La strana storia dei bus a idrogeno finanziati dall’Ue e mai comprati

Un bus a idrogeno a Bolzano

 

La UE ha da tempo lanciato un piano strategico finalizzato alla massima riduzione delle emissioni inquinanti e della dipendenza energetica dalle fonti fossili, attraverso l’utilizzo di combustibili alternativi al petrolio, tra cui l’idrogeno.

L’idrogeno in particolare rappresenta una fonte di energia sicura, priva di anidride carbonica e di polveri sottili, e può essere ottenuto da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, biomasse).
I veicoli a celle a combustibile alimentati a idrogeno, oltre ad essere silenziosi e non inquinanti al pari dei veicoli elettrici a batteria, hanno l’ulteriore vantaggio di avere autonomia e tempi di rifornimento simili a quelle dei veicoli tradizionali.

L’idrogeno è l’elemento più leggero conosciuto dall’uomo e, in caso di fuoriuscita, si disperde rapidamente nell’atmosfera. In caso di incendio la fiamma rimane localizzata anziché provocare esplosioni improvvise.

Nel contesto del progetto internazionale 3Emotion, la UE ha co-finanziato per Roma l’acquisto di 5 autobus a idrogeno, con l’obiettivo di raccogliere una serie di dati operativi a livello europeo quali costi di esercizio, affidabilità, complessità della manutenzione, consumi e autonomia, velocità di rifornimento e sicurezza.
In Italia questa tecnologia è già presente a Milano, Bolzano, Ravenna e Venezia (un battello).
Roma Servizi per la Mobilità aveva pianificato la sperimentazione a Roma sulla linea bus 781 (Magliana-Termini), per un minimo di 3 anni, e l’entrata in esercizio doveva avvenire presumibilmente entro il 2019.

In primis è stata allestita una stazione di rifornimento sul G.R.A. all’altezza della Roma-Fiumicino (la 1ª nel Lazio), già operativa da inizio 2018. Non si conoscono i costi di realizzazione né con quali fondi sia stata finanziata, ma a Bolzano un’analoga stazione è costata oltre 5 Milioni di euro.

L’appalto per l’acquisto dei 5 autobus e il full service manutentivo per 3 anni, è stato interamente finanziato con fondi UE (2,4 Milioni€) e fondi della Regione Lazio (altri 1,9 Milioni€), mentre ATAC ha assunto l’incarico di procedere alla relativa gara.
Nel più totale silenzio della Giunta 5 stelle, ATAC ha pubblicato il bando a febbraio 2018, ma la gara è andata deserta. Non risulta che sia stata più riproposta, e i 5 autobus non compaiono nemmeno nel Piano Industriale di ATAC.

Mentre dunque Milano sperimenta da anni l’idrogeno e compra autobus elettrici, la Giunta “ecologista” romana ha finanziato un bando per l’acquisto di 320 bus Diesel Euro6 (altra gara andata deserta) e successivamente ha prenotato, tramite piattaforma Consip, l’acquisto di 136 bus Diesel Euro6 e 91 bus a metano (totale: 227).

Chi è che favorisce le lobby del fossile..?

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Una risposta

  1. Salve ,invece di passare all’Idrogeno che sarà la vera mobilità pulita del futuro e non l’elettrico, che costerà sempre di più, un sistema che già in uso a Bolzano, con esiti molto validi ,rapidi x la ricarica ecc. viene boicottata- Poi diciamo che le grandi città hanno aria sempre più inquinata- Ma di cosa si parla? Cominciare a fare distributori di idrogeno, ora pe i bus , e poi ,per tutti sarebbe il futuro che il passaggio attraverso le semplici auto solo elettriche , ci porterà a recuperare
    il tempo perso, e porci in avanti e non con auto elettriche che durano meno, occorre più tempo per ricarica, più costo x ricaricare, visto che l’Italia non produce con centrali nucleari, meno km di mobilità-Ma la pulizia dell’idrogeno in qualsiasi modo lo si produca- e la lunga durata dei mezzi garantirebbe un investimento certamente valido-ecco perchè non viene
    preso in considerazione, altro che scandalo parlamento europeo Qatar-gate- i contribuenti devono spendere tre volte x la stess cosa- VIVA L’ITALIA-

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