Il magistrato Alfonso Sabella sui nuovi fatti di Ostia (in realtà sempre gli stessi)

Sabella fu incaricato dal sindaco Marino di combattere la criminalità organizzata e la corruzione a Roma. Poi arrivò Raggi e i problemi si risolsero da soli, idem con Gualtieri.

Sono arrabbiatissimo. Non può essere sempre la magistratura a supplire all’inerzia della politica“.

Con queste parole del magistrato Alfonso Sabella si apre la sua intervista pubblicata ieri su La Repubblica.

 

L’argomento sono i recenti sequestri che la Procura ha effettuato presso alcuni stabilimenti di Ostia, un tema che Sabella conosce molto bene, per essersene occupato da assessore alla legalità nella giunta di Ignazio Marino, dal dicembre 2014 all’ottobre 2015.

In sostanza l’ex assessore alla legalità afferma che durante il suo mandato si era iniziato a mettere mano agli abusi che riguardavano quasi tutti gli stabilimenti di Ostia, abusi conosciuti da tutti da anni, ma con la fine del suo mandato tutto si fermò.

 

Che la criminalità organizzata sia stata sostanzialmente lasciata in pace a Roma negli ultimi 10 anni dovrebbe essere una notizia da prime pagine nazionali, con annesse inchieste sul perché la sindaca Virginia Raggi rimise nei cassetti tutto il lavoro iniziato da Sabella, guardandosi bene dal muovere un dito contro l’illegalità (preveniamo eventuali obiezioni sui successi contro i Casamonica, dovuti essenzialmente all’impegno e coraggio della presidente Monica Lozzi e del municipio VII da lei guidato, come abbiamo spiegato a più riprese).

Così come qualcuno potrebbe utilmente chiedere all’attuale sindaco Roberto Gualtieri come sia possibile che un magistrato di provate capacità ed esperienza dieci anni fa si era ritrovato in prima linea a combattere la criminalità organizzata a Roma, mettendo mano pesantemente ad una miriade di atti amministrativi, mentre oggi sembra che quei problemi siano miracolosamente spariti  e che Roma sia divenuta un paradiso di legalità. Anche perché è vero che Gualtieri ha chiamato l’ex magistrato Francesco Greco per farsi aiutare sulla legalità e la sicurezza urbana, ma passato oltre un anno dalla sua nomina qualcuno ha mai sentito di una qualche azione di Greco?

 

Invece, grazie al fatto che guai a mettere in discussione l’operato del sindaco di Roma Roberto Gualtieri (laddove Virginia Raggi veniva impallinata per ogni minimo problema, i media ora si guardano bene anche dal solo criticare Gualtieri per cose anche gravi), della presenza della criminalità organizzata a Roma, a Ostia ma anche in tanti altri ambiti cittadini, si continuerà a parlare solo sporadicamente in qualche inchiesta televisiva, senza che la cosa abbia poi qualche conseguenza pratica.

 

Parlando di Alfonso Sabella, non possiamo non ricordare l’occasione in cui fummo noi stessi ad intervistarlo, nel settembre 2020,  nell’ambito del festival “Docu-menti. Visioni sul mondo”, organizzato dal comitato di quartiere Don Minzoni. In quell’occasione Sabella parlò della sua esperienza nell’amministrazione capitolina e di come con l’amministrazione Raggi si fosse fermata l’azione di ripristino della legalità che dopo lo scandalo di Mafia Capitale l’amministrazione Marino, e lui in prima persona, avevano intrapreso.

A quel tempo già si cominciava a parlare della campagna elettorale per le elezioni comunali dell’anno successivo e noi così scrivevamo:

I racconti di Sabella devono poi essere tenuti in grande considerazione da chiunque intenda candidarsi alla poltrona di sindaco di Roma alle elezioni del prossimo anno. Diremmo anzi che la lettura del libro che Sabella ha scritto a seguito della sua esperienza amministrativa, “La capitale infetta”, sia un passaggio fondamentale per qualsiasi candidato.

 

Siamo abbastanza sicuri che Gualtieri non sappia molto, se non proprio nulla, del passaggio di Alfonso Sabella nell’amministrazione capitolina e scommettiamo che non abbia letto il suo libro. Non si spiegherebbe altrimenti la totale mancanza di attenzione dell’amministrazione Gualtieri nei confronti dei fenomeni criminali che Sabella ha affrontato a Roma e ancora oggi continua a denunciare.

 

Infine riportiamo anche, amaramente, la chiosa del nostro articolo:

L’auspicio è che chi succederà al sindaco Raggi non commetterà lo stesso errore di ignorare il patrimonio di esperienza e competenza accumulate da Sabella e vorrà riprendere i progetti da lui avviati portandoli velocemente a realizzazione.

 

Si può tristemente dire che mai auspicio sia stato tanto disatteso come in questo caso, con Gualtieri che neanche saprà chi è stato Alfonso Sabella a Roma. Scommettiamo?

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3 risposte

  1. Mezze bugie, e mezze verità. Secondo convenienza. Come se in questi anni sia cambiato qualcosa. Vi siete dimenticati il misterioso commissariamento e il mancato coinvolgimento di Marino nelle indagini. Oltre a chi ha preso cinque anni di galera. Le inchieste partirono dai tempi di Alemanno per poi dissolversi. Per il pubblico arrestarono figure di secondo piano. Si dice Ostia si legge Roma, cari pennivendoli.

    1. Ma infatti quello che diciamo noi è che dopo oltre dieci anni non è cambiato nulla, salvo il fatto che di criminalità organizzata a Roma non se ne parla praticamente più, a parte sporadici accenni ad una certa etnia che gestirebbe tutti i locali di piazza Navona, oppure un’altra etnia specializzata in riciclaggio e movimentazione internazionale di denaro sporco, o anche l’evergreen degli innumerevoli abusi ed illeciti di quasi tutti gli stabilimenti di Ostia.

  2. Mezze bugie, e mezze verità. Secondo convenienza. Come se in questi anni sia cambiato qualcosa. Vi siete dimenticati il misterioso commissariamento e il mancato coinvolgimento di Marino nelle indagini. Oltre a chi ha preso cinque anni di galera. Le inchieste partirono dai tempi di Alemanno per poi dissolversi. Per il pubblico arrestarono figure di secondo piano. Si dice Ostia si legge Roma, cari pennivendoli.

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