Cartelloni: il confronto tra la tangenziale di Roma e altre città europee

A due settimane dall’approvazione definitiva del nuovo Piano del Traffico Urbano – contenente importanti migliorie alle politiche di mobilità alternate a qualche inevitabile elemento di perplessità – relativo alle cosiddette isole ambientali nel Tridente – ritorniamo a parlare di un altro piano regolatore, quello dei cartelloni (PRIP).
Varato quasi un anno fa – dopo una lunga battaglia delle associazioni cittadine – il PRIP ha lentamente iniziato a dispiegare i suoi effetti benefici. A cominciare dalla riduzione del formato massimo dei cartelloni – dal 4×3 al 3×2 – la cui presenza sul territorio viene modificata dai  piani di localizzazione che ne indicano la nuova posizione nel rispetto del Codice della Strada, delle distanze minime tra impianti e delle norme a tutela del paesaggio e dei beni culturali.
I piani di localizzazione rappresentano dunque la prima fase dello storico processo di riordino della cartellonistica a Roma: non potevano mancare i ricorsi delle ditte favorevoli allo status quo, fortunatamente bocciati dal Tar che si è espresso in questo caso a favore della città, dopo gli inqualificabili provvedimenti che annullano i rincari delle strisce blu e la pedonalizzazione del Foro di Traiano e, non dimentichiamolo, a poche settimane dall’accoglimento del ricorso dei balneari contro l’apertura degli varchi sul “lungomuro” di Ostia.
Sulla delibera di affidamento dei piani di localizzazione ad AequaRoma dunque, nessuna sospensiva; e dopo la presentazione del piano del VII municipio, l’assessore alla Roma Produttiva, Marta Leonori, conferma che l’iter prosegue a passo spedito verso l’approvazione dei 15 piani di localizzazione – uno per municipio – e l’assegnazione di questi attraverso gare pubbliche da svolgersi entro la fine dell’estate.
Non vediamo l’ora di viaggiare su arterie stradali libere dalla selva di cartelloni. Prendiamo esempio dal tragitto di chi percorre le strade a scorrimento veloce. Intasate di cartelloni di ogni forma e dimensione che si susseguono uno attaccato all’altro a distanza di pochi metri. Anche al centro della carreggiata, dentro ai guardrail. Tutto questo per i romani è normale paesaggio urbano.
Qui siamo a Viale del Foro Italico sul tracciato della Tangenziale Est.
Set 007 Spectre 308
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Prevediamo l’obiezione: “ma è così in tutte le strade ad alto scorrimento d’Europa!”.

Potendo disporre di uno strumento utile come google street view, abbiamo preso alcune foto recenti di autostrade urbane di tre grandi capitali d’Europa.

Iniziamo dal Boulevard Périférique di Parigi.

Boulevard 3

Nessun cartellone nei tratti senza fabbricati.

Pochissimi e tutti uguali, dello stesso formato e allineati in modo simmetrico, su alcuni edifici.

Boulevard périphérique 2

Proseguiamo col Berliner Ring di Berlino, per l’appunto.

Bundesautobahn 10
Berliner Ring, niente cartelloni e barriere senza graffiti vandalici

 

Arriviamo alla circonvallazione M-30 di Madrid.

Madrid M-30 2

 

Allora, vedete tutti questi cartelloni a Parigi, Berlino, Madrid?

Sarà che solo a Roma stanno ai lati e al centro delle strade a scorrimento veloce?

Crediamo di sì…

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Guidare a velocità folle e in stato di ebbrezza, a Roma ancora si può senza rischiare nulla.
L’investimento dei 3 agenti di Polizia Locale conferma le strade romane come terra di nessuno, con controlli scarsi e inefficaci.
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Non bella la chiusura alle risposte nei post ma ripostiamo aiutandola anche in visibilità.
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In Italia ogni anno sfuggono al recupero 8 miliardi di bottiglie di plastica. Il ruolo del DRS, Deposit Return System. Costa (ex ministro Ambiente): “Il deposito cauzionale ci porterà al 90% di riciclo” #ambiente #riciclo @abuonrendere

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