+++ Aggiornamento 28/01 h10:40: leggiamo oggi la notizia, apparentemente data solo da Il Messaggero (nulla anche sul sito web del Comune di Roma), che il bando è stato assegnato e il nuovo servizio partirà a febbraio. Il numero dei mezzi è stato aumentato, 40 carri attrezzi nelle fasce di punta e almeno 5 di notte, rispetto ai 24 e 3 rispettivamente del bando precedente, e i depositi veicoli raddoppiati, da 4 a 8.
Da febbraio potremo osservare se si vedrà la differenza rispetto ad un servizio rimozioni che negli ultimi (molti) anni è apparso inesistente. L’impressione, e il timore, è che anche raddoppiando il numero dei mezzi non si riuscirà ad incidere su un malcostume che a Roma è radicato e diffuso come in nessun’altra grande città occidentale. Se si considera, ad esempio, quello che accade sistematicamente la notte in centro storico, quello che abbiamo chiamato “La più grande sospensione della legalità dell’occidente“, viene da chiedersi come si potrà affrontare quel problema con solo 5 mezzi per tutta la città.
Siamo tutt’altro che esperti di bandi, ma possibile che non si possa studiare qualche meccanismo per rendere più dinamico il servizio, superando il numero fisso di mezzi e adattandolo di volta in volta alla domanda?
Rimangono infine valide le preoccupazioni per un’amministrazione che ci mette due anni a rinnovare una concessione, e in questo caso non è possibile sollevare un’eventuale eccessiva pignoleria del TAR: se si nominano degli “esperti” che alla prima occasione ammettono di non essere per nulla esperti della materia di chi è la responsabilità? +++
Ai tempi della giunta Raggi avevamo seguito negli anni i vari tentativi di assegnare il servizio di rimozione dei veicoli in sosta d’intralcio; sette bandi, in quattro anni, furono necessari per concludere la gara e, come descrivemmo in occasione dell’ultimo bando, il servizio assegnato prevedeva un numero scarsissimo di mezzi.
A dicembre 2019 finalmente i carri attrezzi tornarono a Roma, anche se sinceramente la differenza non si vide granché.
Sette bandi in quattro anni, per di più per assegnare un servizio rimozioni inefficace, lo avevamo attribuito alla combinazione di inesperienza e supponenza che aveva caratterizzato il governo M5S a Roma.
Oggi capiamo però che ci deve essere dell’altro, perché alla scadenza di quel conttratto assegnato nel 2019 l’attuale amministrazione capitolina ha provato a rinnovarlo (presumibilmente nel 2023), ma a tutt’oggi la cosa non appare ancora conclusa.
Si direbbe quindi che sia proprio il tema “carri attrezzi” ad essere particolarmente ostico a Roma, come se la sosta selvaggia da record mondiale presente in città riuscisse a rendere difficile la vita ai poveri funzionari incaricati dei bandi.
Purtroppo non siamo riusciti a trovare informazioni di dettaglio sull’iter del procedimento che dovrebbe riassegnare il servizio. L’unica notizia che abbiamo trovato confermerebbe però l’esistenza di una qualche maledizione a Roma: stando ad un articolo di VignaClaraBlog.it del maggio 2024 la commissione di esperti nominata per assegnare la gara indetta nel 2023 era composta da inesperti (!?!)
Di seguito un estratto dall’articolo citato:
“Ad essere inesperti furono proprio i tre commissari ad ammetterlo e a verbalizzarlo. I tre erano stati estratti a sorte fra i funzionari e i dirigenti capitolini. A giudicare le caratteristiche delle singole offerte si ritrovarono così un dirigente della Soprintendenza capitolina dei beni culturali, un funzionario della Polizia Locale che però non aveva mai svolto compiti attinenti alla rimozione auto e, infine, un funzionario dell’area Cultura.
I tre, appena insediata la commissione, verbalizzarono che “…i componenti estratti non sono esperti e competenti in materia per la gara in oggetto”. Ma l’iter andò avanti lo stesso, la commissione non venne rimossa e sostituita arrivando così all’aggiudicazione della gara a un raggruppamento di due società napoletane con un’offerta al ribasso rilevante.
Preso atto della graduatoria e degli atti, le società componenti il raggruppamento secondo arrivato fanno ricorso ai giudici del TAR che passano in rassegna il curriculum vitae dei tre commissari arrivando alla conclusione che “la commissione non possedeva i requisiti di competenza/esperienza necessari all’assolvimento dell’incarico, come dagli stessi membri (del resto) esplicitamente ammesso”.”
Per dirlo in sintesi: gli “esperti” che dovrebbero giudicare i partecipanti al bando si dichiarano incompetenti, ma non vengono sostituiti e una volta stabilita la graduatoria i secondi classificati ricorrono al TAR e quest’ultimo non può che constatare la scorrettezza del procedimento.
Si può essere più approssimativi e irresponsabili?
È colpa del sindaco Gualtieri se nella capitale d’Italia accadono ancora cose talmente surreali? Ovviamente no, ma rientra senz’altro nelle sue responsabilità se cose del genere sono ancora troppo spesso la norma senza che si intraveda qualche segnale che indichi si stia lavorando per migliorare la macchina amministrativa alle vongole che caratterizza Roma.
I romani si sono ormai abituati a fare a meno di un servizio rimozioni degno di questo nome, ma la cosa ha impatti devastanti non solo sul traffico privato che deve convivere con una sosta selvaggia generalizzata, bensì anche sul Trasporto Pubblico Locale che ormai quotidianamente vede intere linee interrotte da veicoli in sosta d’intralcio.
Di seguito l’elenco delle interruzioni delle linee tram causate dalla sosta selvaggia negli ultimi otto giorni:
Praticamente ogni giorno almeno una linea tram viene interrotta da auto in sosta d’intralcio e la cosa incomprensibile è come sia più facile e veloce sostituire la linea con alcuni bus (facendoli venire dai depositi e distraendoli da altri servizi) piuttosto che far arrivare un carro attrezzi che rimuova il veicolo.
Questo è un mistero che meriterebbe di essere spiegato da qualcuno dell’amministrazione capitolina, ma che non sfigurerebbe anche in un’interrogazione parlamentare, visto che stiamo parlando della capitale d’Italia e di un problema grave che si verifica ogni giorno e viene ignorato da tutti, sindaco incluso.