Finalmente qualcuno che chiede le dimissioni di Zaghis

A Roma sta per scoppiare la bomba rifiuti, con responsabilità di Regione e Comune, ma nessuno che chieda conto all'amministratore unico di AMA della Caporetto in corso, a parte uno

La situazione rifiuti a Roma sta esplodendo e lo sanno tutti.

Un allarme simile è stato lanciato diverse volte negli ultimi anni, ma ogni volta l’amministrazione capitolina è riuscita a metterci una pezza guadagnando tempo.

Questa però sembra essere la volta che venga decretata l’emergenza, perché i rifiuti si stanno accumulando di nuovo in tutta la città e con i problemi di smaltimento che sta avendo AMA appare difficile che si riesca a trovare una soluzione seguendo le normali procedure.

Da settimane la Regione Lazio ha messo in guardia il Comune di Roma, preannunciando la nomina di un commissario il 1 agosto se la situazione non ritornerà nella normalità. L’impressione però è che ad agosto Roma non ci arrivi con i rifiuti così fuori controllo, per cui ci si chiede cosa aspetti la Regione ad intervenire.

Non sarà che la patata bollente dei rifiuti romani non la vuole nessuno, Regione inclusa, per cui o prende l’iniziativa il governo nazionale o l’agonia continuerà?

 

La Caporetto sui rifiuti è una delle responsabilità più grandi di Virginia Raggi, nonostante lei continui a scaricare le colpe sulla Regione Lazio, che pure le sue mancanze le ha. Basta andarsi a rileggere il programma della Raggi sui rifiuti del 2016 per rendersi conto che non è stato fatto nulla, zero!

Al riguardo segnaliamo questo articolo di Romatoday che ricostruisce con dovizia di particolari la cronistoria dei rifiuti in era Raggi, con tanto di ripetuti annunci della sindaca che si sono sempre rivelati balle in libertà.

Ma soprattutto, dopo aver cambiato tre assessori all’ambiente e sette (se non abbiamo sbagliato il conto) vertici AMA, come si può pensare di avere il controllo di una situazione che già non era rosea?

E a proposito di vertice AMA, come mai in una situazione ormai prossima ad esplodere nessuno parla dell’amministratore unico di AMA, quel Stefano Zaghis che Virginia Raggi nominò nel 2019 in fretta e furia dopo l’ennesimo vertice AMA dimessosi?

Già al momento della sua nomina Zaghis non appariva certo l’uomo giusto al posto giusto. Fedele “grillino” della prima ora, già portavoce di Marcello De Vito, Zaghis non è stato certo scelto per le sue competenze in materia ambientale, essendosi lui sempre occupato di fondi immobiliari.

Infatti fin dalle sue prime dichiarazioni si colse un’estrema improvvisazione nell’affrontare una questione che farebbe tremare i polsi al più navigato degli amministratori esperti di gestione dei rifiuti. Lo ricordiamo in una delle sue prime uscite pubbliche parlare di “cassonetti intelligenti”, dotati di microchip che avvertono in caso di riempimento, di “internet delle cose”, di “utilizzare la tecnologia ad oggi esistente spingendosi sul limite della frontiera”.

Al tempo ci chiedemmo se Zaghis avesse capito dove fosse capitato, se si rendesse cioè conto della situazione reale sul campo; perché a noi appariva chiara l’assurdità di voler applicare addirittura soluzioni al limite della frontiera tecnologica quando non si riescono a mantenere in uno stato decente neanche i furgoni della flotta AMA.

Anche al netto di tutte le difficoltà nella gestione dei rifiuti, dovute alla mancanza di impianti, senz’altro c’era da fare moltissimo nella gestione del personale all’interno di AMA, stante che la stessa sindaca in un’intercettazione aveva parlato di “sindacati che fanno quel cazzo che vogliono“. Ma evidentemente anche in quello Zaghis non è riuscito a fare nulla.

 

Perché allora nel momento in cui Roma sta esplodendo sui rifiuti tutti si appassionano alle scaramucce tra Comune e Regione per chi ha più responsabilità e nessuno chiede all’amministratore unico di AMA di farsi da parte consentendo a qualcuno più pratico di lui (ci vuole poco) di prendere le redini dell’azienda e guidarla al meglio in un momento tanto drammatico?

In fondo AMA riceve dal Comune di Roma circa 800 milioni di euro l’anno per la gestire dei rifiuti e la pulizia della città, una somma enorme che evidentemente viene dilapidata in mille inefficienze e sprechi tanto da creare la situazione di estremo degrado che tutti possono vedere.

 

In realtà qualcuno che abbia chiesto le dimissioni di Zaghis c’è e non appartiene al ceto politico, laddove della cosa dovrebbero occuparsene i consiglieri di opposizione in Assemblea Capitolina.

Le dimissioni di Zaghis le ha chieste pubblicamente Valerio Carocci, il presidente dell’associazione Piccolo America, lo scorso giovedì in piazza San cosimato durante la presentazione del film con Sergio Rubini e Rocco Papaleo.

Il motivo sembrerebbe minimo a prima vista: la mancata pulizia di piazza San Cosimato alla chiusura del mercato rionale, così da consentire agli spettatori dell’arena serale di non sedere su un pavimento lurido. Ma in realtà la questione è più grave, come spiega Carocci nel suo intervento (cliccare sull’immagine per andare alla pagina di Romatoday col video).

 

 

Stando alle dichiarazioni di Carocci, addirittura Zaghis non risponderebbe neanche alle richieste della sindaca Raggi, che recentemente era andata in visita all’arena di piazza San Cosimato e con Carocci ci aveva parlato.

 

… di fatto l’AMA non risponde alla volontà della sindaca di tenere pulita una piazza dove si svolge un mercato“, afferma Carocci e quindi la domanda sorge spontanea: che santi ha in paradiso ‘sto Zaghis per rimanere al comando di un affare da 800 milioni l’anno mentre tutto intorno a lui va a rotoli?

 

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