La ferita della cacciata di Ignazio Marino, mai rimarginata

Un colloquio con Francesco Cordio, regista di "Golpe Capitale", occasione per ripercorrere quella breve sindacatura, ricca di riforme. Resta il mistero sul ruolo avuto da Matteo Renzi

 

Martedì 18 Luglio 2023, alla Città dell’Altra Economia a Testaccio, all’interno della manifestazione “Testaccio Estate”, in collaborazione con Teatroinscatola, è stato proiettato “Roma Golpe Capitale” il film del regista Francesco Cordio e prodotto dalla OWN AIR SRL che racconta la sindacatura di Ignazio Marino a Roma e, in particolare, gli avvenimenti dei giorni che portarono, dopo 28 mesi, alla fine di quella esperienza senza che alla città di Roma ne siano stati spiegati i motivi.

Nell’idea della maggior parte dei romani e, forse anche della stragrande maggioranza degli italiani, è ben presente il ricordo di un sindaco inadeguato, messo alla berlina per i suoi presunti errori o addirittura malversazioni, abbandonato sia dalla classe politica che dai media e, cosa forse molto più grave, dagli altri attori istituzionali.

Il film racconta quello che noi ben sappiamo per aver vissuto quella fortunata stagione politica ed amministrativa di Roma e cioè che Ignazio Marino, oltre ad essere una persona di grande profondità intellettuale, un appassionato e competente chirurgo, è anche un amministratore pubblico e un politico dotato di una visione per Roma e per l’Italia fondate, sia su solidi principi morali e sia su scelte razionali basate sullo studio e, soprattutto adottate, nell’esclusivo interesse dei cittadini, quando era senatore e, come piaceva a lui spesso ripetere in qualità di Sindaco, “nell’esclusivo interesse delle romane e dei romani”.

Ignazio Marino racconta nel film, ma anche in un’intervista all’Espresso uscita qualche anno fa, che papa Francesco (che si è lasciato attirare, chissà perchè, nell’area dei suoi detrattori), in un colloquio privato gli ha chiesto scusa. Nessuna delle due dichiarazioni è mai stata smentita da alcuna fonte della Santa Sede.

Per quanto ci riguarda, l’azione amministrativa di Ignazio Marino è stata talmente dirompente, rispetto agli interessi consolidati che governano di fatto Roma e che su di essa lucravano e continuano a lucrare, che non abbiamo alcuna remora a dire chiaro e tondo che è stato l’unico vero Sindaco che Roma abbia mai avuto dopo Ernesto Nathan e cioè in un arco temporale di 100 anni.

La mole di temi affrontati da Ignazio Marino Sindaco e di provvedimenti adottati è stata talmente elevata nei 28 mesi della sua sindacatura che solo alcuni sono citati in “Roma Golpe Capitale”.
Per quanto riguarda, ad esempio, la gestione dei rifiuti, l’azienda che se ne occupa per Roma è AMA e per i vertici scelse due quotati professionisti del settore come Daniele Fortini (presidente) e Alessandro Filippi (direttore generale) che si misero subito all’opera per far recuperare efficienza all’azienda: la raccolta differenziata raddoppiò passando dal 22 al 44% circa del totale. Fu installato un sistema gps sui mezzi per controllarne i movimenti in tempo reale: sistema immediatamente accantonato dalla sindaca Raggi, un atto che non può non apparire per quello che è e cioè una cambiale preelettorale pagata pronta cassa ai sindacati di questa ed altre municipalizzate che si schierarono militarmente per la sua elezione. Inoltre, furono assegnati dei percorsi agli operatori delle spazzatrici e si era ipotizzato di assegnare gli appalti per lo spazzamento dei Municipi con gare di appalto. Per non parlare del provvedimento più coraggioso: la chiusura della discarica di Malagrotta (per la quale l’Europa ci aveva messi in mora sin dal 2007) prevedendo un piano alternativo per il trattamento dei rifiuti a breve, medio e lungo termine.

Per quanto riguarda la Polizia Locale, nominò comandante un poliziotto abile e determinato: il dott. Raffaele Clemente che in poco tempo introdusse l’obbligo di turnazione per comandanti e funzionari e lo Street Control e cioè un sistema di controllo automatico delle infrazioni installato sulle autopattuglie.

Ma il settore dove Ignazio Marino, col determinante contributo dell’assessore alla Trasformazione Urbanistica da lui fortemente voluto e cioè il prof. Giovanni Caudo ha inciso profondamente nel cambiare verso, e nel tentare di far cambiare verso a Roma, è stata l’urbanistica.
La cancellazione dei milioni di metri cubi che si sarebbero dovuti realizzare in pieno agro romano dal Piano Regolatore lasciato in eredità da Alemanno (in perfetta continuità con lo sciagurato piano regolatore della coppia Veltroni-Morassut) per riportare le romane e i romani a vivere in zone già dotate di servizi pubblici, il progetto del recupero delle Torri dell’EUR e il progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, quest’ultimo con la restituzione a Roma del 40% del valore delle opere private in opere pubbliche a carico del privato (due progetti entrambi affossati dalla giunta Raggi), sono tutti e tre dei punti salienti della visione di Marino e Caudo che potremmo riassumere col motto del sindaco Luigi Petroselli, tanto caro al prof. Caudo: “Roma la si può governare solo se la si ama”.

E potremmo proseguire con le conferenze urbanistiche dei Municipi, la Città della Scienza, il riordino dell’archivio progetti con la fine del “caos” che regnava in un ufficio tanto strategico per il governo urbanistico della Città e del progetto sulla resilienza delle città per adattarsi ai cambiamenti climatici.
Ma è il progetto del Villaggio Olimpico che si sarebbe dovuto realizzare per le Olimpiadi del 2024, e questo “Roma Golpe Capitale” bene lo racconta dedicandogli il giusto tempo, fortemente voluto da Luca Cordero di Montezemolo e Giovanni Malagò, rispettivamente Presidente del Comitato Promotore delle Olimpiadi e Presidente del CONI, a far decidere a chi ne aveva potere di mettere probabilmente fine all’esperienza amministrativa di Ignazio Marino, dopo il lavoro preparatorio di sfiancante logoramento. Il progetto della coppia Montezemolo-Malagò prevedeva la realizzazione di un villaggio olimpico da 15.000 posti letto a Tor Vergata in un’area priva di collegamenti su ferro, posti letto che si sarebbero trasformati in alloggi dopo la fine dell’evento condannando altre 15.000 romane e romani ad essere schiavi dell’automobile per spostarsi quotidianamente e riducendo ancora la densità abitativa di Roma. Una delle tante follie urbanistiche pensate nell’ottica di un evento che si serve della Città anzichè di un evento che possa servire alla Città. Marino e Caudo a questa follia opponevano invece la razionale costruzione di un villaggio lungo la Flaminia, in una zona servita dalla Roma-Viterbo che sarebbe stata trasformata in metropolitana. Il villaggio, dopo le Olimpiadi avrebbe ospitato la nuova città giudiziaria.

Per motivi di spazio e per non annoiare il lettore, non possiamo elencare in dettaglio tutte le altre iniziative di Ignazio Marino: possiamo ricordare lo sblocco dei lavori per il completamento della Metro C respingendo al mittente la richiesta di ulteriori 200 milioni da parte del general contractor, l’apertura della Prenestina-bis, l’idea di vendere Assicurazioni di Roma (qualcuno deve ricordare ogni tanto che Roma Capitale possiede una compagnia di assicurazioni), la chiusura dei centri di emergenza alloggiativa sostituendoli col bonus-affitti, il risanamento di Farmacap affidata all’ottima manager Simona Laing che era riuscita a riportarla in attivo, lo spettacolo ai Fori con Piero Angela, il piano per i cartelloni pubblicitari (Sindaco Gualtieri, il piano è ancora da attuare, dopo ben 8 anni e se ha un attimo le romane ed i romani gradirebbero che trovasse il tempo di discuterne con l’assessora Lucarelli), la pedonalizzazione dei Fori, ecc…

Nel film viene spesso citato il rapporto freddo di Matteo Renzi nei confronti di Marino, rapporto che si sarebbe completamente esaurito proprio in occasione del contrasto tra la coppia Montezemolo-Malagò appoggiata da Renzi e quella Marino-Caudo.
Una presa di posizione da parte di Matteo Renzi incomprensibile visto che si è sempre vantato di aver fatto un piano regolatore a cubatura zero quando era sindaco di Firenze.

 

Tutto questo e molto altro è raccontato in “Roma Golpe Capitale” un film con la regia di Francesco Cordio (qui la sua biografia e nutrita filmografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Cordio) al quale rivolgiamo, alla fine della proiezione, alcune domande:

Francesco Cordio

 

RS:  Francesco, ci puoi raccontare come è nata l’idea di realizzare “Roma Golpe Capitale” ?

FC: “Roma Golpe Capitale” è un documentario che nasce dalla mia frustrazione di cittadino romano che si è visto togliere il sindaco democraticamente eletto con un’azione senza precedenti. E la frustrazione era dettata anche dal fatto che sembra che nessuno volesse raccontare davvero i fatti, nessuno volesse sentire le ragioni di Ignazio Marino.

Tutti contro uno.

E non mi andava giù. E questa è la ragione per la quale quando mi fanno notare che nel film manca un po’ di contraddittorio, io rispondo che il film è esattamente il contraddittorio, il momento in cui finalmente parla il Sindaco. E quindi non ritengo il mio documentario una occasione di controinformazione ma di informazione.

Da solo non avrei mai potuto realizzarlo, ho chiesto aiuto ad Alfredo e Lorenzo Borrelli, due coraggiosi e bravissimi produttori che vivevano le mie stesse sensazioni. Si è fatto ricorso ad un po’ di produzione dal basso, attraverso il crowdfunding, e già dai primi feedback sentivamo che molti cittadini la pensavano come noi, infatti seppur al di sotto dei costi di produzione di un documentario, hanno iniziato sostenere il progetto.

Alla fine della realizzazione del film, dopo grandi sacrifici di tutti, rischiavamo di tenerlo in un cassetto. Nessuna televisione lo voleva: né canali pubblici, né privati, nessun circuito distributivo in sala e per di più nessuna sala accettava la sfida di portare un film così scomodo.

Eravamo molto scoraggiati ma non ci siamo arresi, abbiamo proposto il film al cinema della parrocchia di San Gregorio Barbarigo, sulla Laurentina, che ha accettato di farcelo proiettare un giovedì sera. (una scelta, peraltro, naturale visto che Ignazio Marino è profondamente cattolico – N.d.A.). La sorpresa è stata quella di avere la sala piena (150 spettatori) e programmare subito dopo un’altra proiezione.

E poi ancora molte, fino a circa una decina, in quella stessa sala. A quel punto, con i numeri che avevamo collezionato, siamo tornati da esercenti più grandi e centrali e siamo riusciti così ad ottenere anche di fare una proiezione al Cinema Farnese (300 posti). Anche là c’è stata una serie di sold out incredibile. L’interesse era ancora molto alto, la ferita bruciava ancora.

Dal Farnese non ci siamo fermati più e il film è stato da Palermo a Torino in decine di sale in tutta Italia e nel 2018 e 2019 è risultato essere il documentario italiano più visto in sala.

Ad un certo punto anche la base del PD ha chiesto che si potesse vedere nelle sezioni e così lo abbiamo proiettato e discusso con gli iscritti di qualche sezione romana. Roma Golpe Capitale si può definire un caso di successo unico.

N.d.A.: a questo link potete trovare degli approfondimenti sulla distribuzione direttamente sul sito della produzione:

https://estrogeni.net/se-il-cinema-e-indipendente-il-marketing-e-intelligente/

 

 

RS: ci racconti come è stato girare con Ignazio Marino ? E’ un “attore” facile da dirigere ?

FC: la mia più grande sorpresa è stata quella di registrare circa 9 ore di intervista ad Ignazio Marino e mai, MAI, abbiamo dovuto interrompere per un vuoto o per qualcosa riferita in maniera confusa o errata. In nove ore sarebbe potuto accadere (e gli sarebbe stato concesso!). Invece nelle sue risposte non gli  è mancato mai un riferimento, una citazione.

Aveva con sé degli appunti, le sue agende dei mesi da sindaco  (scritte rigorosamente a mano con una penna verde), ma quando le ha sfogliate lo ha fatto solo per dimostrarmi che quanto diceva corrispondeva a verità, per numeri e riferimenti cronologici.

L’altra grande sorpresa è stata nel trovare un uomo che, nonostante le ferite, non nutriva rancore verso alcuno, anzi era incredibilmente ironico e questo decisamente si vede nel film.

 

RS: E’ stato facile convincere tutti gli altri protagonisti ?

FC: Con nessuno dei protagonisti del film c’è stato un problema nel convincerli a testimoniare, anzi. Ciascuno degli intervenuti lo ha fatto con grande generosità e disponibilità. E ciascuno a suo modo è stato utile a ricomporre il puzzle di quella che stata la pagina più brutta della storia del Comune della capitale del Paese e di quella del Partito Democratico di Roma.

Per citarne solo alcuni, il giudice Giancarlo Caselli, personaggio inconfutabilmente autorevole, è stato fondamentale perché ha elencato molte delle cose fatte da Marino, quelle con cui “ha pestato i piedi” agli interessi forti.

 

Federica Angeli, la giornalista di Repubblica che, con la sua testimonianza, ha messo a fuoco il problema di Mafia Capitale e di quello che era la realtà mafiosa di Ostia.

Francesca Danese, ex assessora al Welfare, ha sottolineato il lavoro svolto verso gli ultimi e tutto il lavoro fatto per chiudere i cosiddetti CAAT (Centri Assistenza Alloggiativa Temporanea), complessi immobiliari fatiscenti per i quali il Comune pagava sino a 3/4000 euro al mese ad appartamento da circa 15 anni !

Massimiliano Tonelli di Romafaschifo che ha raccontato come si è instaurato immediatamente un feeling con i responsabili dei blog romani di attivismo civico quando hanno capito che il neosindaco aveva approfondito i vari temi e aveva chiaro cosa occorresse fare.

(Ovviamente in quell’occasione eravamo presenti anche noi di Diario Romano rappresentati dal direttore Filippo Guardascione – N.d.A.).

Roberto Tricarico, il capo di gabinetto: ha ben spiegato che la campagna di delegittimazione di Ignazio Marino è stata orchestrata su temi di immediata e facile comprensione al grande pubblico (le multe non pagate della Panda, lo “scandalo” delle cene a spese del Comune ecc…) totalmente infondati ma verosimili perchè immediatamente riferibili nell’immaginario collettivo al politico medio, diversamente dai problemi che affliggono Roma che sono di ben più difficile comprensione e focalizzazione per un pubblico distratto ed esasperato.

Francesco Luna: il punto di vista distaccato e realista di un giornalista lucido e appassionato.

RS: Qualcuno che avresti voluto includere nel film e che invece non è stato possibile e perchè ?

FC: Abbiamo fatto arrivare l’invito per un’intervista all’allora segretario del PD Nazionale Matteo Renzi, ma non ha mai risposto. Così come la scorsa settimana in occasione dell’ultima proiezione romana del film avremmo voluto avere Elly Schlein, l’attuale segretaria del PD, almeno come spettatrice.

Lei è un’appassionata di cinema, se riuscisse a vederlo sono certo conoscerebbe qualcosa in più delle condizioni in cui versa(va) il suo partito a Roma e forse non solo.

 

RS: Francesco prima dell’inizio della proiezione hai giustamente ricordato che il sindaco Gualtieri appena 5 giorni fa ha nominato il dott. Alessandro Filippi come nuovo direttore generale di AMA, nello stesso ruolo nel quale lo aveva voluto Ignazio Marino.
Possiamo considerare “Roma Golpe Capitale” non solo una testimonianza ed un’opera di giustizia riparatrice ma una sorta di manuale civico per gli amministratori di Roma presenti e futuri ?

FC: certamente ma questo non vale solo per Roma (città che sarebbe potuta essere non solo bellissima in sé ma per quello, il merito è della storia, basta solo non oltraggiarla): il metodo adottato da Ignazio Marino e i principi che hanno mosso la sua attività amministrativa a servizio di Roma sono applicabili per ogni altra realtà amministrativa, salvo le peculiarità ovviamente di una città come Roma unica al mondo.

 

Questo articolo ci fornisce anche l’occasione di spiegare la scelta dello pseudonimo “Riformista Solitario”.

Noi siamo dei grandi estimatori di Matteo Renzi Presidente del Consiglio, lo riteniamo il migliore che ci sia stato nella storia della Repubblica e consideriamo una stagione politica fortunatissima quella nella quale c’erano Renzi a Palazzo Chigi e Marino in Campidoglio.

Entrambi, infatti, erano dotati di una fortissima spinta riformista.

Il Governo Renzi ha portato in Gazzetta Ufficiale molte riforme in svariati campi: dai mitici 80 euro, ad Industria 4.0., alla riforma della scuola con la stabilizzazione di migliaia di precari, all’Unità di Missione Idrogeologica coordinata da Renzo Piano, alla spending review, al canone della Rai in bolletta, alle riforme nel campo dei diritti civili delle quali da anni si parlava e basta (unioni civili, divorzio breve, “dopo di noi” ecc…).

Non sapremo mai se fu lui il regista delle dimissioni firmate davanti ad un notaio da parte dei 19 consiglieri del PD e di alcuni dell’opposizione, oppure si limitò a non intervenire.
C’è un episodio del quale siamo stati diretti testimoni oculari che ci fa propendere, tuttavia, per la prima ipotesi: Matteo Renzi nel 2015 sarebbe dovuto venire in un determinato giorno alla festa dell’Unità al Parco delle Valli, invece venne a sorpresa il giorno prima, stracciò Matteo Orfini in un’epica partita a biliardino e poi si mise a chiedere al capannello dei presenti, tra i quali c’eravamo anche noi: “Ma secondo voi Ignazio Marino deve andare avanti ?”.

Tuttavia, quando diciamo ai sostenitori di Renzi che siamo estimatori di Marino quelli ci guardano male e lo stesso accade quando diciamo agli estimatori di Marino che abbiamo stimato il Renzi PdC (effettivamente quello degli ultimi tempi che litiga con Calenda non ci fa proprio impazzire). E niente, quindi siamo destinati a rimanere dei riformisti solitari.

In fondo, poteva anche andarci peggio: saremmo potuti essere populisti e sovranisti.

 

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5 risposte

  1. La defenestrazione di Marino è una infamia del PD romano e nazionale. Detto questo, eviterei di santificare un sindaco che praticamente sembrava Forrest Gump in Campidoglio. Io c’ero, e Roma non ha risolto un problema che sia uno sotto la sua gestione. È stato capace di far incazzare tutte le categorie CONTEMPORANEAMENTE: una mancanza di capacità tattica che ha in definitiva decretato la sua fine. Insomma è stato accoltellato alle spalle da un partito infiltrato da cordate inconfessabili, ma governare Roma non è per le anime candide, che si credeva?

  2. Io sono insieme al mio parroco che abbiamo creduto di non far passare
    sotto silenzio
    Una così brutta faccenda consumata sotto il colosseo
    E la soddisfazione di vedere migliaia di persone partecipare e riconoscersi
    Nella testimonianza che il film documentario identifica con dovizia di particolari
    Che purtroppo fa pensare ad un gruppo dirigente che copre tutto l’arco politico e
    affaristico Romano/Nazionale in modo trasversale
    Marino è stato il classico personaggio che tutti vorrebbero al comando di una
    Qualsiasi cosa perché come fa in medicina è veramente una mente concreta
    Che se fosse stato aiutato avrebbe davvero cambiato Roma abbiamo perso una grande
    Occasione
    Per quanto mi riguarda Roma Golpe Capitale dovrebbe andare sulla TV ma
    specialmente nelle scuole

  3. Il sindaco delle sparate a effetto che poi creavano altri problemi.
    Chiudere Malagrotta: e poi? Se non hai soluzioni alternative, dove la metti l’immondizia? Coi risultati che vediamo.
    Chiudere via dei Fori Imperiali: perché? Una strada larga, che serviva da comunicazione tra parti opposte di Roma, con ampi marciapiedi, sicché i pedoni potevano camminare agevolmente. Perché chiuderla? Per distruggerla? E poi? Che c’è là sotto, al di là delle fondamenta delle casupole del Cinquecento distrutte negli anni Trenta?
    Vogliamo parlare di quando voleva fare Ben Hur al Circo Massimo? Lì la tutela archeologica non vale più?
    O di come si arrampicava sull’auto del Papa per mettersi in mostra e spacciarsi per amico del Vaticano? Che poi, francamente, tutti questi sindaci di sinistra che se ne fregano della religione ma poi fanno gli amiconi del Vaticano quando c’è da farsi pubblicità (o da muovere soldi), francamente hanno parecchio stufato.
    Sorvolo, per pura decenza, sul fatto che Marino da chirurgo in America aveva fatto giochini strani coi rimborsi, sicché lo sbatterono fuori. Altro che Tar e controtar.
    Un personaggio grottesco, irritante, petulante, vanesio, impiccione. Stia a casa, è meglio.

  4. Nessuno si ricorda più che fu la giunta Marino -nel silenzio più assoluto- a decuplicare dall’oggi al domani il costo del permesso per la ZTL dei residenti? Così, tanto per dare una mano alla desertificazione del centro storico…
    …e comunque nessuna delle giunte successive si è mai preoccupata di rimediare al misfatto.

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Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

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