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Un’immagine del vecchio lunapark del Luneur

 

Il Luneur era il vecchio parco divertimenti di Roma, il più antico d’Italia. Nato nel 1953 per la Fiera dell’Agricoltura, fu aperto periodicamente negli anni successivi fino al 1960, anno delle Olimpiadi a Roma, quando si decise che sarebbe rimasto sempre aperto.

Nel 2007, preso atto della profonda crisi della struttura e volendo adottare le politiche economiche dei parchi divertimento più moderni, fu introdotto il biglietto d’ingresso che comprendeva alcune attrazioni del parco, mentre per altre occorreva pagare singolarmente. Purtroppo il tentativo non riscosse il successo sperato e nell’aprile 2008 il parco venne chiuso definitivamente.

Negli anni successivi si sono succedute periodicamente ipotesi di riapertura del parco ma senza che si concretizzasse nulla di serio.

Poi nel gennaio di quest’anno esce d’improvviso la notizia che il Luneur riaprirà a breve con nuove attrazioni e nuove modalità d’ingresso. L’Amministratore Delegato di Luneur SpA spiega nell’articolo l’ambizioso programma di apertura: fine lavori a marzo, apertura del parco a giugno e nuove attrazioni “adrenaliniche” a settembre.

A febbraio è la volta del Corriere a dare la notizia della riapertura del parco. Curiosamente nell’articolo si riporta lo stesso programma che prevede la fine lavori a marzo, ma la giornalista non deve aver pensato di farci un salto sul luogo, perché altrimenti si sarebbe resa conto che non si sarebbe mai fatto a tempo, visti i drammatici ritardi nei lavori. Il Corriere scomoda anche il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, per ottenere un commento sulla cosa, il quale afferma: “La riapertura del Luna Park è un fatto positivo per la città, in un quadrante, l’Eur, che con l’Acquario, la Nuvola di Fuksas e il restauro di alcuni palazzi, si rimetterà in moto“. Peccato però che della riapertura non si veda invece traccia.

Agli inizi dell’aprile scorso vi è infine l’iniziativa di un consigliere regionale, Michele Baldi (eletto nella Lista Zingaretti), che fa un sopralluogo nell’area del parco dimostrando che le scadenze annunciate non sono state rispettate.

Oggi tutta l’area è ancora racchiusa da un’alta ringhiera metallica e chiusa alla vista. Da qualche pertugio abbiamo rubato le seguenti immagini.

 

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A giudicare da queste immagini non si vede come il parco possa riaprire nei tempi preannunciati, ossia a maggio-giugno di quest’anno. Ragionevolmente ci vorrà molto più tempo ma soprattutto il mancato rispetto delle previsioni fa pensare che possano essere sopraggiunti nuovi problemi, per cui potrebbe essere rimesso in discussione il progetto nel suo complesso.

È per questo motivo che abbiamo scelto oggi di trattare del Luneur nella nostra rubrica della Città in Rovina, pur sapendo che per esso la rovina, già durata quasi dieci anni, si supponeva essere stata scongiurata.

L’auspicio è che si risolva tutto in un ritardo nella tabella dei lavori e che finalmente la città possa riavere il parco divertimenti dove moltissimi dei suoi cittadini tra i 20 ed i 60 anni hanno sperimentato le prime attrazioni ludiche. Rimane però il timore che anche in questo caso il degrado l’abbia vinta ancora una volta.

 

 

Cliccare qui per le precedenti puntate di Città in rovina

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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