Toh … i tavolini a p.za di Spagna erano abusivi

Come previsto, le OSP di p.za di Spagna sono state rimosse, ma ci sono voluti oltre 4 mesi. La normativa "Coia" ha generato centinaia di casi simili che però non verranno mai rilevati

La notizia l’abbiamo letta su La Repubblica di ieri:

 

 

Sono passati “solo” poco più di quattro mesi da quando noi ci chiedemmo se i numerosi tavolini spuntati a piazza di Spagna fossero regolari.

Quegli arredi erano stati giustificati dalla normativa emergenziale in materia di OSP approvata dall’Assemblea Capitolina agli inizi di luglio, normativa che però, come segnalammo, in alcuni luoghi del centro storico limitava fortemente le nuove occupazioni.

Così ne scrivemmo a metà agosto:

 

Leggendo infatti la delibera n.81/2020 dell’Assemblea Capitolina al punto 12 troviamo:

“[…]

La possibilità di richiedere l’estensione delle occupazioni di suolo anche fino ad una distanza di 25 metri non potrà essere applicata per le piazze di seguito elencate in cui dovrà rimanere vigente la prescrizione che i suddetti ampliamenti potranno essere effettuati esclusivamente in contiguità con le occupazioni già autorizzate e, se nuove, solo a filo fabbricato o a filo marciapiede:
– Piazza del Popolo
– Piazza di Spagna
– Piazza Navona
-…

[…]”

 

Entrambe le nuove OSP di piazza di Spagna non appaiono né “a filo fabbricato” né “a filo marciapiede”, da qui i dubbi sulla loro liceità.

Noi però sappiamo bene di essere gli ultimi degli stupidi in materia di normativa OSP, per cui vorremmo davvero che qualcuno degli uffici preposti verifichi queste nuove OSP posizionate in un luogo tanto delicato.

Non sarebbe male se anche il presidente Coia desse un’occhiata a queste due OSP che possono essere considerate “sue creature”, figlie della normativa da lui architettata e promulgata fino al 31 ottobre 2021 (alla faccia dell’emergenza)!?!

 

Una locale associazione chiese una verifica delle occupazioni di piazza di Spagna e dopo poco più di un mese ottenne come risposta dalla Polizia Locale che esse erano state verificate come NON regolari.

 

Dall’articolo de La Repubblica leggiamo che la determinazione dirigenziale che ha comunicato agli esercenti la necessità di rimuovere gli arredi irregolari è del 24 dicembre.

 

Quindi delle ingombranti ed irregolari installazioni, posizionate in uno dei luoghi più in vista di Roma, peraltro lì dove quotidianamente vi è un presidio della Polizia Locale, sono state consentite per oltre quattro mesi.

 

C’è anche da pensare che se non ci fosse stato un preciso esposto alla Polizia Locale i vigili non avrebbero provveduto a controllare la regolarità di quelle occupazioni. Come infatti informalmente reso noto, considerato il numero esorbitante di nuove OSP, qualche migliaio solo nel Municipio I, la Polizia Locale non poteva in alcun modo pensare di controllarle tutte, decidendo quindi di agire solo a seguito di specifiche segnalazioni.

E probabilmente un contributo a far avanzare le pratiche sanzionatorie dei locali di piazza di Spagna deve averlo dato il servizio sui vigili romani della trasmissione Report, dove quegli anomali tavolini vennero mostrati.

 

Questo è il far west di cui abbiamo parlato fin dall’inizio con riferimento alla normativa emergenziale sulle OSP promossa dal presidente Coia: un complesso di norme malscritto e di impossibile applicazione fatto apposta per consentire qualsiasi cosa a chiunque.

L’esempio di piazza di Spagna è infatti solo la goccia di un mare di situazioni che violano il codice della strada, le normative di sicurezza e le tutele culturali ma che nella stragrande maggioranza dei casi non verranno neanche rilevate dai vigili.

 

Come abbiamo chiarito fin dagli inizi di questa storia, noi ci rendiamo ben conto della necessità di andare incontro alle nuove esigenze dettate dall’emergenza COVID19, ma la risposta non può essere la deregolamentazione totale. Così saltano le più basilari regole della civile convivenza e si instaura la legge del più forte, di quello che si appropria di quanto suolo pubblico vuole, peraltro senza pagarlo un euro, senza che le istituzioni possano far valere lo stato di diritto.

 

Il caos generato dalla normativa “Coia” in materia di OSP ce lo porteremo dietro probabilmente per decenni, con contenziosi infiniti e una miriade di situazioni inestricabili. Proprio quello che predilige il commercio più spregiudicato e deleterio ed esattamente l’opposto di quello di cui necessita un commercio sano e di qualità.

 

Da ultimo segnaliamo che il presidente Coia, non contento del caos generato finora, ha predisposto una nuova delibera in materia di OSP che modifica ancora una volta la disciplina e che prevedibilmente verrà presto approvata in Assemblea Capitolina. Da notizie giunteci questa nuova normativa allargherebbe ulteriormente le maglie per consentire occupazioni di suolo pubblico un po’ ovunque e da parte di quasi tutte le categorie commerciali. Praticamente sembra che ogni attività commerciale potrà estendersi all’esterno senza regole e lasciando il decoro degli arredi alla sensibilità del singolo.

 

Qualcuno avrebbe dovuto fermarlo molto tempo fa il presidente Coia, risparmiando così a Roma i tanti suoi disastri, ed invece pare che il sindaco Raggi lo voglia addirittura mettere al posto dell’assessore Cafarotti.

 

Non possiamo che contare i giorni alle prossime elezioni pregando il cielo che non vengano rimandate (come invece pare assodato).

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