Atac resta una delle aziende di trasporto più inefficienti d’Europa. Lo conferma l’indagine pubblicata in queste ore dall’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici del Comune di Roma. L’azienda sta mostrando la sua incredibile lentezza nella vicenda delle stazioni metro chiuse. Spagna e Repubblica restano off limits mentre da ieri sera, finalmente, è stata riaperta Barberini nella sua totalità (dopo che giovedì era stata aperta solo in uscita). Con uno scarno comunicato, Atac ha spiegato che il problema sta negli impianti di traslazione.
Si tratta di una giustificazione che non sta in piedi anche perché quasi nessuno capisce cosa siano gli impianti di traslazione. Tradotto in una lingua più chiara parliamo di scale mobili, ascensori, servoscala, tapis roulant, piattaforme elevatrici. Ora, isolare il centro di Roma nel periodo più affollato dell’anno perché le scale mobili barcollano è davvero singolare. Sarebbe stato più opportuno lasciare aperte le stazioni e controllare di volta in volta una scala, un ascensore, una piattaforma. Ad ogni modo vedremo se nelle prossime ore anche Spagna verrà riaperta perché si configura l’interruzione di pubblico servizio per motivi piuttosto futili.
E ancora su Atac registriamo l’intervento di Mercurio Viaggiatore che, nelle prossime righe, ci spiega che i nuovi bus promessi dalla giunta arriveranno solo a metà 2019 e che l’azienda italiana dalla quale sono stati acquistati …….così italiana non è!
ATAK TURK di Mercurio Viaggiatore (@mercuriopsi)
Nel 2018 l’unico lotto di nuovi autobus che ATAC è riuscita ad accaparrarsi (al momento solo prenotati) è quello di 227 mezzi in fornitura tramite gara Consip. La gara l’ha vinta una società italiana sull’orlo del fallimento: Industria Italiana Autobus (IIA), che ha 2 stabilimenti in Italia: Bologna (con 150 lavoratori) e Flumeri (Avellino, con 290 dipendenti).
A differenza di quanto propagandato dal vicepremier Di Maio e altri esponenti grillini, che nei mesi scorsi assicuravano la “nazionalizzazione” dell’Azienda grazie al loro lavoro d’intesa con Ferrovie dello Stato, a salvare IIA per il momento è stata la turca KARSAN che si è aggiudicata il 70% delle quote, mentre il restante 30% è finito in mano di Leonardo-Finmeccanica. Di fatto quindi l’Azienda è adesso turca e privata, esattamente il contrario di quanto annunciato da Di Maio.
Il fondatore, presidente e AD di IIA Stefano Del Rosso si è dimesso, al suo posto è salito un ex manager Fiat oggi alla turca Karsan, Antonio Bene.
Se la ricapitalizzazione ha permesso di scongiurare il fallimento, manca ancora un piano industriale e gli stabilimenti sono fermi da mesi (nonostante le commesse per 1.100 autobus – tra cui i 227 per Roma). La strada quindi è ancora in salita, e l’arrivo dei primi piccoli lotti di nuovi autobus a Roma, nella migliore delle ipotesi, è previsto a partire dalla seconda metà del 2019.