Un piano regolatore anche per urtisti e camion bar

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Tutti ricorderanno lo storico spostamento dei camion bar e degli urtisti dalle zone più pregiate del centro storico. Fu un atto molto forte della giunta Marino, frutto anche della cosidetta “direttiva Ornaghi” e del tavolo del decoro, voluto tra gli altri dal Ministro Franceschini.

Contro quel provvedimento i titolari delle licenze di camion bar e urtisti hanno fatto una dura opposizione. Sono scesi in piazza, gridando addirittura alla discriminazione (molti degli urtisti sono di religione ebraica) e hanno presentato una serie di ricorsi al Tar.

Il Tribunale amministrativo, però, ha dato loro torto in tutte gli aspetti. In gergo calcistico si direbbe che il Campidoglio ha battuto i Tredicine e gli altri ambulanti 3 a 0. A leggere le sentenze del Tar si comprende che il provvedimento comunale era stato congegnato con attenzione proprio per non incappare in censure che avrebbero mandato a monte l’intero spostamento. Secondo i ricorrenti il Comune non avrebbe tenuto conto della posizione “storica” di alcuni commercianti e non avrebbe assegnato loro una postazione di pari equivalenza, come stabilisce la normativa.

Ma i giudici sono molto netti e scrivono che “un titolo legittimo non comporta un diritto assoluto e incondizionato di insistenza nel medesimo luogo“. Inoltre affermano che l’amministrazione ha la possibilità di modificare la situazione attuale “quando sussista un superiore interesse pubblico” e nell’ambito di un processo complessivo di pianificazione.

Insomma, detta in altre parole, se stai a via della Croce con un banchetto di souvenir da 20 anni, non significa che potrai starci per sempre. Perchè le situazioni possono cambiare e le istituzioni hanno diritto di decidere come e dove spostarti.

camion bar 3
prima dello spostamento

 

 

Abbiamo preso ad esempio via della Croce perchè è uno dei casi sui quali è stato investito il Tar. La sentenza n. 13650 del 2015  è molto chiara sul punto e afferma che il comune può spostare in altre aree gli ambulanti purchè abbia avviato un processo di partecipazione e stabilisca una nuova pianificazione.

 

UN NUOVO PIANO REGOLATORE. Ed è proprio questo della pianificazione il punto nodale. Come accaduto per i cartelloni pubblicitari dove è stato redatto un Piano che stabilisce dove gli impianti possono stare e dove sono vietati, gli uffici capitolini sono al lavoro per predisporre un piano su camion bar e urtisti. Uno strumento che sarebbe rivoluzionario a Roma e che per la prima volta pianificherebbe la presenza di questi ambulanti in aree specifiche, senza uccidere le loro attività, ma anche tutelando l’ambiente e la storia.

Un lavoro che sta realizzando il dottor Francesco Paciello, da poche settimane alla guida del dipartimento che sovrintende le attività commerciali su area pubblica. Forte dell’esperienza maturata all’Ufficio Affissioni e Pubblicità, dove ha prodotto il Prip (Piano Regolare degli Impianti Pubblicitari), Paciello e gli uffici stanno suddividendo le aree più pregiate dal punto di vista commerciale in tre tipologie: una zona (che chiameremo rossa) dove sarà vietata ogni forma di commercio ambulante. Una zona (definita rosa) dove sarà possibile vendere solo alcune tipologie di prodotti meno impattanti, come i libri. E infine una zona verde dove sarà consentito operare per camion bar e urtisti.

Un nuovo modello, insomma, che potrebbe portare chiarezza una volta e per tutte e che non sarebbe soggetto alle continue polemiche che leggiamo sui giornali e sui blog. La buona pratica della riforma dei cartelloni replicata su uno dei settori più delicati.

Fummo proprio noi di diarioromano a parlarne con l’assessore Leonori durante un dibattito pubblico organizzato sul commercio in centro storico. Non sapevamo ancora che questo processo era in corso di preparazione e che adesso sta andando avanti spedito. C’è solo da sperare che il commissario Tronca o la nuova giunta non solo non  lo arresteranno, ma anzi lo appoggeranno con tutta la forza che la politica può dare.

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13 risposte

  1. Il Tribunale amministrativo, però, ha dato loro torto in tutte gli aspetti”

    Non è assolutamente vero, ha detto che l’atto, a loro avviso, non può essere annullato nonostante diversi aspetti meritino approfondimenti. Ma sostanzialmente ha dato ragione sotto alcuni profili ! A cominciare dalle ricollocazioni! E infine dice che comunque il comune può tornare indietro sui propri passi e trovare un accordo con gli operatori!

    Una domanda, hai letto la sentenza ? penso proprio di no…

  2. penso che non avete capito la sentenza o semplicemente volete dargli significati diversi.

    copia incolla

    Peraltro, proprio perché trattasi di apprezzamenti di merito amministrativo, in ordine a tali aspetti resta salva ogni valutazione ulteriore delle Amministrazioni resistenti che potrà scaturire da motivate sollecitazioni e proposte delle parti interessate (proposte già avanzate all’amministrazione come in precedenza già evidenziato, in ordine alla cui valutazione sono espressamente fatti salvi gli ulteriori provvedimenti dell’Amministrazione); queste ultime potranno altresì confrontarsi con l’Amministrazione ai fini di una diversa scelta delle forme, dei luoghi e delle condizioni cui assoggettare l’esercizio dell’attività per renderlo compatibile con le esigenze di protezione dell’area monumentale ed archeologica, interesse peraltro non confliggente con quello del commercio….

  3. Mr Fixit la sentenza l’ho letta e pure linkata nell’articolo. Oltre quella alla quale faccio riferimento, puoi andare a studiare le diverse altre sentenze che il tar ha emanato sui diversi ricorsi. Il senso generale credo di averlo spiegato: il Comune deve avviare un tavolo di partecipazione con gli operatori e deve pianificare con chiarezza dove camion bar e urtisti possono sostare. Ma questi non hanno un diritto eterno a restare nello stesso luogo.
    E’ esattamente quello che avvenne sui cartelloni pubblicitari che – come saprai – ho seguito in prima persona assieme agli altri amici delle associazioni cittadine.

  4. parli in maniera asettica, si parla di ” sollecitazioni e proposte delle parti interessate (proposte già avanzate all’amministrazione…” che è ben diverso. E conclude “l’esercizio dell’attività per renderlo compatibile con le esigenze di protezione dell’area monumentale ed archeologica, interesse peraltro non confliggente con quello del commercio…” .
    La storia del diritto eterno sullo stesso luogo è un passaggio a cui aggiunge subito “che resta salva ogni ulteriore valutazione dell’amministrazione” . In realtà il TAR non è voluto entrare nel merito e ha invitato il comune a porre rimedio….!

    A mio avviso è molto diverso da quanto sostenete… per me è un 3-3 che qualcuno vuol far passare per una vittoria!

  5. veramente la sentenza è favorevole al Comune perchè (leggere dispositivo, che è quello che conta), rigetta il ricorso di Tredicine e degli altri.
    Perciò, 1-0 per il Comune.
    Nel merito, me la leggo con attenzione e cognizione e poi se del caso posto un commento.

  6. a parte a stabilire il risultato 😉 (sicuramente rigetta il risultato ma aggiunge subito un vero e proprio consiglio di concertazione fin’ora inesistente).

    sicuramente un piano regolatore può essere positivo per sistemare le cose una volta per tutte, poi se qualcuno vuole fare delle preferenze ha capito proprio male…
    e non mi è molto chiaro neanche il significato preciso di impatto . Se potete spiegarmelo…. insomma un libraio deve vendere libri ? il furgone fa parte della bancarella ?

  7. e senza parlare dei vari chioschi. Perchè mai dovrebbero restare fuori i chioschi ? senza tornare alle caffetterie ai fori (bah) parliamo anche del chiosco che vogliono mettere a piazza di spagna insieme al rifacimento del bagno. Ok è un progetto difficilissimo da fare perchè alal fine qualcuno dovrà mettere firme un pò troppo compromettenti ma spiegatemi in questo piano regolatore perchè i chioschi devono restar esclusi ?
    e gli itineranti che piacevano tanto ad una passata assessora ?
    insomma i tricicli per la festa del cinema li potranno rimettere ?
    senza parlare dei mercatini ? visto che siete cosi scrupolosi perchè non verificate a chi viene dato quello a castel sant’angelo ? e perchè non verificate anche di chi sono tutte le bancarelle di libri sempre al castello (davanti e dietro). Verificate verificate….

  8. Le motivazioni della sentenza sono cristalline e difficilmente controvertibili; bene ha fatto il blog a mettere in evidenza l’importanza del provvedimento che, in primo luogo, conferma l’orientamento consolidato ormai nella giurisprudenza del TAR in merito ai principi secondo i quali:
    -la tutela del patrimonio culturale viene prima del diritto ad esercitare qualsiasi attività commerciale (la sentenza cita espressamente la direttiva Ornaghi che fa riferimento alla nota sentenza della Corte Costituzionale);
    -la concessione e/o autorizzazione a svolgere attività di tipo commerciale in un luogo o sito sottoposto a tutela culturale, non costituisce un diritto erga omnes.
    Quanto al fatto che il TAR avrebbe stabilito l’obbligo di svolgere un tavolo di concertazione:
    -il TAR non ha obbligato a nulla, giacchè la sentenza ha solamente respinto il ricorso; in ogni caso il TAR non avrebbe potuto “ordinare” al Comune un bel niente visto che le competenze del TAR permettono allo stesso solo di annullare in tutto o in parte i provvedimenti della p.a., nel caso accogliendo il relativo ricorso;
    -il “tavolo di concertazione” di fatto già esiste, tanto che il Tar fa esplico richiamo al fatto che il provvedimento impugnato ha validità temporanea (18 mesi) termine nel quale l’amministrazione deve completare il procedimento amministrativo di redazione del “piano regolatore” per camion bar, urtisti ed altro; nell’ambito di questo procedimento (del quale, questo sì, il TAR auspica la conclusione) come è previsto dalla Legge 241/90 i privati, ovvero i titolari delle autorizzazione e/o concessioni, posso intervenire, fare osservazioni, proposte di modifiche, ecc, ecc, che l’amministrazione è tenuta a considerare (attenzione! non a recepire sic e simpliciter ma a valutare e se del caso ad accogliere); perciò, i ricorrenti non si possono lagnare di nulla.
    Sul punto, vale notare che il TAR conferma esplicitamente che l’operato del Comune circa i criteri di ricollocazione, spostamento, ecc. ecc., è stato corretto e legittimo e che le rimostranze ed eccezioni già svolte dagli esercenti sono infondate.
    Infine, c’è poco da interpretare e -sinceramente- le considerazioni che letto nei post precedenti da parte di chi sostiene le ragioni degli esercenti, hanno il rumore delle unghie sugli specchi….
    Fossi in loro (come è giusto fare, bisogna sempre girare il tavolo e sedersi dall’altra parte per valutare obiettivamente le ragioni altrui) cambierei strategia e parteciperei al procedimento per la redazione del piano avanzando proposte serie e ben motivate (evitando gli argomenti già contenuti nel ricorso e stroncati dal TAR), nella consapevolezza che le posizioni (sia di luogo che amministrative) fino ad ora mantenute sono state superate dall’evoluzione legislativa (modifica del TU Beni Culturali) e dalla giurisprudenza di merito (varie sentenze del TAR e del Consiglio di Stato) e che quindi non possono essere più cocciutamente e poco intelligentemente difese: un buon Piano (vedi precedente dei cartelloni) può essere una opportunità di sviluppo per tutti. Puntare, invece, a voler mantenere lo stato di anarchia nel settore è una strategia ormai insostenibile e perdente.

    Ps. comunque, per me è un secco 4-0 per il Comune, altrochè!

  9. Ringrazio molto Lor per il suo contributo alla discussione. E credo che Lor abbia veramente centrato il punto: per gli operatori la cosa migliore da fare è sedersi al tavolo col Comune e scrivere assieme anche alle associazioni cittadine un buon piano regolatore che tuteli la loro attività e ma anche il giusto decoro che deve essere garantito alla città.
    Mr Fixit quello che vorrei che tu capissi è che questo sito non fa una battaglia contro determinati operatori di camion bar o urtisti, così come con bastacartelloni non facemmo una battaglia contro determinate ditte di pubblicità. Si tratta solo di regolamentare un settore e dare certezze in primo luogo agli operatori stessi e poi ovviamente anche alla città.
    Per Lor che ha studiato così attentamente il giudizio del Tar e per tutti gli altri che fossero interessati, il Tribunale Amministrativo si è espresso sul tema anche con le sentenze numero 13652, 13654, 13644, 13649, tutte del 2015. Come si potrà leggere vanno tutte nella medesima direzione.

  10. Caro Filippo,
    allora rispondimi su questo punto perchè mai i chioschi non dovrebbero entrare nel piano regolatore ?
    Torniamo come qualche mese fa con le apette di confcommercio pronte ad invadere il centro ?
    Saranno regole generali oppure ad personam ? comprenderai che c’è una certa differenza.
    Qui non ci sono figli e figliastri…

  11. questo è il passaggio finale !

    Peraltro, proprio perché trattasi di apprezzamenti di merito amministrativo, in ordine a tali aspetti resta salva ogni valutazione ulteriore delle Amministrazioni resistenti che potrà scaturire da motivate sollecitazioni e proposte delle parti interessate (proposte già avanzate all’amministrazione come in precedenza già evidenziato, in ordine alla cui valutazione sono espressamente fatti salvi gli ulteriori provvedimenti dell’Amministrazione); queste ultime potranno altresì confrontarsi con l’Amministrazione ai fini di una diversa scelta delle forme, dei luoghi e delle condizioni cui assoggettare l’esercizio dell’attività per renderlo compatibile con le esigenze di protezione dell’area monumentale ed archeologica, interesse peraltro non confliggente con quello del commercio, posto che quest’ultimo risente positivamente della valorizzazione dell’ambito monumentale, che costituisce uno specifico valore aggiunto per i commercianti su area pubblica.

    Per tutte queste ragioni, dunque, il gravame va respinto, ancorchè sussistono giuste ragioni per compensare le spese di giudizio tra le parti, attesa la particolarità della fattispecie.

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