Verde pubblico: il nuovo regolamento unica nota positiva in mezzo all’abbandono

 

In una città devastata dal punto di vista del verde urbano, l’unica buona notizia arriva dall’approvazione da parte della Giunta del Regolamento del Verde. Il testo dovrà andare in assemblea capitolina e lì potrebbe subire delle modifiche, ma le linee guida generali dovrebbero restare confermate.

E’ da tempo che Roma aspetta un Regolamento che dia uniformità al magnifico patrimonio di ville storiche, piante e alberi. Fino ad oggi, infatti, ogni operatore del Servizio Giardini, ogni cooperativa che lavora in appalto, ogni manutentore privato poteva agire autonomamente senza un criterio. E così poteva capitare che i prati e gli alberi di un parco di Roma est subissero un trattamento antiparassitario di un certo tipo e quelli di Roma ovest di un altro tipo. Oppure che le potature artistiche a piazza delle Cinque Giornate si facessero in un modo e quelle sotto al Campidoglio in un altro. Insomma era tutto lasciato alla libera iniziativa degli operatori senza un metodo unico che potesse dare sicurezza e garantire qualità degli interventi.

Il nuovo Regolamento andrà ad incidere sulla tutela delle biodiversità (pensiamo solo al Parco Regionale del Pineto che contiene un numero altissimo di specie con esigenze particolari di cura); sulla conservazione dei parchi e delle aree naturali protette; sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulla partecipazione dei cittadini.

 

Su quest’ultimo punto finalmente si fa chiarezza sul ruolo che i cittadini possono avere nella gestione del verde. Ormai sono migliaia i comitati e le associazioni che hanno sostituito il comune nella cura degli spazi pubblici. Non solo i celebri affiliati a Retake, ma tantissimi gruppi locali che innaffiano, potano, sfalciano e puliscono. Per loro il Regolamento prevede la possibilità di fare le pulizie, la manutenzione degli arredi, il taglio dell’erba, la custodia, la sorveglianza ma non la potatura degli alberi. Questa resta riservata agli operatori specializzati per ovvii motivi di sicurezza. Per tutto il resto, il cittadino singolo o associato, può presentare domanda e diventare il curatore/manutentore di un’aiuola, un giardinetto, un parco. L’assicurazione, ritenuta obbligatoria, sarà a carico del Comune nel caso di Enti o Associazioni No Profit, mentre dovrà essere pagata autonomamente dai cittadini nel caso di Comitati di Quartiere o singoli.

Positivo il parere della Coalizione per i Beni Comuni che ha collaborato alla stesura del testo: “Il contenuto – si legge sulla loro pagina Facebook – riprende quello della proposta di iniziativa popolare presentata il 30 aprile del 2018. Esso è dunque una bella sorpresa per tutti i romani che amano la propria città e che vorrebbero prendersene cura”.

Altra novità importante del regolamento riguarda il montaggio di chioschi e dehors. Dovranno seguire istruzioni precise sia sulla tipologia di chiosco, sia sui doveri del gestore del chiosco relativamente alla pulizia da tenere, agli spazi da occupare, etc.
Le aree per cani, le aree giochi e i giardini delle scuole seguiranno delle linee dettagliate sulla manutenzione degli arredi e sulla loro tipologia.

Inoltre vengono disciplinate le donazioni da parte di privati come, ad esempio, quelle dell’associazione che si prende cura del verde di piazza Don Giovanni Minzoni. Ultimo aspetto, ma non meno importante, riguarda i cantieri stradali: troppo spesso, in occasione di lavori sul sottosuolo, gli alberi e le piante vengono sradicati senza seguire nessuna regola mentre adesso le ditte dovranno attenersi ad una normativa precisa che permetterà, quando possibile, di salvare la pianta oppure eventualmente sostituirla con una uguale.

 

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Area verde intitolata a Willy Montero ma ugualmente abbandonata. Apprezzabile l’idea del MunicipioI di dedicare a Willy il giardinetto di via Guglielmo Pepe, ma possibile che neanche in questo caso si riesca a mantenere un minimo di decoro? #fotodelgiorno

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