Abbiamo assistito due giorni fa all’ennesima seduta della commissione commercio del Municipio I dove si è realizzato ancora un nulla di fatto sull’annosa questione delle Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP).

All’ordine del giorno vi erano una serie di Piani di Massima Occupabilità (PMO) da approvare per poi portarli alla definitiva adozione da parte del Consiglio del Municipio.

Il presidente della commissione ha aperto la seduta ma ha subito preso atto della mancanza delle controdeduzioni ai PMO che avrebbero dovuto fornire gli uffici, dolendosi che in assenza di quelle non si sarebbe potuto procedere. Vi è stata anche una breve discussione tra maggioranza e opposizione sul fatto che se gli uffici non supportano il lavoro della commissione la responsabilità è della maggioranza che il Municipio lo governa.

Ma di fondo si poteva chiaramente cogliere che nessuno tra i consiglieri presenti, sia di maggioranza che di opposizione, fosse particolarmente dispiaciuto del fatto che la seduta sarebbe stata un buco nell’acqua.

Anzitutto tutti avrebbero preso il loro bravo gettone di presenza, che quello non guasta mai. Inoltre la provvidenziale assenza delle attese comunicazioni da parte degli uffici avrebbe evitato a tutti, maggioranza in primis, di dover mandare avanti degli scomodi PMO, indigesti soprattutto per gli esercenti che con essi vedono ridotte se non annullate le loro concessioni OSP.

L’unica eccezione al panorama di un generale “volemose bene” senza muovere un dito è stata rappresentata ancora una volta dalla consigliera Nathalie Naim.

 

Il primo PMO della lista di cui all’ordine del giorno era quello di via dei Pastini, la strada che congiunge il Pantheon a piazza di Pietra. Su quella strada l’80% circa della superficie dei palazzi presenta un vincolo monumentale, ragion per cui nessun allestimento esterno può essere consentito ai locali della strada.

Il piano predisposto dalla commissione tecnica per via del Pastini è quindi un cosiddetto “piano zero”, ossia nessuna OSP può essere rilasciata dal Municipio. Ad un tale piano sono state fatte diverse osservazioni da parte delle associazioni degli esercenti, tese a confutare l’impossibilità di ottenere OSP sulla strada. Ed è proprio su queste osservazioni che si attendeva la risposta degli uffici, per capire se esse fossero fondate o meno.

In realtà sembra che la Soprintendenza Statale abbia fornito una dettagliata risposta alle obiezioni degli esercenti, smontandole una ad una e confermando la necessità che su via dei Pastini venga approvato al più presto un piano zero che la tuteli adeguatamente.

Perché mai una tale chiara comunicazione da parte della Soprintendenza, che ci risulta sia stata comunicata al presidente della commissione, non abbia convinto lo stesso ed i consiglieri a procedere con la discussione del PMO di via dei Pastini e con la sua approvazione è cosa che non siamo riusciti a capire.

O forse lo capiamo bene perché tutti abbiano fatto finta di niente. Procedere come da noi descritto avrebbe fatto fare un passo avanti al PMO nella direzione di far decadere tutte le OSP da via dei Pastini, cosa che tutti i consiglieri indistintamente (con l’unica solita eccezione) assolutamente non vogliono. Nessuno vuole infatti mettersi contro qualche esercente che perde i tavolini e questo nonostante tali tavolini vadano in violazione di norme e vincoli.

 

Come abbiamo scritto qualche settimana fa, questo modo di non procedere sui PMO da parte del Municipio I ha ormai creato una disparità di trattamento grave tra esercenti ed esercenti. Quelli infatti che hanno avuto i PMO approvati per le strade dove operano hanno dovuto subire limitazioni maggiori di coloro che operano in luoghi in cui il PMO, benché previsto, non è stato ancora approvato.

Vi è anzi l’Avvocatura Capitolina che considera l’esistenza di un unico grande PMO per il Municipio I, costituito dalle schede di piano di tutte le vie e piazze per cui sono previsti i PMO. In una tale ottica il macro PMO municipale non è ancora completo e quindi non completamente vigente, con conseguenti sperequazioni tra gli esercenti.

Una tale situazione di indeterminatezza, che l’amministrazione municipale di Sabrina Alfonsi si trascina fina dal suo primo mandato nel 2013, sta fornendo la scusa alla maggioranza M5S in Campidoglio per esautorare il Municipio dalla responsabilità dei PMO avocando la materia a livello di Comune.

L’abbiamo già scritto e lo ripetiamo: a nostro avviso a livello comunale non si rendono conto della complessità della materia e dell’impossibilità di concedere più di tanto al commercio, stante la necessità di rispettare tutte le normative vigenti. Ma evidentemente in questa gara tra Municipio e Comune su chi concede di più al commercio, a prescindere da ogni esigenza di tutela e di interesse pubblico, nessuno vuole fare meno dell’altro.

 

Chiudiamo con una nota di biasimo per il presidente della commissione, incapace evidentemente anche di condurne i lavori senza che l’eventuale pubblico presente costituisca un problema.

Già nella seduta scorsa della commissione si era andati vicino ad uno scontro fisico tra il pubblico anche perché chiunque interveniva quando e come voleva, laddove le norme prevederebbero un pubblico di soli uditori che per parlare ha bisogno che la commissione venga chiusa.

L’assoluta inadeguatezza del presidente della commissione al compito assegnatogli è uno dei pochi punti su cui tutti, esercenti e residenti, si sono trovati d’accordo, ma evidentemente la maggioranza PD del Municipio non ha interesse a che la commissione commercio funzioni bene. Hai visto mai che ti manda avanti qualche PMO costringendoti a metterti contro questo o quell’esercente …

A nostro modesto avviso nelle sedute della commissione commercio dovrebbe subentrare sistematicamente la presidente Alfonsi, dimostrando così di crederci veramente allo strumento dei PMO come unico modo per governare l’utilizzo del suolo pubblico in centro storico.

Invece la sua sistematica assenza, pur sapendo del modo indegno con cui le sedute della commissione sono tenute, non fa che rafforzare la tesi per cui al Municipio farebbe in fondo gioco il subentro del Comune sui PMO, così da passare a loro la patata bollente.

 

Questa brutta storia conferma la tesi per cui se il M5S è il problema oggi a Roma, la sua soluzione non può certo essere il solito PD romano che ancora opera con pratiche pre-mafia capitale.

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