Della mozione presentata in Assemblea Capitolina per impegnare il Sindaco affinché revochi la “relegatio” a Publio Ovidio Nasone hanno parlato diversi organi d’informazione.

Sostanzialmente si tratta di un atto che annullerebbe la condanna all’esilio per il poeta Ovidio, atto che secondo i firmatari della mozione l’Assemblea Capitolina potrebbe legittimamente licenziare in quanto organo idealmente in continuità col Senato ed il popolo di Roma. Ricordiamo che l’esilio di Ovidio fu deciso dall’imperatore Augusto nell’8 d.C.

Il pezzo di Repubblica attribuisce la paternità della mozione al presidente De Vito ed al capogruppo Ferrara, arguendo con una certa perfidia che possano averlo fatto come buon auspicio per il Sindaco in vista dell’udienza del 9 gennaio che lo vedrà alla sbarra per difendersi dall’accusa di falso ideologico.

In realtà la prima firmataria della mozione è la presidente della commissione Cultura dell’Assemblea Capitolina, Eleonora Guadagno, a cui poi si sono aggiunte firme di peso come quelle di De Vito e Ferrara nonchè quelle di altri presidenti di commissione come Coia, Diaco e Penna. Si direbbe quindi una mozione importante se le figure di maggior spicco del M5S in Assemblea Capitolina hanno deciso di sottoscriverla.

 

Come ai consiglieri del M5S sia venuto in mente di far perdere anche un solo minuto all’Assemblea Capitolina o al Sindaco su una questione totalmente campata in aria e che farebbe ridere anche nella città meglio amministrata del mondo, è cosa davvero inspiegabile. Noi siamo sicuri che le pur limitate, si spera, risorse che sono state impiegate per redigere, calendarizzare e discutere un atto del genere sarebbero state meglio spese ad occuparsi di qualcuno dei tragici problemi che attanagliano la città di Roma e su cui l’attuale amministrazione ancora dimostra di non averci capito nulla.

Costringere l’Assemblea Capitolina a lavorare su un atto che non ha alcun fondamento giuridico e che appare, al meglio, come un divertissement di qualche consigliere che evidentemente non sa come passare il tempo, è cosa assolutamente censurabile e dimostra quanto poco abbiano a cuore i consiglieri di maggioranza i gravissimi problemi con cui i cittadini romani combattono ogni giorno.

 

Ed in effetti la presidente Guadagno deve averne di tempo libero da occupare in qualche modo. Non si ha notizia infatti di sue iniziative particolari ed anche l’attività della commissione da lei presieduta, dopo un certo attivismo nella prima metà dell’anno, ha visto un drastico calo a partire da luglio/agosto, con zero sedute a settembre, una sola ad ottobre e nessuna a novembre e dicembre.

E dire che la presidente alla fine dello scorso anno si era data un obiettivo chiaro, ossia riscrivere il regolamento sull’arte di strada a Roma, preso atto che quello vigente, approvato durante l’amministrazione Alemanno, ha dimostrato di essere inefficace, in gran parte inapplicabile ed inviso, per motivi opposti, sia agli artisti di strada che ai residenti del centro storico, ossia coloro che più di tutti subiscono gli eccessi acustici delle esibizioni dei cosiddetti “artisti”.

Per la cronaca, nella scorsa legislatura ci aveva già provato il consigliere Peciola a modificare il regolamento vigente, facendosi interprete essenzialmente delle istanze degli artisti di strada, ma la cosa non andò a buon fine, vuoi per l’inconsistenza della proposta Peciola vuoi per l’improvvisa fine della legislatura.

 

La presidente Guadagno sembrava aver impostato l’iniziativa in modo corretto, decidendo di coinvolgere nella discussione sia i rappresentanti degli artisti di strada che le associazioni dei residenti del centro storico. Entrambe le parti avevano infatti fornito contributi alla commissione affinché si riuscisse a produrre un nuovo testo normativo che consentisse le esibizioni artistiche tutelando nel contempo il territorio, i residenti e gli operatori interessati in qualche modo dalle esibizioni stesse.

A metà marzo si tenne una partecipatissima seduta della commissione cultura con la presenza dei tecnici del dipartimento ambiente e delle rappresentanze degli artisti di strada e dei residenti del centro storico. In quella seduta si assistette ad un acceso, benché sterile, scambio di battute tra le due parti contrapposte, artisti e residenti, mentre i tecnici del dipartimento fornirono alcuni interessanti spunti per una possibile nuova normativa, rendendosi disponibili per formalizzarli al più presto.

Da quel giorno però non si è saputo più dell’iniziativa della commissione. Ogni richiesta di aggiornamento indirizzata alla presidente Guadagno è rimasta senza risposta, facendo pensare all’accantonamento dell’idea di predisporre un nuovo regolamento per l’arte di strada.

A voler pensar male, si può ipotizzare che l’iniziativa fosse partita su sollecitazione degli artisti di strada che apparentemente hanno un buon ascolto da parte di certi ambiti del M5S. Con l’idea di scrivere un regolamento tutto a favore loro, tale infatti era la proposta che hanno sottoposto alla commissione (contenente ad esempio previsioni fantasiose tipo la “diffida ufficiale” da verbalizzare a “coloro che si rendano artefici di segnalazioni del tutto prive di fondatezza”, intendendo le segnalazioni alla Polizia Locale contro artisti di strada in difetto), gli artisti si sono presentati in commissione con una certa spocchia, come se potessero essere loro a dettare le regole.

Avendo però la commissione dovuto tener conto anche degli altri interlocutori, in primis i rappresentanti dei residenti del centro storico, si è creata una situazione in cui le pretese degli “artisti” sono apparse esagerate, quando non completamente strampalate.

Inoltre è probabile che i tecnici del dipartimento abbiano fatto presente come vi siano anche norme di tutela della salute pubblica che non possono non essere considerate quando si disciplinano le esibizioni artistiche in strada.

Insomma, quello che forse qualcuno aveva pensato come un modo per deregolamentare la materia e dare ancor più campo libero ad artisti e pseudo-artisti, si deve essere rivelato molto più ostico del previsto, col rischio anzi di dover rendere la normativa più stringente a tutela della salute pubblica. E quindi la presidente Guadagno deve aver pensato che fosse meglio lasciar stare tutto com’è, mantenendo un regolamento mal scritto, già in gran parte inapplicabile fin dagli inizi ed ulteriormente reso inefficace dalle sentenze del TAR.

 

A ulteriore conferma che la presidente Guadagno non si fa scrupoli a darsi alla macchia anche quando vi sono questioni che attengono precipuamente il suo ruolo istituzionale, vi è l’assurda situazione di piazza della Rotonda, quella antistante il Pantheon, già rappresentata alla presidente Guadagno ma su cui ella non ha ritenuto di fornire alcuna risposta.

Come abbiamo scritto anche recentemente, piazza della Rotonda è considerata alla stregua di qualsiasi altro luogo della città, non essendo stata inserita nell’elenco dei luoghi meritori di particolare tutela previsto dal regolamento vigente. In quell’elenco vi sono piazza Navona, piazza del Popolo, piazza di Spagna, perfino piazza Augusto Imperatore, ma per una svista colossale (a cos’altro attribuire la cosa?) non c’è piazza della Rotonda.

Questo comporta che davanti al Pantheon, che è il secondo monumento italiano più visitato nel 2016, ogni giorno per tutto il giorno si esibiscono gli artisti o pseudo-artisti più disparati, tutti armati di amplificatori potentissimi tenuti sempre al volume massimo. È quindi impossibile visitare il monumento senza dover subire l’accompagnamento violento, quando non proprio cacofonico, di musiche rock di vario genere.

La presenza ininterrotta di invadenti concerti sulla piazza causa inoltre gravi danni a tutti coloro che abitano nelle vicinanze, costretti a subire in casa propria un vero e proprio inquinamento acustico per tutto il giorno, a chi vi opera, come gli alberghi che ricevono continuamente lamentele da parte degli ospiti, ed a coloro che volessero seguire le cerimonie religiose all’interno della basilica, tutte inevitabilmente accompagnate da un fastidioso sottofondo musicale.

Per ridurre drasticamente tutti questi fastidi e per ridare decoro ad uno dei monumenti più preziosi di Roma sarebbe sufficiente approvare da parte dell’Assemblea Capitolina una modifica puntuale al vigente regolamento sull’arte di strada, inserendo piazza della Rotonda nella lista dei luoghi tutelati. Si tratta di un’operazione semplicissima contro la quale non si vede chi potrebbe schierarsi, a meno di dimostrare che il Pantheon meriti una tutela inferiore di piazza Navona o piazza del Popolo.

 

Eppure la presidente Guadagno trova il tempo per l’inutile divertissement su Ovidio ma non quello per l’indispensabile ed urgente tutela del Pantheon.

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