Le buche delle strade di Roma sono ormai un tormentone cittadino, un problema ricorrente ed apparentemente insolubile che viene citato da tutti, in particolare dagli innumerevoli candidati a sindaco della città.

Senza voler togliere nulla alle colossali buche rintracciabili in sempre più punti di Roma, è fuor di dubbio che il luogo più rappresentativo del problema buche è piazza Venezia. Perché è nel pieno centro storico, perché è ai piedi del colle del Campidoglio, dove ha sede il governo di Roma, perché presenta voragini di tutti i tipi capaci di mettere a dura prova anche mezzi fuoristrada.

Se dell’amministrazione Alemanno ricordiamo la “romanella” (lavoretto superficiale e di breve durata) fatta sui sampietrini di via Nazionale e piazza Venezia, che già al tempo si sapeva non sarebbe durata molto, il governo Marino si è distinto per gli annunci ripetuti di voler affrontare di petto il problema “buche”, senza però incidere in nulla su di esso.

Sul Commissario Tronca in molti avevano riposto la speranza che potesse operare sui problemi cittadini con un’efficacia diversa rispetto ai governi eletti. Purtroppo però ci si è dovuti ricredere, dovendo prendere atto di un fallimento generalizzato della gestione commissariale. E la questione buche è esemplificativa di un tale fallimento. Non solo infatti si è continuato a mettere pezze di qua e di là, con spesso i vigili costretti a presidiare le nuove voragini che si aprono sulle strade, ma nei pochi lavori che si è riusciti ad effettuare non si è stati in grado di gestire le priorità, lasciando apparentemente al caso la scelta della scaletta da seguire.

In centro si sono visti gli interventi sui sampietrini di piazza della Repubblica e alla Piramide, mentre in questi giorni si è partiti (finalmente!) con i lavori in piazza Venezia.

Ma quello che lascia sbalorditi è non solo lo stato della strada che collega la Presidenza della Repubblica con il Campidoglio, ossia via IV Novembre, ma soprattutto la segnaletica ivi presente, più adeguata ad una mulattiera di montagna che al viale che collega i massimi poteri nazionali e locali. La via è infatti da anni in tali condizioni da imporre un limite di 30 km/h e l’indicazione esplicita di “strada dissestata“?

 

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A noi pare che una tale segnaletica costituisca una resa totale al dissesto stradale nel cuore di Roma, con la definitiva presa d’atto che non c’è modo di garantire condizioni stradali normali su un percorso che più centrale ed in vista non si può.

Un paio di millenni or sono i nostri antenati insegnavano al mondo come costruire strade confortevoli e durature. Oggi a Roma si alza bandiera bianca sulla strada tra il Campidoglio ed il Quirinale.

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