Entrare a Villa Pamphili: un’impresa per coraggiosi

Aurelia sosta selvaggia 4

Le immagini sono di “prima”, di come era la situazione qualche anno fa.

Adesso vediamo come è ora, ma se avete in mente quelle pubblicità di diete o creme miracolose nelle quali anonime signore così e così “prima” diventano delle modelle da capocciate al muro “dopo”, beh, qui non è avvenuto.

Quindi se da un contesto che poteva essere considerato inadeguato persino nella periferia est di qualche megalopoli subsahariana, ci si aspettava adesso di passare ad uno spaccato di Svizzera, non è così.

Aurelia sosta selvaggia 2

Aurelia sosta selvaggia

Tutto è rimasto immutato. Nonostante le segnalazioni effettuate a più riprese dalle associazioni di quartiere e le rassicurazioni di interessamento, di sopralluoghi e monitoraggi da parte degli assessorati del municipio non si è mossa mezza foglia.

Situazione atroce era prima, situazione atroce è rimasta.

Vediamo meglio il contesto: siamo su via Aurelia, nel tratto che va da Via Cardinal Pacca fino al primo ingresso al parco di Villa Pamphili.

Stiamo parlando non di un parchetto di periferia ma della più grande e della più frequentata delle ville storiche di Roma, il cui accesso continua ad essere senza marciapiedi, né parapedonali, né alcun tipo di protezione per il pedone. Si è quindi costretti a camminare in mezzo alla carreggiata, spiaccicati contro le auto parcheggiate (in sosta vietata naturalmente, ma questo era scontato) per non essere arrotati dai veicoli in transito.

Aurelia cartello divieto

Aurelia sosta selvaggia 3

Eppure non stiamo parlando di strutture particolarmente complicate ma di semplici marciapiedi. Giocando al ribasso, 100 metri di parapedonali basterebbero per risolvere definitivamente il problema. Adesso, nel paese in cui l’arte dello scaricabarile è elevato al rango di sport nazionale, quale sia l’organo o dipartimento o ente competente in materia è ben difficile da comprendere per il semplice cittadino. Di certo, ogni giorno che passa senza che nessuno intervenga per modificare questa situazione, è da considerarsi un atto di inefficienza criminale da parte dell’amministrazione a cui spetterebbe risolverla. Di tutte quelle che sono passate prima, tanto per non far torto a nessuno, e a maggior ragione di quella di adesso. Un’amministrazione che si vanta di operare per una città a misura di bicicletta e a misura di bambino.

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