Le Sette Sale a Colle Oppio, la più raffinata cisterna del mondo antico

Alimentava le Terme di Traiano e conteneva 6 milioni di litri d'acqua. E' chiusa al pubblico da troppo tempo ma un bando da 5 milioni di euro potrebbe permettere il suo recupero

 

E’ un monumento misterioso sul quale si raccontano leggende e storie nutrite dalla strana scoperta avvenuta nel 1967. Gli archeologi, mentre scavavano un tratto di Colle Oppio per riportare alla luce l’antica cisterna, trovarono più di mille scheletri.

Due degli ambienti che un tempo contenevano l’acqua erano stati trasformati in luogo di sepoltura. Ma fino al V secolo questo magnifico serbatoio idraulico era il cuore pulsante delle Terme di Traiano. Qui sfociava l’acquedotto Esquilino e si accumulavano più di sei milioni di litri d’acqua che poi alimentavano il più grande edificio termale esistente al mondo.

Visitare la cisterna delle Sette Sale oggi è un privilegio in quanto la struttura è chiusa al pubblico da diversi anni a causa della scarsa manutenzione. In queste settimane la Sovrintendenza Capitolina ha bandito un concorso per il recupero dell’edificio. Si tratta di un bando internazionale che prevede lo stanziamento di 5 milioni e 800 mila euro che saranno investiti per rendere il monumento fruibile da romani e turisti. Il vincitore del concorso dovrà progettare un nuovo accesso alla Cisterna, il risanamento della domus sovrastante e ovviamente il restauro delle Sale.

Nella domus alloggiavano i tecnici che vigilavano sul funzionamento dell’acquedotto e a turno scendevano nelle grandi stanze piene d’acqua per verificare che tutto scorresse nel verso giusto.

Siamo in una zona leggermente sopraelevata, a ridosso delle mura serviane, proprio per garantire la corretta pressione dell’acqua. Il serbatoio era costituito in realtà da 9 sale e non 7 come erroneamente si pensò nel Medioevo e copriva una superficie di 2.500 mq.

Vi mostriamo le foto degli interni che sono state scattate dal nostro collaboratore Luigi Aniballi che, per diarioromano, ha avuto accesso al monumento. Qui di seguito una delle sale, con il soffitto a volta e i pavimenti coperti di cocciopesto, un materiale molto usato in epoca romana per la sua capacità impermeabile.

Ogni sala era dotata di un grande finestrone per l’areazione e le pareti, costruite in laterizio, creavano una struttura resistente ma di facile realizzazione. Nella prossima foto un dettaglio del materiale dei muri che di fatto era una sorta di mattone come ancora ne vediamo tanti in costruzioni di epoca romana.

 

L’acqua scorreva da una sala all’altra grazie alla pendenza leggera con cui era costruito l’edificio e per il principio dei vasi comunicanti, in quanto tendeva a raggiungere le Terme che si trovavano ad un livello più basso. Per evitare che si creassero ristagni o mulinelli, le porte di comunicazione erano disposte in maniera sfalzata l’una con l’altra. E oggi l’effetto scenico è davvero suggestivo.

 

Nella parte alta dei muri si notano le incrostazioni di calcare che si formavano con gli schizzi d’acqua.

 

 

La futura riapertura al pubblico consentirà non solo la scoperta di una delle cisterne di epoca romana meglio conservate ma anche la risistemazione della parte ovest di Colle Oppio che oggi versa in condizioni di degrado e potrebbe invece essere protagonista di una piacevole passeggiata archeologica con vista sul Colosseo.

 

 

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