Le botticelle costituiscono indubbiamente uno degli elementi di degrado di Roma, probabilmente non il peggiore ma le modalità con cui tale servizio viene effettuato non sfuggono al “cialtronismo” medio romano. Le carrozze utilizzate sono probabilmente l’elemento migliore di tutto l’insieme, benché non abbiano nulla di particolare ed anzi da qualche anno presentino degli anti-estetici freni a disco installati in maniera posticcia. Tutto il resto invece si inserisce perfettamente nel quadro di degrado medio che ormai caratterizza il centro storico di Roma: cavalli mal tenuti e dall’aspetto a dir poco dimesso, conducenti abbigliati nei modi più disparati e che effettuano il servizio “all’impronta”, stabilendo di volta in volta percorsi e tariffe con i clienti e non rilasciando ricevuta del pagamento; da una parte è comprensibile prevedere una certa elasticità nell’offerta di servizio, ma dall’altra, considerando che i possibili avventori sono tutti turisti, categoria “debole” per definizione, è innegabile che vi sia una sproporzione tra fornitore e cliente, con quest’ultimo che facilmente può finire sfruttato in maniera esagerata.

Vi è poi la posizione di diverse associazioni animaliste che vede nelle botticelle un retaggio del passato che non ha più ragion d’essere, tanto più che costringe i cavalli a lavorare in condizioni difficili e pericolose, in particolare nei mesi estivi. Ed infatti negli ultimi anni si sono ripetuti sempre più spesso casi di scontro tra animalisti e conducenti delle botticelle, così come casi di gravi problemi ai cavalli.

Roma: un cavallo a terra per un malore davanti a Palazzo Chigi

Per cercare di mettere fine a tutto il servizio delle botticelle è stata anche presentata nel febbraio 2015 una delibera d’iniziativa popolare che ha raccolto oltre 10.000 firme e che avrebbe dovuto essere discussa in Assemblea Capitolina. La caduta della Giunta Marino non ha reso possibile ciò ed ora per la discussione ed eventuale approvazione della delibera occorrerà aspettare la nuova Assemblea che uscirà dalle prossime elezioni.

Il motivo di parlare delle botticelle ci viene dato dalla recente notizia che esse sono state sfrattate definitivamente dalle stalle che occupavano all’ex-mattatoio a Testaccio. Dall’articolo veniamo a sapere che le botticelle da tempo (anni!) avrebbero dovuto lasciare quelle stalle per far spazio all’Accademia di Belle Arti, ma in perfetto stile romano si sono ben guardate dal farlo sapendo che a Roma la prepotenza vince sempre sul diritto. Oggi lo sgombero appare probabile non perché qualcuno abbia alzato la voce e fatto valere il diritto ma solo perché praticamente le stalle sono state giudicate inagibili, con conseguente rischio per l’incolumità di chi le utilizza.

stalle
Le stalle nell’ex-mattatoio a Testaccio

 

Sempre nell’articolo viene indicato dove le botticelle sposteranno i loro alloggi ed è l’area a loro dedicata nel bel mezzo di Villa Borghese. Già perché durante l’era Alemanno è anche successo che una villa storica sia stata oggetto di una colata di calcestrutto e della costruzione di una serie di chalet in legno, calpestando il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio, che vieta l’installazione di qualsiasi struttura all’interno di parchi, ville e giardini storici, e la Legge Regionale 6 luglio 1998 n.24 che ammette a Villa Borghese interventi che riguardino esclusivamente la conservazione, la manutenzione ed il restauro. Ed una tale porcheria è avvenuta dietro la formula “trasferimento temporaneo di carrozzelle nell’area dell’ex galoppatoio di Villa Borghese”, indicando che la spesa di 1.350.000 di euro pubblici, tanto sono costati gli chalet, non sarà neanche definitiva.

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Gli chalet-stalla a Villa Borghese

 

Quello che a chi scrive appare più incomprensibile di tutta questa storia è il perché a dei privati, pur titolari di una licenza pubblica, l’amministrazione si senta in obbligo di provvedere ad un ricovero per i loro mezzi ed animali. Stiamo parlando infatti di 41 titolari di licenza che esercitano il servizio in maniera del tutto privata, come fossero degli NCC, per cui sfugge la ragione per cui a costoro gli si debbano assicurare delle stalle.

Peraltro stiamo parlando di un numero di soggetti talmente esiguo (meno di cinquanta!) che neanche si può parlare di lobby. Com’è stato possibile che l’amministrazione Alemanno abbia speso 1.350.000 euro per un pugno di persone per di più invise a sempre più cittadini romani?

Ci sarebbe forse qualcosa di male se il commissario Tronca desse un taglio netto ad un tale privilegio intimando ai vetturini di trovarsi delle stalle per conto loro e provvedendo a liberare Villa Borghese dal ricovero “temporaneo” che solo una combinazione di ignoranza e protervia ha potuto portare a realizzare?

 

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Una risposta

  1. Il servizio delle botticelle romane è del tutto inadatto al traffico caotico e convulso di Roma. Qualcuno pensa ai poveri cavalli che trainano la carrozza?
    E poi perchè il Comune dovrebbe preoccuparsi di regalare, a spese dei cittadini romani, le stalle ai vetturini?
    Regaliamo allora un box anche ai taxi e agli NCC!
    Le botticelle andrebbero abolite per sempre

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