La Polizia Locale di Roma ha ben 47 “velocipedi a pedalata assistita”. Chi li ha visti?

A quasi 10 anni dalle prime e-bike fornite ai vigili, i servizi in bicicletta degli agenti non sono mai decollati. Eppure sarebbero utili in centro storico o sulle ciclabili

A fine novembre scorso abbiamo fatto un accesso generalizzato al Comando della Polizia Locale di Roma con la richiesta di conoscere:

  1. il numero di biciclette presenti nel parco veicoli della Polizia Locale di Roma, con indicazione di quelli a pedalata assistita,
  2. il numero di servizi svolti da agenti in bicicletta negli ultimi sei mesi.

 

Dopo circa un mese abbiamo ricevuto in risposta la comunicazione … che il Corpo di Polizia di Roma Capitale dispone di n. 47 velocipedi a pedalata assistita.

 

Dalla stringata nota ricevuta desumiamo quindi che la Polizia Locale non ha biciclette tradizionali, ma soprattutto che negli ultimi sei mesi non è stato svolto alcun servizio con le 47 bici a pedalata assistita in dotazione.

 

Viene quindi da chiedersi a cosa dovrebbero servire tali mezzi e perché essi non vengano impiegati, ad esempio, nelle aree a prevalenza pedonale, come gran parte del centro storico, oppure sulle ormai numerose piste ciclabili che soffrono spesso il problema della sosta selvaggia.

 

Ciclabile Tuscolana (immagine da Twitter di @bikediablo)

 

Facendo qualche ricerca in rete scopriamo che le prime biciclette elettriche arrivarono alla Polizia Locale di Roma nel 2013, offerte da un’azienda siciliana (Lombardo Bikes) e inaugurate, con tanto di benedizione, dagli allora vicesindaco, Luigi Nieri, e comandante della Polizia Locale, Raffaele Clemente.

 

 

Forse quelle biciclette sono ancora parte delle 47 attuali, anche se non pare siano state mai avvistate per la città, nonostante l’allora sindaco Marino fosse un frequente utilizzatore del mezzo. Va detto che la tendenza fin dall’inizio è stata di riservare le biciclette per gli agenti addetti alla tutela fluviale, quindi forse chi frequenta le banchine del Tevere può averle viste qualche volta.

Con l’amministrazione Raggi quell’idea è stata portata avanti anche se con scarsa convinzione. Si ricorda nel settembre 2020 l’istituzione di un gruppo “Tiber” dei vigili, addetto al pattugliamento delle banchine del Tevere con bici elettriche, e il tentativo di assegnare dieci mezzi offerti da Lime, l’azienda che gestisce bici e monopattini in sharing, poi naufragato perché tali bici non erano idonee.

 

 

Che ci siano o meno stati negli scorsi anni dei servizi svolti dai vigili in bicicletta, nel giugno dello scorso anno Il Messaggero rende noto che a gennaio 2022 era scaduta la manutenzione delle biciclette e che quindi da allora gli agenti avevano dovuto iniziare a fare da sé, improvvisandosi meccanici.

Immaginiamo che ciò abbia portato velocemente all’impossibilità di utilizzare i mezzi e forse è per questo che negli ultimi mesi non risulterebbero servizi svolti da agenti in bicicletta.

 

 

La situazione attuale è che a Roma non è dato vedere agenti della Polizia Locale in servizio in bicicletta e la cosa non può non essere un’anomalia, sia perché quello è il mezzo più efficace per muoversi in molte zone della città, a partire dal centro storico, sia perché l’investimento fatto nella realizzazione di molte piste ciclabili, con altre in programma, richiederebbe un minimo di controlli, anche per dare credibilità all’iniziativa.

A noi non sfuggono le difficoltà in cui si dibatte il corpo di Polizia Locale di Roma, stabilmente sotto organico e con grosse restrizioni nei mezzi, ma siamo convinti che i maggiori problemi risiedano nell’incapacità del comando di organizzare le risorse in modo da ottenere il massimo con quello che è disponibile.

L’altro grande problema è l’incapacità, o mancata volontà, del sindaco Gualtieri di fornire indirizzi precisi alla Polizia Locale sui compiti da svolgere e con quali priorità. Il corpo dei vigili risponde infatti direttamente e solo al sindaco, per cui o è lui a dare indicazioni inequivoche, oppure il corpo continuerà a barcamenarsi con quello che passa il convento, minimizzando i fastidi per agenti, funzionari e dirigenti.

Con tanti saluti alle residue possibilità di assicurare una civile convivenza nella città di Roma.

 

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