Povera Virginia Raggi, “costretta” a rinnovare le licenze ai Tredicine fino al 2032

Dimostriamo con fatti inequivocabili la contrarietà dell'amm.ne Raggi alla Bolkestein e alla concorrenza che essa avrebbe portato nell'ambulantato romano

Giovedì scorso a Piazza Pulita è stato intervistato Ignazio Marino, il quale tra le altre cose ha ricordato l’assurdità della recente proroga delle licenze per i camion bar fino al 2032, senza gara.

 

 

Poco dopo è intervenuta Virginia Raggi al telefono per fare una precisazione proprio rispetto a questa proroga (l’intervento della Raggi è ascoltabile nella registrazione della puntata di Piazza Pulita, al minuto 2:24:30).

Ha detto la Raggi (testualmente):

Sappiamo tutti che c’è stata una direttiva europea che prevedeva la messa a bando delle licenze.

Ebbene dopo questa direttiva europea ho contato ben 5 provvedimenti, legge di bilancio 2019, legge regionale del Lazio 22 del 2019, legge dello stato 77 del 2020, decreto del ministro allo sviluppo economico del 2020 e giunta regionale del Lazio dicembre 2020, tutti questi provvedimenti normativi dicono che non possono essere messe a bando le bancarelle, quelle che noi chiamiamo bancarelle, quindi Tredicine, ossia il commercio su area pubblica, per cui addirittura l’ultimo, il decreto del ministro allo sviluppo economico del 2020 e la giunta regionale del Lazio dicembre 2020, dicono che non solo non possono essere messe a bando, ma le licenze devono essere rinnovate fino al 2032.

Sicché io non potevo disapplicare, però quello che ho fatto è stato scrivere all’autorità garante della concorrenza e del mercato per chiedere se tutti questi provvedimenti non siano restrittivi della concorrenza e perciò non siano illegittimi.

 

Il conduttore Formigli ha preso atto di questa dichiarazione ed ha ribattuto dicendo “Non so quanto il suo partito abbia combattuto questa battaglia” (intendendo quanto il M5S si sia battuto per una giusta concorrenza nel mercato delle bancarelle).

E la Raggi ha aggiunto:

Io la mia battaglia la porto avanti insieme alla mia giunta e insieme ai miei consiglieri.

 

Su questo aspetto centrale Formigli non ha ribattuto oltre, ma avendo noi seguito da sempre le vicissitudini della direttiva Bolkestein in Italia ed in particolare a Roma, possiamo dimostrare quanto e come la sua battaglia per la concorrenza nel commercio ambulante Virginia Raggi l’abbia portata avanti insieme ai suoi consiglieri.

Per fare ciò basterà riportare una delle premesse riportate sulla delibera di Assemblea Capitolina n. 30 del 2017, dal titolo: “Nuovo regolamento delle attività commerciali sulle aree pubbliche”.

Si tratta del primo capolavoro del presidente della commissione commercio, Andrea Coia, quello che avrebbe dovuto rivoluzionare il commercio ambulante a Roma e che invece ha cristallizzato l’ipertrofia, in numero e dimensioni, delle bancarelle romane.

Questa una delle premesse scritte sul provvedimento:

 

 

Anzitutto a memoria d’uomo non si ricorda un’altra delibera di Assemblea Capitolina che riporti in maniera così esplicita la posizione di uno specifico partito politico, ennesimo segnale dell’ignoranza istituzionale che caratterizza troppi amministratori attuali di Roma.

Ma soprattutto la posizione dell’amministrazione capitolina non potrebbe essere più chiara di così:

… il Movimento 5 Stelle è contrario all’applicazione della direttiva europea 123/2006 (cd. Bolkestein)… e auspica e manifesta l’intento di voler stralciare dalla presente normativa ogni riferimento alla messa a bando e durata delle licenze ad oggi esistenti …“.

 

È chiaro così qual è la vera battaglia che Virginia Raggi ha sempre portato avanti rispetto alle licenze ambulanti?

Altro che interesse per la concorrenza: la Raggi e tutta la sua amministrazione non hanno fatto altro che favorire le lobby degli ambulanti romani e la proroga delle licenze al 2032 non è che la ciliegina sulla torta; torta che al suo interno contiene anche il mega regalo delle postazioni della festa della Befana di piazza Navona fatto ai soliti ambulanti per ben dieci anni.

 

D’altronde non fu proprio la posizione sulla Bolkestein a costringere alle dimissioni il primo assessore al commercio della giunta Raggi, il molto rimpianto Adriano Meloni? Il Meloni voleva infatti sfruttare la Bolkestein per ridisegnare il commercio ambulante a Roma, ma ciò avrebbe intaccato certe rendite di posizione ben note e molto tutelate dal presidente Coia (non a caso soprannominato “Coiacine”).

La contrapposizione tra Meloni e Coia ha visto quest’ultimo prevalere con i magnifici risultati di cui abbiamo detto.

E che Virginia Raggi sia del tutto allineata alle posizioni del presidente Coia lo dimostra il fatto che recentemente i rumors di palazzo hanno dato per possibile il subentro di Coia nell’assessorato al commercio, sostituendo così l’incolore Cafarotti.

 

 

Ci sono un paio di altri commenti da fare all’intervento telefonico di Virginia Raggi a Piazza Pulita.

 

Quando la Raggi ha spiegato che lei era stata “costretta” alla proroga delle licenze, Formigli le ha detto:

Speriamo che abbia almeno aumentato le tariffe, perché erano ridicole.

E la Raggi ha risposto: “Abbiamo fatto tutti gli adeguamenti necessari.

Ebbene non risulta che i canoni delle concessioni ambulanti siano stati aumentati. Sono state anzi previste le esenzioni dai canoni fino alla fine di quest’anno, per l’emergenza COVID19. Se queste esenzioni possono essere comprensibili nel momento che stiamo vivendo, non si comprende perché a regime certe postazioni ambulanti debbano continuare a pagare pochi spiccioli pur stando in luoghi prestigiosi (tipo l’immarcescibile caldarostaro di piazza di Spagna, il luogo da cui l’impero Tredicine ha preso le mosse).

 

L’altro commento riguarda la pretesa del sindaco Raggi di lavarsi la coscienza semplicemente scrivendo all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

In chiusura di telefonata Formigli ha detto:

Faccia almeno che le bancarelle non deturpino i luoghi più belli della città.

E la Raggi ha risposto:

Lo stiamo facendo, poi se a livello nazionale non possiamo metterle a gara, non possiamo spostarle perché ci sono dei provvedimenti che cavillano, bisogna trovare strategie diverse , come scrivere all’autorità  per capire come fare per mettere ordine. Ci si prova con tutti i mezzi.

Qualcuno dovrebbe dirglielo al sindaco che le sue sono solo scuse per proteggere la lobby degli ambulanti. Gli spostamenti delle postazioni ambulanti che fece l’allora sindaco Marino nel 2015 stanno infatti a dimostrare che quando si vuole le cose le si riesce a fare.

Marino aveva istituito un apposito “Tavolo del decoro” per pianificare e realizzare lo spostamento di tutte le postazioni ambulanti dai luoghi più delicati del centro storico. Peccato che con il sindaco Raggi il lavoro di tale tavolo si sia sostanzialmente interrotto, con l’unica eccezione delle poche, seppur molto significative, postazioni spostate solo nel 2020.

Pensa davvero la Raggi che sia credibile il suo far passare per una strategia alternativa l’inutile letterina che ha inviato all’autorità per la concorrenza?

 

Alla fine Formigli ha invitato la Raggi ad andare in studio e lei avrebbe accettato. Speriamo allora vivamente che il presentatore voglia sottoporre al sindaco le nostre obiezioni evitando di bersi un’altra volta le sue storielle.

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