Una domanda per l’assessore “porchetta e romanella”

Non ce ne vorrà l’assessore Cafarotti se lo apostrofiamo con quelli che apparentemente sono i due prodotti tipici che a lui mancano della festa della Befana di una volta.

Per chi non lo sapesse, Carlo Cafarotti è dallo scorso maggio l’assessore al commercio di Roma Capitale, subentrato all’uscente Adriano Meloni. Quest’ultimo quando lasciò la poltrona dichiarò di aver gettato la spugna dopo che il M5S aveva regalato la festa della Befana alla ben nota famiglia di operatori ambulanti a Roma, i Tredicine.

Proprio sulla festa della Befana è stato intervistato l’assessore Cafarotti l’altro giorno da Romatoday, e le sue dichiarazioni non hanno mancato di sorprendere i più, noi in primis.

Rimandiamo alla lettura dell’articolo per apprezzare, si fa per dire, le parole dell’assessore.

Noi non solo siamo di parere opposto al suo, per quello che conta, su praticamente tutto ma troviamo le sue dichiarazioni contraddittorie e, cosa più grave, di uno spessore talmente scarso da suggerire l’immediata sua sostituzione con qualcuno che abbia una minima idea di come potrebbe e dovrebbe essere il commercio a Roma.

 

Partiamo dalla porchetta e dalla romanella segnalando all’assessore che il cibo di strada ha fatto passi da gigante anche a Roma e se solo si riuscisse ad aprire qualche varco nell’impenetrabile impero degli ambulanti tradizionali si potrebbero fare e vedere cose egregie. Idem dicasi per l’offerta enologica, che da diversi decenni ha superato il concetto di “romanella” arrivando ad offrire vere e proprie eccellenze locali. Ovviamente l’assessore è padronissimo di continuare a dilettare il suo palato con porchetta e romanella, ma magari sarebbe meglio evitare di farlo a piazza Navona, scenario degno di ben altri livelli di prodotto. Ma soprattutto, qualcuno dica a Cafarotti che la poltrona che occupa lo obbligherebbe a mettere da parte i suoi (discutibilissimi) gusti personali per cercare di elevare l’offerta commerciale cittadina ai massimi livelli, per il godimento di cittadini e turisti ed il massimo ritorno economico per gli operatori.

 

L’assessore si lamenta poi che l’allestimento “è un po’ spoglio” e dice che si stanno attivando per cercare di apportare delle migliorie, magari aggiungendo delle luminarie. Non ci si accontenta quindi di fare poco e male nella gestione del commercio cittadino, ma addirittura ci si vorrebbe cimentare nell’abbellire una festa della Befana praticamente irrecuperabile, il tutto per colpa di operatori che non sanno neanche dove siano di casa bellezza e decoro ma che in virtù dell’anzianità accumulata risultano inamovibili.

 

Riguardo proprio la questione dell’anzianità degli operatori l’assessore Cafarotti è assolutamente convinto che non vi sia nulla di male, che essa non rappresenti alcun problema. Alla domanda sul perché l’amm.ne non abbia modificato la tipologia della manifestazione da “fiera” a “festa”, potendo così depotenziare molto il criterio di anzianità, Cafarotti risponde che così si sarebbe tradito l’animo stesso del mercatino, dichiarazione che lascia semplicemente basiti.

Sarebbe interessante sentire dalla viva voce dell’assessore la spiegazione del perché se da un punto di vista puramente formale, normativo, si passasse da fiera a festa la manifestazione risulterebbe snaturata, ma temiamo che mai avremo un tale privilegio.

 

Bellissima poi l’affermazione “D’altronde i player del commercio su area pubblica non sono tanti“, tanto bella da chiedersi se l’assessore fa il furbo o non ci arriva proprio. Come vuole infatti Cafarotti che aumentino i “player del commercio su area pubblica” a Roma se l’amministrazione di cui fa parte continua a difendere sempre le stesse lobby (ad esempio garantendogli il criterio di anzianità, come da lui stesso affermato) fino a rischiare le multe dall’Europa per non voler applicare la direttiva Bolkestein?

 

Inoltre quando la giornalista gli fa notare che dai banchi dell’opposizione il M5S tuonava contro la lobby dei camion bar e dell’impero dei Tredicine, mentre ora li agevola in tutti i modi, l’assessore risponde serafico:

Detto questo per me gli operatori sono operatori, non hanno nome e cognome. Si fa un bando nel migliore dei modi, il resto è una conseguenza.

 

Peccato che è proprio della “conseguenza” che ora Cafarotti si duole, di una festa della Befana che a dir poco mette tristezza, per non dire che fa proprio schifo.

Quello che però preoccupa è dover prendere atto di avere a Roma un assessore al commercio che non solo dimostra una certa pochezza in termini di gusti (per quanto essi possano essere discutibili) ma che si rassegna ad uno stato di cose poraccista e straccione, come se non ci fosse modo di accompagnare l’offerta commerciale di Roma verso livelli più elevati in termini di soddisfazione della clientela e guadagni per gli operatori, proprio a partire da piazza Navona.

 

Giova qui ricordare che una manifestazione simile a Milano viene gestita con un bando unitario che lo scorso anno portò nelle casse del Comune circa 350.000 euro. Il vincitore del bando si occupa poi di costruire le strutture, potendo a quel punto predisporre un allestimento unitario ed il più possibile prestigioso, al fine di massimizzare l’affitto delle singole postazioni, che a loro volta non vengono assegnate per anzianità ma a chi è in grado di offrire il meglio in termini di qualità e ritorno economico.

Fantascienza per Roma, la normalità a Milano. Anzi no, una cosa simile è stata fatta per il mercato della Coldiretti di S. Teodoro, vicino al Circo Massimo, che pare funzionare egregiamente. Perché allora non lo si è voluto fare anche per piazza Navona? Forse perché così qualcuno avrebbe perso il preziosissimo vantaggio dell’anzianità? Come si dice, a pensar male …

 

Qualche considerazione infine sull’ultima frase dell’intervista:

La narrazione che i giornali fanno dei Tredicine, a volte, trascende il discriminatorio“.

Qui l’assessore potrebbe anche avere ragione ma davvero gli sembra il caso di perdere tempo a difendere chi è titolare di un impero, presente ai vertici delle associazioni di categoria e fino a non molto tempo fa anche inserito ai vertici della politica romana?

Detta in altri termini, noi siamo sicuri che i Tredicine sanno difendersi benissimo da soli, da decenni anzi dimostrano di essere formidabili a difendere i propri interessi (cosa assolutamente legittima, ovviamente) senza che l’assessore al commercio di Roma Capitale debba spenderci neanche un secondo del proprio tempo.

Al contrario, se l’assessore Cafarotti dimostra tanto pathos nei confronti di certi operatori, fa venire il dubbio che lui abbia una preferenza per costoro che, per quanto essa sia legittima nell’uomo qualunque, nel caso del titolare al commercio cittadino sarebbe quanto meno fuori luogo.

 

E allora eccoci a fornire noi all’assessore Cafarotti la maniera di dimostrare di essere super partes, di badare solo all’interesse pubblico ed al corretto funzionamento delle norme in maniera di commercio a Roma.

C’è una situazione a cui noi non riusciamo a non pensare continuamente e guarda tu il caso riguarda proprio la famiglia di operatori ambulanti che l’assessore ritiene a volte discriminati. L’ultima volta ne abbiamo riparlato una decina di giorni fa, cercando di sollecitare il Municipio o l’assessore Cafarotti stesso o anche la Sindaca a fare luce sul mitico banchetto di caldarroste di via Condotti, angolo piazza di Spagna. Per i dettagli della questione rimandiamo al pezzo indicato ma in sostanza sembrerebbe che quel banchetto operi dal lontano 1996 in virtù di una sospensiva del TAR che il Comune di Roma “dimenticò” di contestare.

Ci sarebbe quindi la possibilità che un operatore commerciale eserciti nel luogo più esclusivo di tutta Roma senza averne titolo.

 

Ci riesce l’assessore Cafarotti ad approfondire questa questione, con la speranza che a noi sia sfuggita qualche procedura che nel frattempo abbia sanato la situazione creatasi oltre 20 anni fa?

 

Nel malaugurato caso che l’assessore anche questa volta non voglia dare riscontro alla nostra richiesta, avremmo forse torto noi a pensar male di lui e del rapporto che evidentemente ha col mai abbastanza vituperato ambulantato romano?

 

 

P.s.: il fatto che Cafarotti sia lo stesso assessore che continua a tenere bloccata la riforma degli impianti pubblicitari, impedendo per di più a Roma di avere finalmente un servizio di bike sharing, non fa che peggiorare la considerazione che chi scrive ha di lui (per il poco che possa importare).

 

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2 risposte

  1. Possibile che non si rendano conto del danno che stanno facendo alla città? A pensare male, come diceva quel politico, si azzecca sempre… Un mercatino a piazza Navona dovrebbe essere un gioiellino, nel rispetto della tradizione, con artigianato locale e prodotti natalizi di qualità, una vetrina per tanti operatori che non hanno visibilità ma che fanno le cose per bene. Niente, sono giovani all’anagrafe ma vecchi decrepiti dentro.

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