GabrielliMarino

Niente commissariamento del Comune di Roma da parte del Governo, quindi, non essendo stati rilevati evidentemente gli elementi di infiltrazione mafiosa necessari per procedere con quella misura estrema (che però è stata presa per il Municipio di Ostia).

Se però Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale sono stati lasciati al loro posto, è stata prevista una tutela dell’attività di governo della città da parte del prefetto Gabrielli. Sono otto gli ambiti in cui il prefetto potrà intervenire a supporto (e controllo) di Sindaco e Giunta, tra cui “gli atti di indirizzo e controllo del Comune nei settori più critici (verde pubblico e ambiente, campi nomadi, immigrazione, emergenza abitativa)”. Un ruolo importante quindi quello che assume il prefetto, che così diviene un vero e proprio alter ego del Sindaco.

Apparentemente sono tutti soddisfatti della soluzione.

Il Governo, che così ha evitato sia una misura drastica come il commissariamento, particolarmente difficile da giustificare e gestire con un Giubileo alle porte, sia un nulla di fatto improponibile nella situazione attuale di Roma.

Il Sindaco, che ha scampato la sua decadenza e può ora affermare di aver ricevuto dal Governo il supporto del prefetto Gabrielli.

Ed anche l’opposizione probabilmente non è troppo scontenta di quanto deciso, potendo così continuare un facile tiro al piccione col Sindaco Marino senza doversi assumere l’onere di fornire un’alternativa credibile per il governo della città.

Nel nostro piccolo noi rimaniamo perplessi per una decisione che se apparentemente è tutto sommato di buon senso (ossia: non ci sono i termini per lo scioglimento del Comune ma gli forniamo un aiuto per proseguire l’azione di risanamento) in realtà nasconde il pericolo di non poter funzionare, ingarbugliando ancor di più le già farraginose procedure con cui funziona la macchina amministrativa.

Non essendoci infatti precedenti per una situazione come quella delineata dal Governo per Roma, come dovranno praticamente coordinarsi Sindaco e Prefetto per gli interventi di cui condividono la responsabilità?

A nostro avviso il Governo avrebbe dovuto scegliere tra il commissariare la città, nel caso le infiltrazioni mafiose fossero state provate, o lasciare a Sindaco e Consiglio Comunale la responsabilità e l’autonomia per continuare a governare Roma, quelle affidategli dagli elettori al momento del voto. L’ambigua strada scelta rischia invece di rendere impossibile capire di chi sarà la colpa se le cose poi non funzioneranno.

Chiudiamo affidandoci al commento rilasciato dal consigliere Riccardo Magi a seguito delle decisioni del Governo: “spieghi [Alfano, ndr] in base a quale norma attribuisce al prefetto poteri di indirizzo senza commissariamento”. Che noi interpretiamo come: è possibile riportare ordine e legalità a Roma inventandosi una situazione che nessuna norma prevede?

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