Finale di Conference League: una parte di Roma ha già perso, malamente

La partita si tiene a Tirana, ma il Questore di Roma sospende il TPL di superficie per cinque ore in tutta la città per evitare danni ai mezzi. Una dichiarazione di resa che umilia Roma e anche le squadre di calcio cittadine

Questa sera è in programma la finale della UEFA Conference League che vedrà contrapporsi l’AS Roma e il Feyenoord.

Per l’occasione la Questura di Roma ha predisposto un piano sicurezza e viabilità che, tra le altre cose, prevede lo stop della rete di bus e tram di ATAC e Roma Tpl, su tutto il territorio comunale, nella notte tra mercoledì e giovedì, dalle 22 (orario dell’ultima partenza dai capolinea) alle 3. Alle 3, il servizio riprenderà con le linee notturne.

 

In tutta Roma quindi quest’oggi dalle 22 e fino alle 3 di domani non transiterà alcun mezzo di superficie come misura di prevenzione decisa dalla Questura.

Una misura un po’ drastica, si converrà: bloccare gran parte del TPL per cinque ore solo per una partita di calcio!

Ma la cosa più incredibile è che tale partita non verrà disputata a Roma, bensì a Tirana, dove da tempo era pianificata la finale di Conference League.

 

Da quando la notizia è stata comunicata si sono diffusi la sorpresa e lo sdegno su social e media: come può infatti una capitale occidentale accettare il fatto di non essere in grado di assicurare un minimo controllo del territorio in occasione di una partita che si gioca a centinaia di chilometri di distanza?

 

La decisione della Questura sarà probabilmente stata mossa dalla volontà di evitare danneggiamenti ai mezzi del TPL, divenuti ormai una specie di tradizione in occasione di incontri di calcio “caldi”. Qualcun altro ha addirittura paventato l’intenzione di voler dare la possibilità al personale ATAC di vedersi la partita senza l’assillo di assicurare il servizio di trasporto, cosa che davvero ci rifiutiamo di credere.

 

Pur buoni ultimi, ci uniamo però convintamente al coro di sdegno che in tanti hanno intonato su social e media affermando con forza che una città che decide di tenere i mezzi pubblici nei depositi per evitare danneggiamenti da parte dei propri cittadini, in un certo senso la finale l’ha già persa.

Cosa vale infatti battere sul campo di gioco l’avversario se poi a casa propria si accetta di convivere con la legge della giungla, con pochi malintenzionati che fanno talmente tanta paura alle massime autorità di sicurezza da decidere la sospensione per cinque ore del TPL di superficie in tutta la città.

 

L’AS Roma ha deciso di allestire all’interno dell’Olimpico dei maxischermi per assistere alla partita e lo stadio sarà al completo. Questo vuol dire che mentre la squadra dell’AS Roma sarà a Tirana a giocarsi la finale, decine di migliaia di romani saranno costretti ad assaltare in automobile l’area dell’Olimpico, con le consuete scene di occupazione selvaggia di ogni spazio possibile, per evitare alla fine della partita di non avere alcuna alternativa che tornare a casa a piedi.

I lavoratori o i turisti che dalle 22 di questa sera si troveranno del tutto senza TPL di superficie subiranno un odioso danno per il solo motivo che Roma e le sue istituzioni non sono in grado di assicurare un livello accettabile di controllo del territorio.

Per fare un esempio recente, a Milano in occasione dei festeggiamenti per lo scudetto del Milan è stata chiusa la sola fermata Duomo della metropolitana, non è stata appiedata l’intera città.

 

Di sconfitta cittadina trattasi.

Sconfitta per il Questore, che così certifica la sua incapacità di gestire l’ordine pubblico senza bloccare tutto.

Sconfitta per il sindaco Gualtieri il quale, pur non avendo responsabilità nella decisione della Questura (benché immaginiamo che il sindaco sia stato preventivamente sentito), non ha ritenuto di dire una parola su una decisione che getta una pessima luce su Roma. Tra l’altro un modo tanto becero di (non) gestire l’ordine pubblico si palesa in concomitanza con l’istituzione da parte del sindaco del comitato per l’Expo 2030 a Roma, pessimo segnale per chi dovrà decidere a quale città assegnare l’Expo.

Sconfitta anche per l’AS Roma, che evidentemente non fa abbastanza (forse niente?) per indicare ai propri tifosi stili di comportamento che prevedano il rispetto per gli altri, per la cosa pubblica e soprattutto per la propria città. Sarebbe davvero ora di finirla con le squadre che accettano supinamente ogni tipo di comportamento da parte dei tifosi, quando invece potrebbero pretendere atteggiamenti civili da parte di tutti, dimostrando di essere disposti a chiudere gli stadi per isolare i violenti. Sono decisioni impegnative e con risvolti economici molto importanti, ma uno sport sano e florido non può che svilupparsi insieme a tifosi consapevoli che la loro passione va esercitata in positivo per sé stessi e per gli altri.

 

Che le squadre di calcio possano e debbano fare molto di più è stato ricordato anche lo scorso sabato, in occasione dell’ultima partita casalinga della Lazio, allorché uno steward di colore è stato bersagliato con cori razzisti dalla curva dei tifosi. Nella circostanza lo steward è stato spostato in altra postazione, ma dalla SS Lazio ci si aspetta ben altra reazione che mandare un delegato ad accompagnare la vittima degli insulti per la denuncia.

Ai propri tifosi le squadre di calcio dovrebbero spiegare che violenti e devastatori vanno isolati, pena la disputa delle partite a porte chiuse. Ma chi mai avrà il coraggio di fare ciò?

 

Assistiamo oggi all’ennesima umiliazione per Roma e per i romani, segno che la spirale del degrado non è stata ancora neanche arrestata e men che meno si vedono segnali per un’inversione di tendenza.

 

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Una risposta

  1. Sono d’accordo su tutto tranne sulle responsabilità della AsRoma. Potrà essere responsabile per i comportamenti nello stadio ma non può farsi carico anche di ciò che succede fuori

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