL 87/100

per i cittadini: ATAC 26/100 (studio Commissione UE), RomaTPL 39/100 (elaborazione ACOS – Agenzia per il Controllo della Qualità dei Servizi, un’altra Partecipata del Comune)

 

A seguito delle numerose segnalazioni dei cittadini, raccolte anche da questo blog e portate all’attenzione dell’Amministrazione, ACOS ha avviato delle verifiche indipendenti sulle Metropolitane, confermando pesanti criticità ma ritenendo comunque le valutazioni non confrontabili perché svolte con metodologie differenti.

 

Anche l’Assessorato alla Mobilità ha voluto svolgere dei controlli a campione su 35 bus del gestore RomaTPL, che opera prevalentemente nelle periferie romane.

Gli sconcertanti risultati sono andati ben oltre l’immaginazione: solo un misero 14% degli autobus è risultato privo di particolari problemi. Sul restante 86% sono stati rilevati guasti anche piuttosto gravi: si va dall’aria condizionata assente nella quasi totalità dei bus, alle sospensioni da sostituire, fino al sistema di sicurezza blocca-porte non funzionante (che impedisce la partenza del bus se le porte sono aperte). Inoltre nella stragrande maggioranza delle vetture mancavano le tendine parasole (fatto che causa forte disagio ai conducenti durante la guida), ed in molte il campanello di richiesta fermata non funzionava. Manca anche un “giornale di bordo” con lo storico delle varie segnalazioni di guasti e la successiva manutenzione effettuata: gli autisti sono tenuti a compilare una copia unica del rapportino di servizio, ritirato in deposito a fine giornata.

In una durissima lettera il Vicesindaco Calabrese bacchetta anche RSM: “Tale sopralluogo ha avuto lo scopo di verificare aspetti che i consueti controlli effettuati da Roma Servizi per la Mobilità [omissis] non si sono mai posti come obiettivo, limitandosi a verifiche sui dispositivi accessori di bordo”.

E ancora: “Il personale da noi intervistato ha dichiarato che non risulta loro l’effettuazione negli anni passati di verifiche a campione non in contraddittorio”. E chiudendo: “Ritenendo assolutamente inaccettabili le risultanze del nostro campionamento [omissis] soprattutto per le questioni relative alla sicurezza intrinseca delle vetture”.

 

Benissimo questi controlli a campione, che hanno messo in luce anche l’assoluta inefficacia dei controlli svolti da RSM. Peccato essersene accorti solo a fine mandato, dopo aver già prorogato di almeno 4 anni il contratto con RomaTPL (ormai per il nuovo appalto se ne parla non prima di fine 2022), e senza aver mai ascoltato in maniera tempestiva i cittadini.

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3 risposte

  1. Siamo alla fine di quella che è sta la peggiore Amministrazione che ha avuto Roma. Perché meravigliarsi che l’Assessore solo adesso si sia accorto del problema e abbia capito che il trasporto a Roma ha da gestirsi attraverso mezzi pubblici efficienti e non con le sole bici… Che interconnettere tramite il trasporto pezzi della città è una azione di democrazia, di inclusione, di crescita… Che esiste un problema generalizzato per tutte le controllate e partecipate che deve essere affrontato…che per governare bisogna avere studiato e che non ci si può improvvisare… Mi piacerebbe anticipare che è finita la fase nella quale la cosa importante non è cosa fai, ma cosa dici e come la racconti affinché molti possono crederci..
    Scegliamo quando ci sarà chiesto sulla base dei danni che abbiamo subito, con lungimiranza sapendo che sbagliare questa volta significa perire.

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