La Bolkestein di Coia, il Pirro de noantri

Ieri mattina siamo stati tra il pubblico dell’Assemblea Capitolina, per assistere alla votazione delle due mozioni sul tema del commercio, una sull’applicazione della direttiva Bolkestein a Roma e l’altra sulla festa della Befana di piazza Navona.

La seduta era prevista per le 9:30 ma i cittadini sono stati ammessi solo intorno alle 10:40, dovendo evidentemente loro aspettare i comodi dei consiglieri.

Dopa la discussione e votazione di altre mozioni, si è passati all’esame di quella presentata da Andrea Coia, Presidente della Commissione Commercio, e altri, il cui testo recitava:

“Impegno per la Sindaca ad attivarsi presso il Governo al fine di ottenere una proroga delle concessioni dei posteggi su aree pubbliche fino all’anno 2020 e  affinché utilizzi tutti gli strumenti idonei alla modifica della parte relativa al commercio su aree pubbliche della direttiva 2006/123/CE (c.d. “Bolkestein”) e  del decreto legislativo n. 59/2010 che la recepisce.”

Coia apre la discussione e dopo una breve cronistoria di come la Bolkestein è stata recepita dalla normativa italiana parte a cercare di smontarla: dice che solo in Italia essa viene applicata al commercio su area pubblica, si chiede perché allora non vi viene sottoposto anche lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio (!?!), afferma che non si sacrificano 10.000 operatori per combatterne poche centinaia o poche decine (riferendosi probabilmente ad accentratori di licenze ambulanti come i Tredicine), che il commercio su area pubblica non deve essere messo nelle mani delle SpA. Continua poi affermando che le amministrazioni precedenti non hanno fatto né avviato nulla, per cui loro si ritrovano a non poter ottemperare alle previsioni della Bolkestein, da qui la richiesta di una proroga. E dopo aver dato disponibilità a creare un osservatorio del commercio, a lavorare alle modifiche alla delibera 35, ad effettuare il censimento di tutte le postazioni ambulanti, conclude dicendo che tutti devono fare uno sforzo per far tornare a parlare di Roma come esempio di lustro, al che noi rimaniamo basiti dall’accostamento tra il lustro e la difesa dell’ambulantato romano ma la platea, composta al 99% da ambulanti, parte con un’ovazione gioiosa: hanno chiaramente trovato il loro campione.

Dopo Coia prende la parola Davide Bordoni, di Forza Italia (per chi non ricordasse, assessore al commercio in era Alemanno, nonché principale responsabile dell’invasione dei cartelloni a Roma), il quale fa subito notare che il testo della mozione era diverso da quello concordato in sede di commissione commercio, ma che comunque lui è convinto che il commercio su area pubblica vada tutelato e quindi appoggerà in ogni caso la mozione. L’unico rammarico di Bordoni è che la mozione impegna il Sindaco ad attivarsi presso il governo per modificare la Bolkestein, ma non dà alcun indirizzo agli uffici comunali per l’applicazione della stessa.

A seguire l’intervento di Ignazio Cozzoli, del gruppo misto, che appoggia la mozione nonostante lui si professi un liberale ed apprezzi gli intenti della Bolkestein. Il problema è che invece che prendersela con le categorie più potenti, per Cozzoli i taxi e le “bocciofile del Muncipio II” (si riferisce forse ai circoli sportivi sul lungotevere), la normativa pretende di cominciare da chi cerca di mettere insieme il pranzo con la cena. Applausi dal pubblico anche per Cozzoli.

Prende quindi la parola Alessandro Onorato, della Lista Marchini, ed il livello della discussione sale improvvisamente. Onorato inizia dicendo che sarebbe bello unirsi a tutti questi applausi, peccato però che negli anni si siano visti troppi capipopolo che si sono limitati a parlare, senza fare nulla di concreto né far lavorare gli uffici. La verità, dice, è che il governo cittadino sulla Bolkestein non può fare nulla ed anche quello nazionale può fare poco, per cui se anche la mozione venisse approvata gli uffici non potrebbero fare nulla di diverso. Inoltre, prosegue Onorato, rinnovare tutte le concessioni è sbagliato perché vi è troppo caos nel settore. Non è vero che è tutto a posto e basta fare una proroga, perché vi sono ancora mutandari che nessuno è mai riuscito a toccare (qui il pubblico inizia a rumoreggiare ed ad indirizzare insulti ad Onorato). Cosa c’entrano le multinazionali con le bancarelle, si chiede l’onorevole, ed accusa direttamente la maggioranza di voler tutelare chi li prende per il bavero all’uscita del Campidoglio, avendo di loro paura. Segnala inoltre Onorato che ormai la concorrenza dell’ambulantato è talmente forte da provocare la chiusura di tutti i negozi tradizionali, e fa l’esempio dei fiorai, spariti ormai come negozi e rimasti solo come banchi in strada tutti gestiti da extracomunitari. Quello che si vede per le strade di Roma voi volete sia prorogato di tre anni, si chiede Onorato, ma non eravate quelli che volevano cambiare tutto? Ed infine conclude proponendo di andarli a vedere questi 12.000 titolari di concessioni per il commercio su area pubblica, così magari si scoprirà che in realtà sono molto meno, magari intorno ai 1.500, mentre tutte le altre licenze fanno capo ai soliti pochi nomi che riescono a farne collezione. E qui il pubblico insorge dando ad Onorato del bastardo venduto.

Viene il turno di Orlando Corsetti, che esordisce dicendo di condividere all’80% quanto detto da Onorato. Questa mozione è faziosa ed invotabile, dice Corsetti, aggiungendo di comprendere che gli operatori si riscaldino e pensino che questa mozione sia la panacea di tutti i mali, ma le cose non stanno così. In realtà questa mozione è solo fumi negli occhi degli operatori e tra maggio e luglio 2017 tutte le concessioni a Roma scadranno! Per Corsetti la Bolkestein potrebbe essere un’opportunità sia per la città che per gli operatori, e racconta di essere stato al mercato Esquilino, quello appena chiuso dopo i controlli dell’ASL. Gli altri mercati rionali stanno anche peggio, dice Corsetti, chiedosi quindi come possano farsi i nuovi bandi se i mercati stanno messi così. Tutto questo per dimostrare che una proroga dell’applicazione della Bolkestein è necessaria ma che la mozione così come presentata non è votabile dal PD, perché è solo fumo agli occhi degli operatori.

Parla quindi Stefano Fassina che esordisce con la seguente testuale frase: “La Bolkestein assolutizza il principio della concorrenza, non riconosce standard ambientali e sociali e scarica gli effetti negativi della assolutizzazione della concorrenza sui lavoratori.” (?!?). Fassina è favorevole alla mozione ed anzi invita l’amministrazione a darsi ancora più da fare per bloccare l’applicazione della Bolkestein, anche forzando le regole se occorre. Ed anche Fassina si prende una piccola ovazione dal pubblico presente.

Anche la capogruppo del PD, Michela Di Biase, interviene in discussione, ribadendo che la mozione presentata è invotabile perché impegna il Sindaco in qualcosa che non può essere fatto ma chiedendo soprattutto perché durante la discussione di un tema così importante in aula non siano presenti né il Sindaco né l’assessore al commercio.

 

Si procede quindi alla votazione e questo è l’esito:

bolkestein

Avremo modo nei prossimi giorni di verificare i nominativi dei favorevoli e dei contrari, ma probabilmente tutta l’aula ha votato a favore della mozione eccetto Onorato ed i consiglieri del PD.

 

Evidentemente tutti i consiglieri del M5S hanno appoggiato la mozione Coia, ma l’assenza in aula della Giunta, la mancanza di una benché minima posizione sul tema del Sindaco Raggi, nonché il fatto che il Dipartimento Commercio sta lavorando alacremente all’applicazione della Bolkestein al commercio su area pubblica, fanno pensare che vi sia una frattura all’interno del movimento 5S.

Peraltro, come hanno giustamente sottolineato Onorato, Corsetti e la Di Biase nei loro interventi, la mozione approvata non potrà portare a nulla di concreto, non potendo neanche il governo intervenire su una materia disciplinata dalle normative europee, a meno di non voler affrontare una procedura di infrazione per mancata applicazione di una direttiva comunitaria.

Quella di Coia è quindi una vittoria di Pirro, qualcosa utile solo a scaldare l’animo di qualche ambulante che però ben presto si renderà conto che la realtà non la si cambia con qualche mossa furbetta, com’è stata la presentazione di questa mozione.

La verità è che l’applicazione della Bolkestein non è più rinviabile e ben farebbero tutti a cogliere questa come l’occasione giusta per riformare in meglio un settore oggi immerso nel degrado. La messa a bando di tutte le concessioni consentirà di farla finita con i collezionisti di licenze, mentre i singoli operatori avranno tutte le possibilità di vedersi riassegnata la concessione in virtù della loro anzianità.

Come il M5S sia caduto nella trappola della tutela di interessi corporativi è difficile da comprendere ma è stato certificato dal voro odierno in aula. Resta solo da capire come si comporterà il Sindaco e la Giunta, visto che potrebbero essere chiamati a rispondere, anche economicamente, di un’eventuale mancata applicazione della normativa.

Profondamente delusi dalle scelte del M5S, segnaliamo la piacevole sorpresa di aver trovato in Alessandro Onorato un valido e coraggioso paladino per la difesa del commercio di qualità e la lotta a quello degradato e degradante. Tutti i concetti espressi da Onorato erano perfettamente condivisibili ed il consigliere non ha avuto problemi a squadernarli con fermezza davanti ad una vociante platea di ambulanti. Chapeau!

Anche l’intervento di Corsetti è stato in gran parte condivisibile, avendo lui affermato che la Bolkestein va vista come l’occasione per riformare in meglio un settore che oggi non funziona correttamente. Non siamo d’accordo sulla sua proposta di proroga, preso atto che la situazione al momento non consente ancora di andare a bando su tutto, ma almeno siamo su un buon livello di interlocuzione.

 

Dopo la mozione sulla Bolkestein si è passati all’esame di quella sulla festa della Befana, il cui testo originario diceva:

“Impegno per la Sindaca e  la Giunta affinché verifichino la sussistenza delle condizioni per la pubblicazione di un bando per lo svolgimento della “festa della Befana” in piazza Navona per l’anno 2016/17 nel rispetto di  criteri di qualità e decoro.”

Parte ancora una volta Coia, descrivendo che bei ricordi ha della festa della Befana a piazza Navona, affermando come non sia ammissibile il non avere le bancarelle sulla piazza quest’anno e come invece sarebbe possibilissimo fare.

Seguono altri interventi minori e prende quindi la parola Michela Di Biase, capogruppo del PD, la quale ha buon gioco a chiedere a Coia se ha letto le dichiarazioni dell’Assessore al Commercio, laddove afferma chiaramente che per quest’anno non c’è possibilità alcuna di emanare un nuovo bando.

Al termine dell’intervento della Di Biase si capisce però che c’è stata una modifica al testo della mozione, per cui la stessa Di Biase chiede al Presidente di dare lettura del nuovo testo perché tutti i consiglieri presenti lo conoscano. Tale nuovo testo impegna il Sindaco a predisporre un bando per la festa della Befana dell’edizione 2017 e ad organizzare per quest’anno una “manifestazione culturale” in piazza Navona.

Evidentemente Coia all’ultimo minuto deve averlo capito che non c’era modo di forzare le norme che prevedono almeno 90 giorni di preavviso per il nuovo bando e, forse soddisfatto per aver portato a casa la mozione precedente, deve aver acconsentito a mollare sulla festa della Befana.

Quello che non ci torna è che gli “operatori tradizionali della festa” presenti tra il pubblico non si siano lamentati per nulla, per cui non vorremmo che dietro la dicitura di “manifestazione culturale” si celasse qualche fregatura.

Come al solito terremo occhi e orecchie aperte ma almeno per ora la telenovela della festa della befana appare conclusa.

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3 risposte

  1. Qua il problema non è Bolkestein si o no, è fuorviante parlare di questa direttiva, il problema è arginare considerevolmente il commercio ambulante fonte di degrado, malaffare e illegalità. Ammesso e non concesso che la Bolkestein venga applicata, ci ritroveremmo sempre con 15.000 bancarelle, non abbiamo risolto niente, la soluzione è portare a scadenza tutte le licenze, concesse non si sa secondo quale procedure perché nessuno lo ha mai spiegato, non rinnovarle e mettere a gara un numero limitato di postazioni (500, 1000?) in zone idonee e non su qualsiasi marciapiede. Invocare la Bolkestein fa solo il gioco di chi vuole conservare lo status quo, cioè il M5S (e tutti gli altri)

  2. diciamo che ieri è stato un momento importante verso la proroga…

    Mi sono emozionato nel vedere i 5 stelle combattere le lobby che da anni dettano a giornali e amministratori “le soluzioni migliori”.

    Mi ha emozionato anche Fassina quando ha parlato di sacrifici degli operatori ! Ora m’immagino le lobby impazzite sui propri quotidiani a calunniarci 😉

    PS
    i fischi e le parolacce ad Onorato sono deprecabili ma bisognerebbe fare un riferimento anche alle offese e a volte minacce che sta ricevendo il consiliere Coia su twitter e su facebook .

  3. preferisco non commentare l’incompetenza dei consiglieri comunali sia M5S che di altri partiti, e l’ipocrisia dei medesimi; la presa per i fondelli nei confronti sia dei cittadini che degli ambulanti è evidente. E quando i secondi se ne renderanno conto non vorrei essere nei panni di Coia.
    Faccio, però, un’altra domanda-riflessione:
    se l’atteggiamento ed il comportamento del consiglio comunale sulla questione dell’ambulantato è questo, vedo il serio rischio che domani venga messa in naftalina (e mi pare di capire che sta già succedendo) anche la riforma dei cartelloni.
    Le imprese di quel settore, infatti, potrebbero semplicemente sostenere: perchè gli ambulanti sì e noi no? dovete prorogare o derogare anche l’applicazione della normativa sui cartelloni!

    Su questo blog c’è ancora sulla homepage l’articolo “Se questo è il programma della Raggi, scappiamo da Roma”…….

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