Sindaco #AtestaAlta, l’amministrazione molto meno

 

È un’immagine sorridente e rilassata quella scelta dal Sindaco Raggi per comunicare l’archiviazione del procedimento che la Procura aveva aperto nei suoi confronti nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma.

Andando sul post della sua pagina facebook leggiamo maggiori dettagli sulla storia, apprendendo che tutto partì dalla denuncia di alcuni ex attivisti del M5S (probabilmente quelli che si aspettavano ben altro comportamento del Sindaco rispetto al progetto del nuovo stadio della Roma).

Scrive il Sindaco Raggi:

Io ho fatto tutto correttamente. Altro che abuso d’ufficio. Al contrario, chi mi ha accusato non conosce evidentemente la legge né ha idea degli argomenti di cui per mesi si è spacciato esperto.
Il giudice ha scritto chiaramente che non ho favorito nessuno.

 

E più avanti:

Ho agito, come sempre, nella massima trasparenza.

 

E fin qui ci potremmo pure stare (a parte il richiamo alla trasparenza, giacché sulla vicenda dello stadio così come su ogni altra partita cittadina l’amministrazione Raggi si è rivelata la più opaca mai vista a Roma): il Sindaco parla sempre in prima persona riaffermando l’assenza di fattispecie penali nel suo operato.

 

Aggiunge inoltre:

Non è stata concessa nessuna scorciatoia, nessuna via preferenziale.
E’ stata adottata una procedura ordinaria nell’iter amministrativo per la realizzazione dello stadio proprio per garantire ai cittadini la massima trasparenza. Il passaggio in consiglio comunale per approvare definitivamente il progetto stadio fu rimandato proprio per consentire a chiunque fosse interessato, compresi coloro che mi hanno accusato, di proporre le proprie deduzioni.

 

E qui invece troviamo che il Sindaco commetta un’enorme inesattezza, che tradisce la sua scarsa comprensione del ruolo che si è ritrovata a ricoprire quasi per caso quattro anni fa. Quando infatti passa alla forma impersonale (“Non è stata concessa …“, “E’ stata adottata …”) Virginia Raggi è come se dicesse che tutta la sua amministrazione è stata definitivamente scagionata da ogni accusa realtiva al procedimento del nuovo stadio della Roma.

Ma purtroppo per lei, e per la città tutta, non è assolutamente così.

Nonostante infatti il Sindaco, la giunta e quasi l’intera Assemblea Capitolina (con le lodevoli eccezioni della consigliera Grancio e del presidente Stefàno, che hanno pubblicamente sottolineato l’incompatibilità tra l’essere rinviato a giudizio e presiedere l’aula) facciano finta di nulla, a Roma ci ritroviamo il massimo rappresentante dell’aula Giulio Cesare alla sbarra proprio nel processo sul nuovo stadio della Roma.

È una cosa inaudita che abbiamo già provato a sollevare ma purtroppo nel quasi totale silenzio della stampa, dei più autorevoli commentatori ed anche dell’opposizione, che appare aver digerito senza problemi la cosa.

 

Il Sindaco Raggi non può quindi dichiarare assolta tutta la sua amministrazione, visto che addirittura il presidente del maggior organo elettivo è ancora a processo, ed anzi quando parla in prima persona (“Io ho fatto tutto correttamente. … Ho agito, come sempre, nella massima trasparenza”) dimostra di non capire che in realtà lei è a capo di un’organizzazione più complessa, l’intera amministrazione capitolina, di cui non può che rispondere per ogni fattaccio accada.

Perché se qualcuno dell’amministrazione, soprattutto ai vertici della stessa, fa imbrogli, delle due l’una: o il capo, ossia il Sindaco, è coinvolto, oppure non se n’è accorto e allora è incapace.

 

Nella sua grande irresponsabilità e incapacità invece il Sindaco non solo non è stata in grade di proferire parola su una tale incredibile situazione, ma addirittura non sembra aver problemi ad accogliere al suo fianco, durante incontri istituzionali, il presidente/rinviato a giudizio Marcello De Vito.

 

Raggi e De Vito al tavolo dell’incontro con gli urtisti dello scorso 7 gennaio

 


Credo nella trasparenza dell’azione amministrativa e continuerò ad agire nel nome di questo valore per portare avanti l’azione di governo della città. A testa alta.
” chiosa il Sindaco Raggi nel suo post.

Peccato che essendo a capo di un’amministrazione che vede tra i suoi vertici massimi un rinviato a giudizio ancora nel pieno della sua carica, non si può proprio andare a testa alta.

Al massimo può volare basso, Sindaco.

#VoliamoBassi

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