Nella nostra rubrica “Città in rovina” ci siamo occupati spesso dei numerosi immobili romani occupati illegalmente con la scusa dell’emergenza abitativa. Vi sono soggetti associativi che si sono specializzate in questa attività, organizzando le occupazioni e la gestione degli stabili occupati. Action è uno di questi, il più attivo a Roma, e nella scorsa consiliatura riuscì anche a far eleggere un suo rappresentante in Consiglio Comunale, Andrea Alzetta, soprannominato “Tarzan”.

Action

Recentemente Action ha scritto una lettera a Papa Bergoglio chiedendogli di dedicarsi anche alla causa di coloro che incolpevolmente, a detta loro, sono privi di un’abitazione. E la notizia è che dalla Santa Sede è giunta una risposta a tale lettera. Il messaggio è firmato da un incaricato della Segreteria di Stato, monsignor Brian Wells, ma riporta il pensiero del Papa in merito alla sollecitazione di Action. Eccone due estratti della parte più significativa:

“Il Sommo Pontefice, avendo a cuore quanto Gli è stato fatto conoscere, invia una parola di paterna comprensione e di vivo incoraggiamento … “.

“Nell’assicurare la spirituale partecipazione di Sua Santità alla preoccupante questione evocata, mi premuro di significarle che Egli, non cessando mai di promuovere i valori della giustizia e della solidarietà, più volte ha richiamato l’attenzione degli organi competenti i favore delle fasce più deboli della società.”

Questa lettera di risposta ha avuto una notevole eco, anche perché è stata ripresa dal Guardian, essendo senz’altro una notizia che il Papa appaia incoraggiare gli occupatori abusivi di case. Infatti la lettura che dai più viene data della lettera del Papa tende a sottolineare la parte relativa alla “… paterna comprensione e di vivo incoraggiamento …”, come a dire “continuate così che siete nel giusto”.

Noi tendiamo a vederla in maniera un po’ diversa, rilevando che il messaggio cita anche “i valori della giustizia e della solidarietà”, giustizia che mal si accorda con pratiche che prevedono la sistematica violazione di numerose norme e per tempi spesso illimitati.

Noi preferiamo pensare che il messaggio intenda incoraggiare il principio per cui le esigenze delle fasce più deboli della società non possono essere dimenticate, con particolare riguardo per la necessità di avere un’abitazione dignitosa dove vivere.

Sui modi per assicurare a tutti la possibilità di avere una tale abitazione, non pensiamo che essi possano essere prendere il possesso manu militari di beni pubblici e mantenerli illimitatamente, con tutti i problemi che ciò comporta (in termini di mancata manutenzione degli stessi, di requisiti minimi igienici e di sicurezza, ecc.).  E ci rifiutiamo di pensare che questo sia quello che il Pontefice abbia voluto intendere.

Su questi temi sarebbe finalmente il caso che il governo italiano desse un messaggio chiaro, altrimenti ad ogni iniziativa di ristabilimento delle legalità (l’ultima a Bologna qualche giorno fa, quando uno stabile ex-Telecom è stato sgombrato) i violenti che sono convinti di prendersi qualcosa che gli spetta avranno buon gioco ad alzare la voce.

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Proteste a Porta Pia a sostegno degli sgombrati di Bologna

Il messaggio che ci aspetteremmo dal governo riguarda senz’altro la necessità che la legge venga rispettata da tutti, anche per riconoscere che la moltitudine di cittadini che fanno i salti mortali per pagare affitti, mutui e bollette non sono dei fessi; ma anche il bisogno che finalmente le istituzioni si diano da fare per gestire come si deve gli immobili che hanno in carico, destinandoli a seconda dei casi a scopi sociali, abitativi e considerando anche l’eventualità di alienarli questi immobili, rendendo così disponibili risorse che potrebbero essere, ad esempio, impiegate per dare contributi a chi momentaneamente ha problemi di abitazione.

Inoltre un graduale ripristino della legalità in tutto ciò che riguarda il mercato immobiliare convincerebbe probabilmente i tanti proprietari di appartamenti liberi a rimetterli sul mercato degli affitti, rendendo quindi disponibili di nuovo migliaia di alloggi in ogni zona della città che oggi sono inutilizzati.

A Roma l’emergenza abitativa non ha ragione di esistere, a patto di resuscitare un mercato degli affitti ingessato da regole iper-rigide e totale incertezza del diritto.

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