Che l’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari dovesse dare le dimissioni, o ricevere il benservito dal Sindaco, nel nostro piccolo ci siamo arrivati a gennaio di quest’anno, quando la Montanari si produsse in una imbarazzante presa in giro dei romani in occasione della rimozione di Spelacchio.
Altri ci si stanno applicando da poco alla cosa, con motivazioni diverse ma altrettanto valide.
La sostanza, che solo qualcuno in cattiva fede può contestare, è che a Roma in tutti gli aspetti di competenza dell’assessorato all’ambiente si è allo sbando più completo.
Il problema della raccolta e gestione dei rifiuti è sempre più sull’orlo della catastrofe, con soluzioni strategiche ancora non individuate, un dispendio enorme di risorse per mandare altrove i rifiuti da trattare ed una raccolta che contempla ormai stabilmente i cumuli di rifiuti per strada e che nei prossimi giorni rischia seriamente di esplodere a causa di agitazioni interne ed esterne ad AMA.
La manutenzione del verde è ancora allo zero più assoluto, con parchi abbandonati ma soprattutto marciapiedi e strade ormai stabilmente invase da erbacce rigogliosissime.
Continuano inoltre a Roma i tagli indiscriminati di alberi senza che vi sia alcuna previsione di sostituzioni.
In un panorama così desolante la responsabile prima di un tale disastro continua a permanere al suo posto, come se la sua nomina fosse calata dal cielo e non potesse per alcun motivo essere messa in discussione.
Peccato per il cielo di cui sopra che la Montanari continui a combinare casini, sempre più gravi ed eclatanti.
Gli ultimi hanno visto due enti come l’ARPA e l’ANAC dover rettificare vere e proprie balle raccontate dall’assessore all’ambiente.
Nel primo caso la Montanari a più riprese ha affermato che l’impianto TMB del Salario non produce odori molesti e che la cosa è stata certificata anche dall’ARPA Lazio. Purtroppo per lei all’ARPA non ci sono stati a farsi strumentalizzare e con un comunicato hanno puntualizzato che la mancanza di odori era stata da loro certificata in relazione al famoso treno dei rifiuti che doveva andare in Germania ma che fu rifiutato prima di partire.
Così l’ARPA nel suo comunicato:
“In merito alle dichiarazioni, riportate anche negli ultimi giorni da diversi organi di stampa, secondo cui l’Arpa Lazio avrebbe ‘certificato’ l’assenza di cattivi odori presso l’impianto di trattamento meccanico biologico Salario, l’Agenzia ritiene che tali dichiarazioni facciano riferimento in maniera impropria ai sopralluoghi effettuati nel mese di agosto in occasione dell’apertura, presso il suddetto impianto, dei vagoni del treno destinato ad un trasporto transfrontaliero di rifiuti che non aveva poi avuto luogo. In quelle occasioni i tecnici dell’Arpa si sono limitati a constatare e verbalizzare che all’apertura dei container del convoglio ferroviario non si sono sprigionati odori molesti“.
Nello stesso comunicato si afferma inoltre che riguardo alla ordinaria gestione dell’impianto TMB del Salario “… l’Agenzia, nel tempo, ha effettuato ripetuti controlli riscontrando numerose irregolarità, che ha prontamente segnalato alle autorità competenti”.
Altro che assenza di odori certificata dall’ARPA. La verità è esattamente all’opposto ma la Montanari ha cercato di edulcorarla con una balla bella grossa.
L’ultimo capolavoro la Montanari l’ha confezionato tirando in ballo l’ANAC, l’autorità anti-corruzione. Qualche giorno fa, intervistata da Il Messaggero riguardo il bando per la gestione del verde pubblico, quello che a giugno si era rivelato non conforme al codice degli appalti e che era stato necessario rifare, l’assessore ha assicurato che entro la fine di ottobre l’appalto sarà operativo e che era già stato spedito tutto all’ANAC per le sue revisioni. Purtroppo per lei però l’ANAC si è affrettata ad informare che loro di questo bando non ne sanno e non hanno nulla.
Non male sparare balle mettendo in mezzo prima l’ARPA e poi l’ANAC, no? La cosa incredibile però è che apparentemente la Montanari può permettersi di fare qualsiasi cosa, condannando ogni giorno di più Roma ad un degrado infinito, senza che a qualcuno venga in mente la necessità di mandarlo a casa l’assessore.
Mentre scrivevamo questo pezzo sono inoltre spuntate altre due novità collegate all’ambiente che confermano, nel caso ce ne fosse bisogno, a quale livello di disastro siamo arrivati a Roma.
La prima è l’apertura di inchiesta da parte della Corte dei Conti sulle spese monstre collegate alla spiaggia (si fa per dire) sul Tevere, pomposamente battezzata Tiberis. È stato quello un progetto fortissimamente difeso dalla Montanari, contro tutto e tutti nei soliti imbarazzanti modi, e se si dovesse verificare che per mettere su quella che correttamente qualcuno ha chiamato una mega lettiera per gatti si sono malamente dilapidati soldi dei contribuenti, la responsabilità politica sarebbe tutta in capo all’assessore all’ambiente. Per inciso, a nostro avviso lo spreco di denaro pubblico c’è stato senza ombra di dubbio, nell’ordine di qualche centinaio di migliaia di euro per una struttura utilizzata da poche centinaia di persone, a dir tanto. Sta alla Corte dei Conti dire se la cosa è anche stata fatta violando qualche procedura amministrativa.
La seconda notizia, questa sì particolarmente grave, è l’intervento del ministro dell’ambiente Sergio Costa che ha chiarito come la responsabilità di indicare dove poter realizzare le discariche di servizio per Roma è della Città Metropolitana, ossia di Virginia Raggi e della sua maggioranza. In questo caso la Montanari non è direttamente responsabile ma assistere per mesi all’immobilismo del Sindaco senza far nulla mentre Roma affonda tra i rifiuti configura a nostro avviso una grave responsabilità anche dell’assessore.
Che tutto derivi o meno dall’incapacità ed irresponsabilità della Montanari ormai non ha più tanta importanza. Vi è una situazione oggettivamente esplosiva e la prima cosa da fare è cambiare il vertice dell’assessorato, se non altro per dimostrare che l’amministrazione le sta provando tutte per risolvere i problemi. È un po’ come per le squadre di calcio quando non arrivano i risultati attesi; in quel caso il primo a saltare è l’allenatore, benché in molti casi sia chiaro che gli insuccessi non siano colpa sua. È un segnale che si dà sia all’interno dell’organizzazione che nei confronti degli esterni, prendendo atto della necessità di dare una svolta radicale.
E invece niente, la Montanari continua a pontificare sulle questioni legate all’ambiente senza che un suo eventuale avvicendamento venga neanche paventato.
Possibile che la benedizione di Beppe Grillo, artefice unico della calata di Pinuccia in quel di Roma, sia talmente potente da rischiare di mandare a bagno l’intera amministrazione?
Una risposta
Personalmente, da animalista, sono meno preoccupato per la proliferazione di topi e cinghiali, che rischiano quotidianamente di essere sterminati dai cittadini inferociti. Meno preoccupato perché. per fortuna, l’assessore al verde pubblico è affiancata da una… veterinaria: Rosalba Matassa, capo del Dipartimento Ambiente.