Della pochezza, ad essere buoni, dell’attuale assessore alla mobilità di Roma ci siamo occupati più volte, sottolineando l’urgenza di un suo avvicendamento per provare a far partire qualche politica seria sulla mobilità. L’incompetenza dell’assessore nella materia dei trasporti era già nota al momento della sua nomina ma non la sua totale incapacità di ascolto unita ad una supponenza fuori dal normale. Il risultato di una tale miscela di difetti è che in quasi 18 mesi l’assessore Meleo è riuscita solo ad avvicendare un numero imprecisato di amministratori ATAC, a fare qualche corsia preferenziale che gli automobilisti romani hanno ignorato come tutte quelle già esistenti, a realizzare un centinaio di metri di pista ciclabile da tutti giudicata vergognosa, ad avviare una specie di consultazione popolare sconclusionata su un presunto piano della mobilità cittadina che manca del dovuto respiro strategico.

Nel frattempo i pedoni a Roma continuano a morire con frequenza record, la mobilità cittadina è ancora totalmente regolata dalla legge del più forte, invece che dal codice della strada, ogni giorno vi sono linee del trasporto pubblico, spesso sempre le stesse, che devono essere deviate a causa della sosta selvaggia, le aree pedonali sono parcheggi tollerati, ecc.

 

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Linda Meleo

 

Il problema fondamentale della titolare alla mobilità è la mancanza totale di una visione strategica che possa guidare la progettazione e le scelte operative. In realtà questa è una carenza che affligge l’intera amministrazione romana M5S, fatta in generale di apprendisti stregoni privi di competenze e di esperienze ma ben forniti di supponenza e prosopopea.

 

 

L’imbarazzante livello dell’attuale classe politica romana, dove il M5S è in buona compagnia con tutte le opposizioni, è tanto più evidente se lo si confronta con esempi di un passato neanche tanto lontano.

Se ad esempio proviamo a paragonare l’attuale responsabile alla “città in movimento” con l’assessore che più di ogni altro ha inciso sulla mobilità cittadina negli ultimi decenni (e forse in assoluto), ossia Walter Tocci, ci rendiamo conto del percorso all’indietro che abbiamo fatto e di come alle condizioni attuali i problemi della mobilità romana non abbiano alcuna possibilità di essere risolti.

Tocci fu assessore alla mobilità e vicesindaco nelle giunte Rutelli dal 1993 al 2001, quelle in cui fu introdotta la “cura del ferro” nella mobilità cittadina come soluzione all’eccesso di traffico privato che già allora stava strozzando la città.

Per avere un’idea della visione strategica che al tempo si adottava per affrontare i problemi, suggeriamo la lettura di un breve saggio pubblicato sul suo blog personale da Tocci e dal titolo “Ancora la cura del ferro“. Il saggio risale al 2015 e riprende il programma di sviluppo della rete dei trasporti a Roma impostato venti anni prima.

Leggetelo e poi provate a paragonarlo con le storielle che l’attuale titolare alla mobilità in Comune cerca di rifilare sulla sua pagina facebook: siamo sicuri che comprenderete quanto male siamo messi.

 

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Walter Tocci

 

 

Che fare? Ci vengono in mente solo due cose:

a. continuare a sperare che il Sindaco quanto prima si renda conto di quanto male le stia facendo un assessore alla mobilità praticamente inesistente (benché tremiamo al pensiero di chi potrebbe sostituirla, visto il livello degli ultimi innesti in Giunta),

b. mettere il nome di Walter Tocci in cima alla lista dei possibili assessori alla mobilità di un ipotetica “squadra da sogno” con cui si potrebbe provare a risollevare Roma.

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