Jean Todt in Campidoglio: continuiamo a prenderlo in giro anche con Gualtieri?

L'inviato speciale dell’Onu per la sicurezza stradale fu già ricevuto due volte nel 2017 dalla Raggi e ascoltò promesse poi tutte disattese. Andrà diversamente con Gualtieri?

 

Partiamo dal tweet pubblicato lunedì scorso dal sindaco Gualtieri dove dà notizia dell’incontro con Jean Todt, noto ex direttore generale della scuderia Ferrari ed oggi inviato speciale dell’ONU per la sicurezza stradale.

Gualtieri parla di “… avviare una collaborazione” con Jean Todt per “Ridurre gli incidenti ed avere strade più sicure …“.

 

Si direbbe una prima visita dell’inviato speciale dell’ONU in Campidoglio, ma in realtà nel 2017 lo stesso Jean Todt incontrò per ben due volte l’amministrazione capitolina, al tempo guidata dalla sindaca Virginia Raggi.

La prima visita di Todt fu nel marzo 2017 e in quell’occasione la Raggi ebbe a dichiarare:

Ci impegniamo con azioni concrete a raggiungere un obiettivo: ridurre drasticamente le vittime degli incidenti e rendere finalmente le nostre strade un ambiente sicuro e inclusivo. Ci diamo appuntamento tra qualche mese, numeri alla mano, per vedere insieme i risultati di Roma.

 

Ovviamente i mesi passarono ma le vittime degli incidenti non diminuirono affatto e la strage stradale a Roma continuò come nulla fosse.

 

Jean Todt tornò a Roma nel settembre dello stesso anno e questa volta alla sicurezza stradale fu dedicata un’intera seduta dell’Assemblea Capitolina.

 

 

In quella seduta:

  • fu approvata una delibera contenente il programma “Vision zero”, con una serie di azioni volte a incrementare la sicurezza stradale a Roma,
  • l’allora assessore alla mobilità Linda Meleo dichiarò che la Consulta cittadina per la sicurezza stradale “… lavora a pieno ritmo mettendo a sistema tutte le competenze a disposizione; un lavoro che parte dal basso e che sfocerà in una serie di proposte per l’amministrazione. Un lavoro mai visto prima, con cittadini, tecnici ed esperti a disposizione della città per combattere gli incidenti su strada”,
  • intervenne anche il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, dichiarando la volontà di voler “… imprimere un cambiamento radicale nella cultura della viabilità a Roma”, perché “… il triste primato della Capitale, che ha un elevato numero di vittime della strada, venga cancellato al più presto”.

 

Anche Jean Todt rilasciò una dichiarazione. Eccola:

“Sono già stato qui a marzo invitando il Comune di Roma a farsi capofila delle iniziative per la giornata mondiale della sicurezza stradale. E sono tornato per complimentarmi con l’amministrazione per il significativo passo avanti intrapreso. Approvare un programma Vision Zero è un passo estremamente importante per sviluppare politiche a lungo termine di riduzione degli incidenti. La riduzione di vittime e feriti è un obiettivo ambizioso che richiede una programmazione strategica, come la messa in sicurezza di strade e intersezioni a rischio e il rafforzamento del sistema di controllo delle forze dell’ordine.

Da oggi presenterò l’esempio di Roma come un modello da seguire”.

 

Il povero Todt pensò evidentemente che approvare il programma “Vision Zero” in Assemblea Capitolina avrebbe significato mettere in campo le azioni da esso previste e quindi l’ottenimento dei risultati attesi.

Niente di più falso, purtroppo per lui, perché le dichiarazioni delle cariche istituzionali rimasero come al solito vuoti proclami e il programma Vision Zero è rimasto una delibera di cui nessuno ha più sentito parlare.

 

Dal 2017 si erano perse le tracce di Todt a Roma, forse perché l’inviato ONU alla fine aveva capito di essere stato usato solo per qualche foto opportunity e probabilmente (sperabilmente) egli non avrà mai presentato l’esempio di Roma come un modello da seguire.

 

Arriviamo quindi a lunedì scorso, quando Todt ha incontrato il nuovo sindaco Gualtieri insieme agli assessori alla mobilità, Patanè, e ai lavori pubblici, Segnalini.

Non siamo riusciti a trovare dettagli della discussione intercorsa tra i rappresentanti capitolini e Jean Todt, a parte quanto riportato dall’assessore Patanè sulla sua pagina facebook:

Abbiamo sottolineato a Todt che Roma vuole essere in prima linea, insieme ad altre 10 città pilota in tutto il mondo, nell’impegno per ridurre sensibilmente il numero di morti sulle strade. Dobbiamo dimostrare che lavorando seriamente e mettendo in campo misure adeguate l’obiettivo può essere raggiunto. Per questo motivo la nostra città ha aderito a Vision Zero, il progetto sulla sicurezza stradale nato in Svezia nel 1997 avente lo scopo di eliminare i morti e i feriti a causa di incidenti stradali.

Nel corso dell’incontro abbiamo parlato di cosa sta già facendo Roma in ottica sicurezza stradale e del lavoro che dovremo portare avanti: l’eliminazione dei primi 70 black points – incroci pericolosi – entro la fine del 2023; l’aumento delle isole ambientali, delle zone 30 e dei percorsi ciclopedonali in città; l’educazione stradale che dovrà essere molto incisiva fin dall’età scolastica per mettere al corrente ragazze e ragazzi sulle norme del Codice della Strada, sull’attenzione alla guida e sulla pericolosità della guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Senz’altro buone dichiarazioni di principio, ma a nostro avviso insufficienti ad affrontare una situazione d’emergenza come quella in atto a Roma da anni in tema di sicurezza stradale.
E a ricordare la gravità della situazione, lo stesso giorno in cui Gualtieri incontrava Jean Todt un noto professore universitario, Luca Serianni, veniva investito da un veicolo mentre attraversava sulle strisce pedonali, finendo in coma apparentemente irreversibile.
Dell’eliminazione dei 70 “black pointsabbiamo già parlato, segnalando come sono indispensabili misure più coraggiose ed immediate per evitare centinaia di morti altrimenti sicuri.
La speranza, seppur limitata, è che questa volta Jean Todt riesca a farsi sentire di più dall’amministrazione capitolina. Proveremo noi stessi a suggerirgli di marcare più stretti i suoi interlocutori, considerato il precedente con la Raggi e la difficoltà a far percepire la strage stradale in corso agli amministratori così come ai romani tutti.

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