Fare opposizione per il PD: ovunque ma non in Assemblea Capitolina

Per censurare i comportamenti della sindaca i consiglieri del PD hanno presentato un esposto al Prefetto, anziché portare la crisi nella sua sede propria, ossia l'aula Giulio Cesare

Ai primi di luglio l’uscita dal M5S dei consiglieri Donatella Iorio, Enrico Stefàno, Angelo Sturni e Marco Terranova ha fatto perdere a Virginia Raggi la maggioranza in Assemblea Capitolina.

Al tempo noi ci chiedemmo se il PD o qualcun’altra delle forze di opposizione ne avrebbe approfittato per sfiduciare la sindaca, togliendole il vantaggio che ha di concorrere per la sua rielezione dalla posizione di privilegio in Campidoglio. Ma come facilmente previsto, nessuno ha deciso di affondare il colpo, lasciando in carica una sindaca sostenuta da una minoranza di consiglieri.

 

Questa anomalia si riverbera continuamente sulla campagna elettorale in corso, soprattutto per quelle formazioni politiche che hanno rappresentanti in Assemblea Capitolina.

Prendiamo il caso di Roberto Gualtieri, il candidato del centrosinistra espresso dal PD. Ogni volta che egli fa una critica all’amministrazione Raggi viene da chiedersi: ma se è tanto male l’attuale amministrazione perché il partito di Gualtieri non trae le dovute conseguenze e presenta una mozione di sfiducia in Assemblea Capitolina?

Prendiamo la denuncia di Gualtieri sugli ultimi bus andati a fuoco:

 

 

 

Il suo appello finale “Fermiamo il degrado di #Roma” potrebbe tradursi immediatamente in una mozione di sfiducia del gruppo PD in Assemblea Capitolina, mozione che avrebbe buone possibilità di essere approvata in aula con la conseguente destituzione della sindaca. Ma niente, non c’è verso che qualcuno del PD prenda l’iniziativa.

 

Negli ultimi giorni lo stesso PD pare aver trovato delle nuove motivazioni per censurare l’operato della sindaca. Le notizie della partecipazione della Raggi a due feste in suo onore in altrettante terrazze di locali, con violazione delle norme che vietano ai locali di somministrazione di fare musica all’aperto, hanno spinto il PD a chiedere conto alla sindaca di questi suoi “infortuni”.

Ma come ha deciso il PD di censurare i comportamenti della Raggi? Forse presentando un’interrogazione o una mozione in Assemblea Capitolina? Nossignore! Il PD si sarebbe rivolto al Prefetto chiedendogli di verificare se la Raggi abbia violato i regolamenti comunali.

 

La richiesta dei dem è proprio quella di verificare se lo svolgimento di una cena, avvenuta in un luogo che è stato oggetto di un atto di Giunta, sia compatibile con i principi di trasparenza, imparzialità, efficienza ed efficacia che sono tenuti a seguire tutti gli attori della macchina amministrativa“.

Questo l’occhiello dell’articolo di Repubblica.

 

Cioè di fronte ad una sindaca che ha fatto precipitare Roma nell’incubo dei rifiuti per le strade, oppure che ha portato l’ATAC sull’orlo del fallimento e contemporaneamente ridotto il servizio di TPL ai minimi termini, i rappresentanti PD in Campidoglio pensano bene di rivolgersi al Prefetto perché verifichi se in un paio di cene la Raggi l’ha fatta un po’ fuori dal seminato.

 

Che poi parrebbe che effettivamente la Raggi si sia prestata a partecipare ad eventi che hanno violato le normative vigenti in materia di emissioni sonore dei locali pubblici. Ma quand’anche fossero questi dei validi motivi di censura, perché non richiamare la sindaca alle proprie responsabilità in Assemblea Capitolina, magari cogliendo l’occasione per formalizzare l’assenza di una maggioranza a suo sostegno?

 

Quest’iniziativa ci ha ricordato un po’ la brutta pagina scritta dallo stesso partito nel 2015, allorché i consiglieri del PD invece che sfiduciare il loro stesso sindaco, Ignazio Marino, in Assemblea Capitolina, si recarono da un notaio per firmare le loro dimissioni.

 

Perché questa continua ritrosia a presentare le proprie ragioni nella sede propria, ossia l’Assemblea Capitolina, dove tutti i cittadini possono prenderne atto e giudicare della loro fondatezza?

Perché ricorrere sempre a vie traverse o loschi sotterfugi?

 

Virginia Raggi non ha più una maggiorana che la sostenga in Assemblea Capitolina e sarebbe cosa buona e giusta che la cosa venisse formalizzata al più presto, anche perché la sindaca in carica ha abbontemente dimostrato di non farsi alcuno scrupolo ad utilizzare ogni suo potere o risorsa per agevolare una sua rielezione.

Insomma, con una sindaca che continua a piegare il proprio ruolo agli interessi personali, anziché a quelli della città e dei cittadini, il suo mandato andrebbe interrotto all’istante, relegandola a concorrente alle elezioni al pari di tutti gli altri candidati.

 

Basterebbe una mozione del PD in Assemblea Capitolina che sfiduciasse la sindaca, ma i democratici continuano a cincischiare inventandosi improbabili esposti al Prefetto e chissà quale altra idea bislacca, tutto pur di non portare la crisi nella sua sede propria, ossia l’aula Giulio Cesare.

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2 risposte

  1. Sembra che il PD abbia presentato un esposto per il malfunzionamento della ferrovia Roma-Lido……..alla “Trenini Lima”

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