A Roma si può cambiare e il primo passo lo si può fare oggi con le primarie

Si vota fino alle 21 per scegliere il candidato sindaco di centro-sinistra. Ecco perché Caudo potrebbe spezzare il brutto andazzo del Pd romano

In oltre sei anni di attività crediamo di aver dimostrato di non avere mai un partito preso sulle questioni ma di cercare sempre di guardare al bene di Roma e dei romani.

Per questo non abbiamo mai avuto paura di prendere una posizione sui vari temi sostenendo di volta in volta la parte che a noi più convinceva. Lo stesso abbiamo fatto in occasione di elezioni cittadine, presentandola come una scelta di trasparenza e di onestà sull’esempio dei media anglosassoni. Nel 2016, ad esempio, alle elezioni comunali addirittura consigliammo la Raggi come seconda scelta (pur con qualche cautela che poi si è rivelata fondata)!?!

 

Secondo noi le primarie del centro-sinistra che si tengono oggi sono estremamente importanti, a dispetto della scarsissima informazione che è girata al riguardo. La partita reale di questa tornata elettorale è infatti se lo schieramento di centrosinistra debba continuare con lo stesso schema che si trascina dal 2008, quando le elezioni le vinse Alemanno, o se è possibile mettere in campo una proposta diversa che provi a far uscire Roma dal declino in cui annaspa da decenni.

Dopo i mandati Rutelli e Veltroni, generalmente considerati molto positivi (pur con qualche ombra per alcuni), nel 2008 il centrosinistra fu spedito all’opposizione e per cinque anni invece che controllare l’amministrazione in carica si dedicò al consociativismo che poi fu squadernato con la bomba Mafia Capitale.

 

Nel 2013 Ignazio Marino vinse a sorpresa le primarie del centrosinistra e poi le elezioni comunali, mettendo in campo un governo cittadino che cominciò a mettere le mani sulle questioni più scottanti di Roma: rivoluzionò la questione rifiuti chiudendo la discarica di Malagrotta e sconvolgendo un affare annuo di quasi 1 miliardo di euro (tanto è quello che ogni anno riceve AMA dal Comune per gestire i rifiuti), mise dirigenti capaci in ATAC, ebbe il coraggio di mettere un esterno a capo dei vigili (mai accaduto prima), riportò in attivo le farmacie comunali (le uniche al mondo che perdevano soldi perché pare che qualcuno rubasse e si rivendesse i farmaci), ecc.

Il PD era il partito di Marino ma gli si mise contro in maniera sempre più plateale, fino a dimissionarlo alla chetichella davanti un notaio, rifiutandosi di portare la questione in Assemblea Capitolina.

 

Poi nel 2016 arriva Virginia Raggi e il PD torna all’opposizione, ma ancora una volta invece che svolgere il proprio compito, altrettanto importante di quello della maggioranza, si dà letteralmente alla macchia, non dando notizia di sè praticamente per tutti i cinque anni di consiliatura.

 

Ebbene il PD che oggi presenta come proprio candidato Roberto Gualtieri è esattamente lo stesso partito che ha avuto una posizione ambigua (ad essere buoni) con Alemanno, che ha liquidato Marino senza fornire spiegazioni, che non ha mai fatto nulla per contrastare una consiliatura disastrosa come quella di Virginia Raggi.

 

Il nostro primo consiglio è quindi di evitare di sostenere un candidato che replicherà per l’ennesima volta lo schema classico di un partito che pensa solo a mantenere lo status quo delle lobbies e potentati cittadini e alle dinamiche interne, disinteressandosi di quello che realmente occorre a Roma.

Votare Gualtieri, al di là del valore della persona, significa ridare pieno potere a gente come Matteo Orfini, colui che orchestrò l’indegna defenestrazione di Marino e che ancora nel 2019, a seguito di tutte assoluzioni di Marino dalle accuse mossegli (alcune delle quali forse addirittura provenienti da ambienti PD), dichiarava che non sentiva di doversi scusare perché in realtà Marino non era adeguato ad amministrare Roma!?! Dal che viene da pensare che per Orfini fosse normale che le farmacie comunali fossero in perdita o che il fiume di denaro che ruotava intorno ai rifiuti dovesse continuare ad andare ai soliti noti.

 

Gualtieri a parte, vi sono altri sei candidati alle primarie di oggi.

Nelle poche occasioni di confronto a cui abbiamo potuto assistere alcuni di loro hanno dato buona prova di sé, mentre altri hanno mostrato limiti evidenti.

Su tutti però, a nostro avviso, spicca per competenza e soprattutto per esperienza Giovanni Caudo, ex assessore all’urbanistica nella giunta di Ignazio Marino e attuale presidente del Municipio III. Unico tra tutti i candidati a poter vantare esperienze dirette nell’amministrazione capitolina, Caudo ha potuto conoscere sia la macchina amministrativa comunale che quella municipale, essendo quindi in grado fin dal primo giorno, in caso di elezione, di capire cosa si può fare, e come, e cosa no, evitando così di passare uno o due anni a raccapezzarsi su come funzionano le cose in Campidoglio.

Inoltre la candidatura di Giovanni Caudo viene da lontano, dal novembre 2020, e gli ha permesso di fare un percorso di incontri e riflessioni con tantissime realtà cittadine che ha raffinato la visione che lui ha dimostrato di avere per Roma.

Caudo, ad esempio, non ha mai parlato della necessità di dare una ripulita a Roma dai rifiuti, bensì di come i rifiuti siano una grande opportunità per la città che deve solo essere colta da chi ha le giuste capacità e visione. Su ogni argomento cittadino Caudo ha dimostrato di saper coniugare grandi aspirazioni con capacità di intervento operativo, riassumendo il suo approccio con lo slogan “dal marciapiede al cielo“. Sulle politiche abitative, altro esempio, l’obiettivo di offrire a tutti la possibilità di avere una casa dignitosa può essere realizzato per Caudo destinando una parte delle trasformazioni da uffici ad abitazioni in edilizia convenzionata e incentivando i proprietari a prediligere affitti di lungo periodo ai B&B, tramite sgravi dell’IMU o della TARI.

Insomma grandi visioni (“Roma agricola”, coniugando il ciclo dell’urbano con quello agricolo, oppure Roma capitale del Mediterraneo) tutte accompagnate da percorsi operativi per realizzarle.

Nessun altro candidato alle primarie ha dimostrato di avere così tante idee, così elaborate, insieme alla capacità (e credibilità) per attuarle.

Infine sostenere Caudo vuol dire in qualche modo riprendere il filo dell’esperienza di Ignazio Marino, colui che aveva avviato a soluzione alcuni degli annosi problemi di Roma e che probabilmente proprio per quello è stato mandato via in malo modo. Non a caso Marino è tornato dagli Stati Uniti, dove ora vive e lavora, per sostenere Giovanni Caudo, dando vita ad un intenso ed interessante incontro pubblico.

 

 

Più di qualcuno è convinto che queste primarie vadano boicottate perché partecipando si fa il gioco del peggiore PD. È invece vero esattamente il contrario, tant’è che il PD non ha fatto nulla per avere un confronto pubblico tra i candidati su qualcuna delle tv nazionali (laddove nel 2016 ve ne furono due). Il PD romano, quello guidato da un imbarazzante Andrea Casu (lo ricordiamo bene in contrapposizione al sempre ottimo Walter Tocci), porterà i propri iscritti a votare Gualtieri, il quale riuscirà a vincere se la gran parte dei votanti saranno gli iscritti stessi.

Se invece chi ne ha abbastanza di un PD che pensa solo a sé stesso e non alla città andasse a votare e scegliesse Giovanni Caudo, vi sarebbe la possibilità di rompere finalmente lo schema di centrosinistra classico che è concausa del declino di Roma.

 

La sua profonda cialtronaggine il PD romano ha pensato bene di riaffermarla solo ieri, allorché ha pubblicato sulla sua pagina facebook un fac simile di scheda elettorale privo dei nomi degli altri candidati.

 

 

Si direbbe che abbiano talmente paura degli altri, di Caudo in particolare, visto un recente sondaggio, che preferiscono non far neanche vedere i loro nomi.

Chiaramente è un atteggiamento insolente nei confronti degli altri candidati, che non fa che confermare la pochezza del PD romano e che meriterebbe che gli iscritti per primi dessero un segnale di discontinuità votando il candidato più indigesto per il PD, ossia Giovanni Caudo.

 

Nell’incontro pubblico con Marino e Caudo, che abbiamo ricordato prima, vi furono alcuni interventi da parte del pubblico. L’ultimo di questi fu fatto da una signora anziana, su una sedia a rotelle e con un ausilio per la respirazione. La signora disse di essere una tesserata storica del PD ma di voler votare convintamente per Giovanni Caudo, perché per lei è lui che incarna davvero i valori del partito, mentre la dirigenza non si sa più che strada abbia preso.

 

Se oggi vincerà Gualtieri lo scenario che si prefigura per l’autunno è di una contesa tra lo stesso schema di centrosinistra degli ultimi 13 anni, parentesi Marino a parte, e la vittoria di un centrodestra privo di idee ed impreparato a guidare Roma, con Calenda a fare da spettatore.

Se invece prevarrà Caudo ci sarà la possibilità di uno schema politico nuovo e non sarebbe da escludere un’eventuale convergenza tra Caudo e Calenda su un programma ambizioso e riformatore per Roma.

 

 

Ricordiamo che i gazebo elettorali saranno aperti solo oggi dalle 8 alle 21 e che il voto online sarà possibile solo a coloro che si sono registrati entro giovedì scorso.

Per tutte le altre informazioni, incluso il modo di individuare il proprio seggio elettorale, rimandiamo ad un nostro recente articolo.

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