Operazioni elettorali da incubo al primo turno delle elezioni amministrative a Roma

Sezioni sparite, in altre zero preferenze e operazioni lentissime: l'organizzazione dell'ultima tornata è stata un disastro e il possibile responsabile appare "vacante". L'ultimo "regalo" della Raggi

Dei gravi problemi nell’organizzazione delle sezioni elettorali per il primo turno delle ultime elezioni amministrative abbiamo parlato a caldo, riportando le difficoltà di allestire le sezioni per la mancanza di scrutatori, l’evidente incompetenza e inesperienza di alcuni presidenti, la totale improvvisazione sul come svolgere le operazioni di spoglio.

 

Come facilmente immaginabile, tanta approssimazione ha generato situazioni di indeterminatezza dei risultati delle votazioni in relazione a molte sezioni elettorali. Sono in particolare le preferenze per i candidati ai municipi che sembrano aver creato i maggiori problemi.

Sarà stato per l’elevato numero di liste e candidati, sarà per un’organizzazione delle operazioni particolarmente carente in questa tornata, fatto sta che per ottenere i risultati delle preferenze per i municipi si è dovuto aspettare più del solito e sono state sollevate molte situazioni sospette.

Ci è stato riferito infatti di intere sezioni elettorali con i verbali delle preferenze municipali totalmente in bianco, oppure di sezioni per cui è andato disperso tutto il materiale, sia i verbali che le schede elettorali, o anche di candidati che non si ritrovano i voti espressi da loro stessi e dai loro familiari.

Purtroppo si tratta di situazioni non sanabili facilmente, giacché per un riesame delle schede elettorali è necessario l’intervento del TAR. Il singolo candidato che sospettasse quindi di non aver ricevuto tutti i voti regolarmente espressi, dovrebbe presentare un ricorso al tribunale amministrativo con i costi e tempi che la cosa comporta.

 

Dopo le operazioni di scrutinio effettuate presso le sezioni elettorali, tutti i relativi verbali sono stati inviati al cosiddetto “seggio centrale“, questa volta allestito presso un padiglione della Nuova Fiera di Roma.

Ebbene sulla base di quanto riferitoci, anche in questa sede le operazioni si sono svolte in maniera alquanto improvvisata.

Anzitutto i locali allestiti per i diversi seggi dei municipi erano di dimensione assolutamente insufficiente. Nel padiglione della fiera con pareti mobili sono state infatti allestite delle stanze di circa 25-30 metri quadrati dove però dovevano lavorare sia i sei componenti della sezione, presidente, segretario e scrutatori, sia i rappresentanti di lista, mediamente 7-8 persone, sia anche alcuni candidati che volevano seguire il riporto dei risultati.

Facilmente quindi ci si ritrovava in dodici o anche quindici persone tutte accalcate in una stanza con più d’uno anche senza mascherina indossata.

Inoltre anche nel caso del seggio centrale ci è stato riferito di presidenti senza alcuna esperienza, che quindi dovevano affidarsi ad eventuali segretari o scrutatori più pratici, oppure chiedere aiuto a colleghi di altri seggi.

Nel caso di un municipio pare che si sia creata una situazione addirittura esplosiva, con il presidente che si è messo in contrasto con alcuni rappresentanti di lista e il conseguente intervento della forza pubblica. Apparentemente la cosa non è stata episodica, ma le operazioni di quel seggio sono state molto travagliate per tutto il tempo.

 

Sempre da quanto ci è stato detto, in generale il personale incaricato delle operazioni nei seggi centrali si è dimostrato collaborativo e disponibile, ma rimane il fatto che l’organizzazione della cosa sia apparsa troppo improvvisata, creando le condizioni per ulteriori errori che si sommerebbero ai tanti probabilmente commessi presso le sezioni elettorali.

 

Tra qualche giorno si tornerà a votare per i ballottaggi e le sezioni dovrebbero essere le stesse del 3 e 4 ottobre scorsi, per cui non dovrebbero verificarsi i tanti problemi di costituzione dei seggi.

Inoltre questa volta lo scrutinio sarà enormemente semplificato, dovendosi solo controllare il voto per l’uno o l’altro dei candidati al ballottaggio, sia per il sindaco che per il presidente del municipio.

Il peggio dovremmo quindi averlo passato, ma le innumerevoli storie di situazioni sospette presso le sezioni elettorali lasciano una forte sensazione che i risultati non corrispondano alle reali espressioni di voto dei cittadini.

Sono questi sospetti davvero gravi per quella che dovrebbe essere una democrazia matura, ossia una realtà dove il delicatissimo momento del voto dovrebbe svolgersi con le maggiori cautele e attenzioni.

Alle ultime elezioni si è invece assistito ad uno spettacolo degno di una nazione del terzo mondo alle prime esperienze di voto, con le operazioni elettorali affidate a personale scelto a caso ed operante non con procedure consolidate bensì affidandosi all’iniziativa personale.

 

Chiunque dei candidati sindaco prevarrà al ballottaggio dovrà mettere mano a questo vero e proprio scandalo, incaricando qualcuno di predisporre un’organizzazione capace di gestire le operazioni di voto in maniera affidabile e veloce.

Vanno individuati e formati presidenti e segretari di sezione, così come vanno predisposte liste di scrutatori su cui contare e che prevedano riserve adeguate in caso di defezioni. Vanno inoltre individuate e formalizzate le migliori procedure di spoglio, obbligando tutti ad attenersi ad esse.

 

Come abbiamo già scritto, l’impressione è che anche nei servizi elettorali si sia palesato il “metodo Raggi“, ossia una gestione cronicamente deficitaria dove sono garantiti i peggiori risultati.

Abbiamo anche provato ad individuare tra le pagine web di Roma Capitale un possibile responsabile per la Caporetto a cui abbiamo assistito, ma il problema potrebbe essere dato dal fatto che il responsabile del “Servizio Coordinamento operativo-logistico in materia elettorale” risulterebbe vacante.

 

 

 

Andare alle elezioni senza qualcuno che coordini dal punto di vista operativo e logistico la materia elettorale.

Si direbbe l’ultimo “regalo” di Virginia Raggi alla città di Roma.

 

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