Villa Celimontana: per l’amm.ne i cittadini sono sudditi “anonimi”

Il giardino riapre dopo una chiusura di sei mesi per interventi che avrebbero richiesto un paio di settimane. Ma il Comune non manca di offendere ulteriormente i cittadini

La buona notizia è che finalmente Villa Celimontana è stata riaperta. Vi sono ancora parti chiuse, non tutto è proprio a posto ma il grosso della villa torna ad essere fruibile ed è un bello spettacolo.

 

 

Erano più di quattro mesi che Villa Celimontana era chiusa, da gennaio di quest’anno, per effettuare potature e rimuovere il guano lasciato dagli storni.

A più riprese alcune associazioni di zona avevano chiesto informazioni sulle operazioni in corso e su quando la villa sarebbe stata riaperta, ma dal Dipartimento ambiente erano venute mezze notizie e nulla sulla possibile riapertura.

 

Poi una decina di giorni fa la presidente della commissione cultura dell’Assemblea Capitolina, Eleonora Guadagno, con un post un po’ sconclusionato (dove afferma che Villa Celimontana si estende su novemila ettari, ossia quasi la superficie del comune di Firenze!?!) ha informato della probabile (“salvo imprevisti“) riapertura della villa a fine maggio.

Guarda caso a distanza di un paio di giorni a manifestare per la riapertura di Villa Celimontana, che a quel punto era stata annunciata, si sono visti sia Maurizio Gasparri che Roberto Gualtieri. Quest’ultimo avrebbe magari potuto dare una mano prima sul problema, visto che è stato eletto nel collegio centro storico a gennaio 2020 e da tempo non ha più i pressanti impegni da ministro dell’economia.

 

Tornando all’impegno di associazioni di zona e cittadini per far riaprire la villa, l’interlocuzione da costoro stabilita con il Dipartimento ambiente si è conclusa con una comunicazione che ha lasciato tutti di stucco.

A dispetto infatti del fatto che tutte le comunicazioni inviate erano firmate dalle associazioni e dai rispettivi referenti, il messaggio inviato dal Dipartimento si apre con uno sconfortante: “Gentile ANONIMO“!?!

 

 

Questo il testo con cui Paolo Gelsomini, presidente dell’Associazione Progetto Celio, ha commentato l’incredibile lettera:

 

DI MALE IN PEGGIO

Ecco la risposta di Roma Capitale dopo il nostro Flashmob davanti al cancello chiuso di Villa Celimontana. La freddezza burocratica è agghiacciante! Quel Gentile Anonimo è uno schiaffo! Le nostre due lettere di aprile e di maggio sono state firmate da Paolo Gelsomini per l’Associazione Progetto Celio e da Silvia Franca Cipriani per il Comitato Celio Aperto. Quale Anonimo? Inoltre continuiamo a non conoscere i tipi di lavori sugli alberi che stanno conducendo all’interno di Villa Celimontana. Potature? Tagli? Abbattimenti? Ricordiamo a Roma Capitale che dal 15 maggio è entrato in vigore il Regolamento del Verde Urbano comunale che Roma Capitale deve rispettare quando opera sugli alberi. Chiediamo troppo? Domenica nei cartelli avevamo scritto: “I CITTADINI NON SONO SUDDITI E CHIEDONO CHIAREZZA”. Ecco, la chiarezza è arrivata, cari anonimi e anonime di Celio. Che tristezza!
Com’è di tutta chiarezza, si tratta di un comportamento vergognoso da parte di un ufficio pubblico, tanto più grave in quanto in teoria in Campidoglio vi sarebbero i paladini della “Trasparenza e Partecipazione“, coloro che in realtà hanno dato viva all’amministrazione capitolina più opaca e verticistica che si sia mai vista a Roma negli ultimi decenni.
In una situazione normale l’autore di quel messaggio sarebbe stato formalmente ripreso dal suo responsabile e l’ufficio avrebbe porto le proprie scuse ai cittadini. Nella Roma di Virginia Raggi invece quello schiaffo ai cittadini rimarrà impunito perché in realtà rappresenta lo stile di tutta la ditta. Dalla Raggi in giù infatti, con forse una o due eccezioni, sono tutti i rappresentanti istituzionali che dei cittadini se ne fregano altamente, considerandoli come dei sudditi, pronti però tali rappresentanti a genuflettersi immediatamente alla lobby di turno.
Nel caso servisse un’ulteriore prova che Raggi & Co. sono totalmente inadeguati a guidare Roma eccocela fornita e aspettiamo con ansia l’arrivo dell’autunno per poter mettere fine a questo incubo (perché noi continuiamo ad essere convinti che il M5S non verrà riconfermato alla guida della città).
Tornando allo stato di Villa Celimontana ora che è stata riaperta, ci saremmo aspettati una situazione migliore, considerati gli oltre quattro mesi di chiusura. Come detto, alcune parti della villa sono ancora chiuse mentre altre richiedono ulteriori interventi.
La cosa appare alquanto incomprensibile se si considera che Villa Celimontana confina con il Servizio Giardini del Comune di Roma, un luogo che viene tenuto curato come un club privato per ricchi.
Da notare alcuni pini che appaiono in condizioni critiche, probabilmente attaccati dalla cocciniglia tartaruga.
Infine nei nostri giri all’interno della villa abbiamo notato una costruzione confinante, apparentemente inutilizzata, dove sono esposte delle bandiere rovinate dagli agenti atmosferici.
Sarebbe davvero il caso, soprattutto in prossimità della festa della Repubblica Italiana, che qualcuno o la sostituisse quella bandiera italiana oppure rimuovesse i brandelli rimasti.
P.s.: nonostante siano passate settimane dalla pubblicazione del post e più di qualcuno gliel’abbia fatto notare nei commenti, per la presidente della commissione cultura dell’Assemblea Capitolina, Eleonora Guadagno, Villa Celimontana continua ad avere un’estensione di novemila ettari (NOVEMILA ETTARI!?!)

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