Qualche giorno fa abbiamo raccontato della delusione di tanti cittadini riguardo il Pums, il Piano per la Mobilità Sostenibile che è stato sottoposto al voto popolare prima di essere approvato dalle Commissioni Mobilità e Urbanistica.
I romani che avevano partecipato alla consultazione on line si erano espressi fortemente a favore delle metropolitane (completamento Linea C, prolungamenti della linea A e B e progettazione della D). Il piano presentato in commissione Mobilità, invece, conteneva tutt’altre opere tra le quali funivie e nuove linee tranviarie. Dopo il nostro articolo, il presidente della commissione Enrico Stefàno ha preannunciato un post di chiarimento che in effetti è arrivato. Ci sembra giusto, dunque, darne conto e riferire la versione di Stefàno.
Non è vero che nel piano non ci sono le opere votate dai cittadini, spiega, ma siamo stati costretti a dare la priorità ad opere che erano finanziabili fin da subito per non perdere l’occasione del bando del Ministero dei Trasporti in scadenza al prossimo 31 dicembre.
Stefàno scrive: “Tre sono gli scenari: di Riferimento (quello che già oggi è in cantiere o comunque si sta per avviare), di Piano (opere che nei successivi dieci anni andrò a progettare e finanziare) e Strategico (opere in cui credo sulle quali lavorerò successivamente)“. Dunque si tratta di infrastrutture che – secondo il presidente della Commissione – necessitano ancora di approfondimento e non sono al momento cantierabili.
Quelle già progettate sono invece le seguenti: tranvie Cavour, Tiburtina e Togliatti, la riapertura e prolungamento della Roma Giardinetti, le Funvie Magliana e Casalotti.
“Sarebbe piaciuto anche a me inserirci da subito la MC fino a Grottarossa o la MD – prosegue – ma ad oggi non ho un progetto aggiornato (anche se su T1 e C2 ci stiamo lavorando, Roma Metropolitane ha appena fatto una stima dei costi)“.
Fin qui la spiegazione di Stefàno. C’è un però che i cittadini hanno evidenziato nei commenti al suo post. Se davvero la priorità era proseguire sulle metropolitane perché in questi due anni e mezzo non si è spinto sulla progettazione di queste opere e invece si è insistito sulle funivie? Insomma è facile ora giustificarsi dicendo che quei progetti non sono pronti. Ma non lo sono proprio perché nessuno in giunta ci ha creduto e invece ha preferito spendere risorse e tempo per infrastrutture, come le funivie, di dubbia utilità. A questa obiezione, Stefàno ha risposto che c’è tempo per fare ulteriori modifiche al Pums che verrà approvato definitivamente non prima di giugno.
Bene, staremo a vedere. Anche se l’impressione iniziale resta. Il bravo Enrico ce la mette tutta, ma alle spalle ha una giunta e un consiglio comunale che non credono nelle grandi infrastrutture e che preferiscono una Roma con trasporti “diversi” da quelli delle altre grandi città occidentali. Presentare un piano vincolante per i prossimi dieci anni è una grande responsabilità perché significa condannare una capitale alla retrocessione o promuoverne la modernità.