“Coccinella libera tutti”, una nuova iniziativa per salvare i pini

Un gruppo di associazioni si uniscono per contrastare i parassiti dei pini utilizzando insetti antagonisti. Cittadini che suppliscono al disinteresse delle istituzioni puntando al riequilibrio dell'ecosistema

Abbiamo già parlato di iniziative dei cittadini che, di fronte al disinteresse delle istituzioni per i più recenti parassiti dei pini, si sono fatti carico degli interventi sul patrimonio arboreo di Roma.

Diamo atto di un nuovo progetto, promosso da una serie di associazioni e patrocinato dal Municipio II, col quale si intende contrastare i parassiti con insetti antagonisti.

 

Comunicato stampa
Progetto
“Coccinella libera tutti”

Associazioni promotrici
Amici di Villa Leopardi, Comitato Don Minzoni, Amici dei Pini di Roma,
Parco Mario Riva, Comitato Via Mascagni e Aurelio Volontari decoro Tredicesimo

Patrocinato
Assessorato all’Ambiente Municipio Secondo

La Toumeyella Parvicornis Cockerell, detta cocciniglia tartaruga, ha viaggiato a lungo. Presente da anni in Canada è tenuta sotto controllo dalle basse temperature che ne limitano la riproduzione. Con la globalizzazione e l’aumento degli spostamenti delle merci e delle persone, l’insetto (Hemiptera Coccidae) è giunto ai Caraibi dove ha trovato un clima mite e si è riprodotto ad una velocità tale da fare strage di tutti i pini. Nel 2014, è approdato in Campania, dove non ha trovato alcun controllo, né tanto meno un ecosistema in grado di contrastare con antagonisti naturali la veloce diffusione che oggi ha raggiunto il Lazio e Roma Capitale.

La poca cultura della protezione del nostro patrimonio arboreo ha impedito di bloccarla sul nascere e l’utilizzo per decenni di troppi prodotti chimici, che hanno alterato l’equilibrio naturale dell’ecosistema, hanno favorito la diffusione della cocciniglia tartaruga, mettendo a rischio il nostro intero patrimonio di Pinus pinea. Inoltre, se il pino di Aleppo risulta resistente alla cocciniglia tartaruga, viene però raggiunto da quella farinosa, uccidendolo ugualmente.

Al momento si sta facendo ricorso all’endoterapia mentre un gruppo di associazioni romane hanno deciso di intraprendere la non semplice via biologica del ripopolamento del nostro ambiente con insetti antagonisti. Per la cocciniglia farinosa si tratta della Crypolaemus Montrouzieri e per la cocciniglia tartaruga dell’Exochomus Qaudripustulatus. Il progetto, ideato dagli Amici di Villa Leopardi, dal Comitato Don Minzoni, dagli Amici dei Pini di Roma, dal Parco Mario Riva, dal Comitato di Via Mascagni e da Aurelio Volontari decoro Tredicesimo (Comitato Scientifico Dott. Agr. Alessandro Garuti e Dott. Agr. Gino Francesco Vannucci), nasce con la primavera e porta il nome di “Coccinella libera tutti”.

Patrocinato dall’Assessorato all’Ambiente del Secondo Municipio di Roma, il progetto si pone l’obiettivo ambizioso di restituire equilibrio e capacità naturali di autoregolamentazione nella coesistenza di sistemi vitali presenti nell’ambiente. Informazione e Azione sui quali si concentreranno le associazioni e tutti coloro che via via decideranno di unirsi al percorso che comprenderà anche quello di incentivare la ricerca in materia di antagonisti e di “specie” resistenti.
Informazione: per far conoscere il fenomeno e i rimedi biologici; per sensibilizzare l’opinione pubblica nella necessità di proteggere maggiormente il nostro ambiente ed in particolare il nostro patrimonio arboreo; per creare sinergie indispensabili al miglioramento della qualità della vita dei nostri alberi e delle nostre piante.

Azione: organizzando le attività di raccolta fondi, l’acquisto delle coccinelle antagoniste ed effettuando “lanci” periodici, dalla primavera all’autunno, per posizionare le coccinelle sugli alberi malati. La pagina facebook “Coccinela libera tutti” raccoglierà le donazioni, risponderà alle richieste di informazione e organizzerà, periodicamente, eventi per raccontare dal vivo le attività e per tornare a sorridere guardando ai nostri alberi con serenità, senza temere per la loro sopravvivenza.

 

https://www.facebook.com/coccinellaliberatutti
coccinellaliberatutti@gmail.com

 

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Una risposta

  1. Per un approccio agroecologico alla cura del verde pubblico,
    di Giuseppe Altieri
    https://www.periegeta.it/it/2021/04/per-un-approccio-agroecologico-alla-cura-del-verde-pubblico-documento-dellagroecologo-giuseppe-altieri/
    Abbattere o “vaccinare” chimicamente gli alberi: è questo è il problema (?)
    di Anna Bruno
    https://www.periegeta.it/it/2021/04/stanno-abbattendo-i-pini-di-roma-o-li-trattano-con-inutili-endoterapie/

    COMMENTI E RISPOSTE DI GIUSEPPE ALTIERI

    Cesare F. Greco
    27/04/2021 a 20:51 Rispondi
    Mi permetto di esprimere una opinione differente dal prof. Altieri, non tanto perché sia da ritenersi sbagliata, anzi, piuttosto perché non adatta al problema contingente.
    La lotta biologica con organismi antagonisti, che siano insetti o bacilli o altro, è una pratica difficile e sacrosanta, che ha bisogno dei suoi tempi per essere perfezionata ma anche per essere efficace.
    Se parliamo dei Pinus pinea di Roma, attaccati ormai da un paio d’anni dalla Toumeyella parvicornis (cd. “cocciniglia tartaruga”), purtroppo siamo in grave ritardo, in quanto molti esemplari stanno già morendo, completamente anneriti dalla fumaggine che segue gli attacchi della Toumeyella, e quasi tutti i pini del centro storico di Roma, a partire da Via dei Fori Imperiali per esempio, sono in questo momento sotto forte attacco. Ho visto con i miei occhi la melata scendere a pioggia sotto quei poveri esemplari.
    Sinceramente allo stato attuale, pur augurandomi con altre tempistiche di veder lavorare la lotta biologica, magari in seguito proprio sugli stessi pini, non vedo altra soluzione della endoterapia, dal 1 maggio autorizzata sui pini con abamectina, che non si disperde nell’ambiente e pare abbia dato eccellenti risultati durante la sperimentazione condotta nei giardini vaticani. Il costo non è proibitivo (100 euro circa a pianta, forse meno – se riferito a un discreto numero di piante) per i due trattamenti necessari nell’anno, e il risultato – se eseguita con perizia – è immediato, nel giro di pochi giorni si eliminano il 90% delle cocciniglie.
    Siamo in emergenza, se non facciamo così tra un anno o due non avremo più pini a Roma, se non morti in piedi, a quel punto veramente pericolosi e pieni di fumaggine, una vera catastrofe dal punto di vista ambientale, paesaggistico ed economico.
    Bisogna intervenire immediatamente con la endoterapia per salvarli in emergenza, poi penseremo alla lotta biologica con coccinelle o altri antagonisti, che per ora non ce la potrebbero assolutamente fare a contenere questa infestazione così diffusa e pericolosamente veloce.
    Cordialmente

    CFG
    27/04/2021 a 21:06 Rispondi
    Aggiungo: il vero problema è che invece di curare i pini ammalati, con lotta biologica o endoterapia (che non è un vaccino!), il Servizio Giardini non sta provvedendo ad altro che ad abbattimenti e potature, come se non si sapesse che i pini sono parte integrante e fondamentale del patrimonio storico e ambientale di Roma, ne caratterizzano il paesaggio dai tempi della classicità.
    Quando a Roma non ci saranno più pini di chi sarà la colpa? Chi si sobbarcherà gli enormi costi??
    Perché non provvedere quando – ancora per poco – potremmo fare in tempo?

    Prof. Giuseppe Altieri
    28/04/2021 a 20:59 Rispondi
    Gentile Cesare Greco, sono chiare le pesanti responsabilità di chi ha trascurato il problema della Cocciniglia dei Pini in Italia, che rappresentano un patrimonio paesaggistico Costituzionalmente tutelato (Art. 9) e assolutamente da preservare e non abbattere, nella tutela della Salute e dell’uso razionale del suolo (Art. 32, 44 Costituzione). E’ questa materia per la Magistratura e la Cittadinanza che in un paese civile valutano, denunciano e giudicano.
    Ma pur nell’emergenza, bisogna dire che la legge (D.lgs.150/2012 di recepimento della Direttiva UE sull’Uso sostenibile dei Pesticidi) parla chiaro. Dal 2014 in Italia come in tutta europa è obbligatoria la difesa integrata che prevede l’impiego prioritario e obbligatorio di tutte le tecniche alternative Agroecologiche disponibili di tipo biologico, meccanico, fisico, biodiversità funzionale e insetti utili, introdotti, prodotti autorizzati in agricoltura biologica, ecc. prima di poter consentire l’impiego di sostanze chimiche come Abamectina, la quale purtroppo non rimane solo dentro le piante, bensì si disperde nell’ambiente attraverso le melate e il corpo degli insetti con apparato pungente che la assumono, come le cocciniglie in questione. Danneggiando Api e pronubi selvatici e gli insetti utili parassitoidi (i cui adulti si nutrono proprio delle melate mentre inseriscono le uova nel corpo delle cocciniglie di cui si nutre la progenie… assumendo abamectina e quindi rimanendo danneggiata…); e, infine, anche i predatori che si nutrono direttamente delle cocciniglie bioaccumulando i residui chimici nel loro corpo, riducendo in sostanza la propria fertilità. Ciò, unitamente all’instaurarsi di resistenza da parte delle cocciniglie che hanno una grande prolificità, rende vana in breve tempo l’efficacia momentanea delle endoterapie che ostacolano anche il controllo biologico, come ho spiegato nel mio articolo, cosi come è successo in 70 anni di storia chimica della difesa delle piante, laddove troppo spesso si è “usata la causa… per combatterne le conseguenze”… In una spirale perversa, illogica e sempre più anacronistica, che ha devastato la biodiversità funzionale degli ecosistemi (organismi utili), la salute umana ed animale, l’ambiente nel suo complesso.

    E’ per questo che nella Decisione CE del 30-12-1996 All. 1 vennero definite le norme OILB sulla Difesa Integrata delle coltivazioni, presentate dal sottoscritto al Convegno COLIBRI-OILB di Marzo dello stesso anno alla Borsa Merci di Bologna definite dai massimi esperti Universitari internazionali e poi approvate… ma mai applicate a dovere… Dopo 25 anni di illegittimità diffusa è necessario che tutti i cittadini e le istituzioni reagiscano a dovere a questo “status quo”, rafforzando l’opera di educazione e ripristino della Corretta Norma.
    I dati sulla tossicità dell’Abamectina nei confronti degli organismi utili, non solo insetti, bensì anche uccelli, rettili, anfibi, mammiferi ecc. sono chiari (ISPRA), e in ambiente urbano e/o frequentato dalla popolazione l’impiego delle sostanze chimiche è di fatto interdetto, trattandosi di aree particolarmente sensibili per i rischi a carico della salute.
    E in ogni caso, vista la necessità di gestire l’emergenza, con un costo previsto che Lei indica di 100 € a pianta per le dendroterapie chimiche, possiamo acquistare ben 2.000 larve di Coccinelle predatrici (Criptolaemus montrouzieri), sufficienti per almeno 3-4 pini !!… se iniziamo presto le introduzioni dei predatori. Che, unitamente alle altre tecniche biologiche impiegabili sulla chioma con sostanze biologiche, lavaggi con saponi potassici, oli naturali, microrganismi utili e corroboranti, potature intelligenti, ecc. possono consentire il salvataggio dei Pini anche in condizioni gravi. Soprattutto senza compromettere l’insediamento degli insetti parassitoidi e predatri indigeni e in particolare di quelli esotici da importare prima possibile con un programma di ricerca ad hoc, al fine di ripristinare l’equilibrio nel lungo periodo. Come dimostrano duecento anni di Lotta Biologica con successi evidenti, come nell’ultimo caso del Cinipide del Castagno ormai in via di risoluzione definitiva.
    In sostanza non saranno le punture a salvare i Pini (così come gli esseri Umani, parafrasando l’ironia della Dr.ssa Anna Bruno sui “Vaccini” per le piante nell’era del Covid) che appaiono come le “chemioterapie a un malato terminale”… bensì l’intelligenza e le giuste cure Agroecologiche “sinergiche”.
    Facciamo squadra e creiamo un Coordinamento Agroecologico e iniziamo a lavorare al meglio tutti insieme, formando in maniera adeguata il servizio giardini per un “Progetto Pilota Agroecologico Avanzato” applicabile a tutta l’italia… “giardino d’Europa”.
    E chiediamo ai sindaci di vietare la vendita dei prodotti chimici antiparassitari di sintesi, in primis in ambiente urbano (per zanzare, mosche, formiche, scarafaggi, ecc) e dei disseccanti (Glifosate e similari, sostituibili dal semplice ed efficacissimo Aceto) per i danni generali, avendo a disposizione alternative biologiche che ci consentono di salvaguardare la biodiversità “funzionale” la stabilità e il benessere del Verde pubblico e privato, come dell’Agricoltura hobbistica e professionale.
    Rammeno inoltre che un prodotto chimico, oltretutto autorizzato in deroga, non può essere usato se non in casi veramente eccezionali e attenta valutazione delle soglie di danno, in ogni caso dopo aver esaurito tutte le tecniche alternative disponibili di tipo Agroecologico, obbligatorie e prioritarie.
    E’ già troppo tardi… e la malagestione fitosanitaria ha creato troppi danni, compromettendo oltre alla salute Umana e ambientale anche le stesse piante, come nel caso delle palme distrutte dal Punteruolo e soprattutto del drammatico scempio degli Ulivi secolari del Salento… Per non aver ascoltato la voce degli Agroecologi… rimasta sin quì senza risposta.

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