Collaboriamo alla rinascita di Roma: i cartelloni

Torniamo a dare seguito al proposito espresso a seguito dell’assoluzione della Sindaca, quando decidemmo di provare a suggerire come affrontare alcuni dei problemi di Roma, sulla base dell’invito della stessa Sindaca Raggi:

Adesso vorrei che i cittadini, tutti, collaborassero alla rinascita di Roma.

 

Purtroppo dobbiamo dire che le prime due puntate di questa nostra iniziativa (dove abbiamo parlato di strade e rifiuti) non sembra abbiano prodotto uno straccio di riflessione o di riscontro da parte dell’amm.ne.  Non che ci fossimo fatti particolari illusioni, ma certo non ci fa una bella figura la Sindaca che prima chiede collaborazione ai cittadini e poi quando qualcuno gliela offre non si vede ricevere una cortese risposta, un segno di assenso, neanche un tweet di generico ringraziamento, tipo “grazie del contributo, vi faremo sapere”.

È questo chiaramente un atteggiamento che conferma la cifra che fin dall’inizio ha contraddistinto l’attuale amministrazione M5S: a parole “Trasparenza e Partecipazione” ma nei fatti il massimo dell’opacismo e del verticismo.

Pur continuando a non farci illusioni, noi la nostra parte vogliamo farla lo stesso, sia perché c’è sempre la possibilità, pur remotissima, di un cambio di registro da parte dell’amm.ne, sia perché abbiamo la speranza che le nostre riflessioni non cadano completamente nel vuoto; da una parte infatti esse possono risultare di un qualche stimolo ai vari livelli dell’amm.ne, pur senza che se ne abbia notizia, dall’altra perché possono contribuire ad un dibattito cittadino che, pur nella completa assenza dell’amministrazione in carica, in qualche modo può avvenire tramite i social. Chiaramente non abbiamo la pretesa di avere una soluzione per tutti i problemi, né la convinzione che le nostre ricette rappresentino la perfezione. Siamo però convinti di quello che proponiamo, perché lo abbiamo maturato in anni di impegno e lavoro sul campo, ma soprattutto siamo ben disposti a confrontarci con chiunque abbia a cuore il destino di Roma e se del caso a cambiare volentieri idea quando ci si faccia convinti.

 

Questa volta torniamo sul tema degli impianti pubblicitari: un vero e proprio cavallo di battaglia per noi. È infatti dalla presenza esorbitante di cartelloni a Roma che si è consolidato il nostro impegno civico circa dieci anni fa e in tutti questi anni nostro malgrado (avremmo infatti senz’altro preferito spendere il nostro tempo in altri modi) abbiamo maturato un’esperienza notevole nella materia.

 

Per fare una breve cronistoria degli impianti pubblicitari a Roma segnaliamo le seguenti tappe:

  • dopo anni di tentativi in gran parte infruttuosi di mettere ordine nella materia a cura delle giunte Rutelli e Veltroni, nel 2009 la giunta Alemanno vara un nuovo regolamento che in sostanza consente l’installazione indiscriminata di impianti un po’ ovunque a Roma;
  • gli effetti di tale regolamento, la famigerata delibera 37 del 2009, portarono in pochi mesi a quella che fu chiamata “la cartellopoli romana”, ossia la totale perdita di controllo degli impianti installati da parte dell’amministrazione comunale, con enormi problemi di sicurezza (spesso gli impianti venivano installati in violazione delle norme del codice della strada) e di decoro;
  • l’amministrazione Marino, a seguito di un lavoro di preparazione portato avanti dall’allora assessore al commercio Marta Leonori (lavoro a cui partecipò attivamente anche l’associazione Bastacartelloni da cui Diarioromano ha preso le mosse), nel luglio 2014 approvò il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP), una riforma complessiva della pubblicità esterna per riportare decoro a Roma e maggiori risorse per la collettività; da ricordare che i quattro consiglieri M5S, al tempo all’opposizione e tra cui vi era anche Virginia Raggi, votarono a favore di tale riforma;
  • la caduta della giunta Marino e la reggenza Tronca bloccarono l’iter della riforma;
  • la vittoria del M5S alle elezioni comunali del 2016 fece sperare in una formidabile accelerazione nell’attuazione del PRIP, visto che esso era citato al punto n.1 del programma di Virginia Raggi, ma nei fatti la nuova amministrazione fin dall’inizio dimostrò un improvviso totale disinteresse (fa eccezione qualche atto portato avanti dall’ex-assessore Meloni).

 

 

 

 

Per dimostrare ulteriormente quanto il M5S ci tenesse alla riforma degli impianti pubblicitari, riportiamo l’estratto da una pagina web ancora disponibile sul sito del Movimento 5 Stelle Roma, dove l’allora gruppo di opposizione del M5S si doglieva dei ritardi nell’iter di approvazione del PRIP.

 

 

 

 

Ad oggi la situazione è che praticamente potrebbero partire i bandi per l’assegnazione dei lotti in cui è stato suddiviso il territorio cittadino ma nessuno fa niente. La cosa incredibile è che l’assegnazione dei lotti porterebbe ad un immediato repulisti di tutti gli impianti illegali (realizzato dalle ditte vincitrici dei lotti prima di poter installare nuovi impianti), a maggiori introiti per le casse comunali e alla fornitura di servizi alla cittadinanza quali il bike sharing (Roma è l’unica capitale europea totalmente priva di tale servizio!), toilette e arredi pubblici.

Chi ci rimetterebbe con i bandi? Semplice: tutte quelle ditte che vivono di piccoli illeciti, che deturpano il territorio per pochi euro (gli impianti pubblicitari a Roma hanno perso gran parte del loro valore a causa dell’eccessiva concentrazione), che campano di abusi e sotterfugi.

Possibile che l’amministrazione nei fatti dimostri di tutelare pochi furfanti ai danni dell’interesse della stragrande maggioranza della popolazione? Incredibile a dirsi ma le cose stanno proprio così!?!

 

A maggio 2018 riprendemmo un articolo de Il Messaggero che definiva quella dei cartelloni la prima sfida per il nuovo assessore Cafarotti, nominato allora in sostituzione di Adriano Meloni. Ebbene l’assessore pare averla lasciata del tutto cadere tale sfida, stante il suo totale far nulla in materia.

 

Nel recente passato a più riprese abbiamo fatto rilevare come ormai a Roma si deve purtroppo tornare a parlare di cartellopoli, con l’installazione di nuovi impianti che è ripresa in grande stile e l’amministrazione che assiste inerme alla realizzazione degli illeciti.

L’ultimo che abbiamo documentato è relativo ad un impianto che sono già due volte che viene posizionato abusivamente, sanzionato dalla Polizia Locale ma rimane su strada a far guadagnare illecitamente la ditta proprietaria.

 

 

A differenza di altri problemi cittadini che mostrano enormi complessità (i rifiuti, la mobilità, la manutenzione stradale, ecc.), quello dei cartelloni è di facile ed immediata soluzione: basta che la Sindaca Raggi rompa gli indugi e dia mandato all’assessore Cafarotti di procedere con la predisposizione dei bandi per l’assegnazione dei lotti di impianti.

Qualsiasi motivazione addotta per rimandare o addirittura bloccare la cosa è puramente strumentale a salvaguardare gli interessi, in genere illeciti, di pochissimi soggetti economici.

 

Si deciderà finalmente la Sindaca a tirare questo rigore a porta vuota che ha a disposizione dall’inizio del suo mandato? Mah …

 

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Una risposta

  1. Ottimo lavoro di questo website nell’ordinare i fatti accadutisi durante le varie amministrazioni. Una cosa del quale sono certo, però, è che questa “dimenticanza” dei Cinque Stelle sia piuttosto l’ennesima scelta presa a tavolino per rovinare la città.
    Roma è vittima di un piano di distruzione architettato dietro le quinte da una elite di poteri forti i quali vogliono attuare una manovra di ‘social engineering’, di sostituzione razziale e religiosa così come di impoverimento (e caduta) dell’Impero Romano – ovvero Roma e l’Occidente da lei partorito.
    Presto i cartelloni sembreranno piccoli ed insignificanti problemucci per una città che verrà smantellata da una catena di attacchi terroristici che il mondo non ha mai testimoniato prima. Il Colosseo crollerà del tutto e il biondo Tevere si tingerà di rosso a causa del sangue che verrà versato.
    La città verrà conquistata dall’Islam prima e dal comunismo cinese poi.

    I giorni sono contati.

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