Sicurezza pedonale: attendere il tram alla fermata Regina Margherita/Morgagni è una sfida

Secondo i dati Asaps, nel primo mese del 2020 solo nel Lazio sono state investite 100 persone, di cui 4 nella città di Roma, una percentuale altissima (se accostati ai 45 investimenti avvenuti in tutta Italia nello stesso periodo) che conferma la triste tendenza della Capitale negli ultimi anni.

La percentuale riguarda soprattutto i pedoni.  Un incidente su tre è da ricollegare alla cattiva manutenzione stradale: la segnaletica non risulta adeguata, i semafori non vengono regolarmente controllati e spesso i marciapiedi sono privi di ogni tipo di protezione.

La fragilità delle infrastrutture, dunque, risulta determinante alla sicurezza dei pedoni.

Di seguito vogliamo segnalare  una realtà quotidiana estremamente pericolosa: parliamo della banchina della fermata Regina Margherita\Morgagni in entrambe le direzioni.

Banchina Regina Margherita\Morgagni, direzione Villa Borghese

Questa fermata, a pochi passi dal policlinico Umberto I e dalla città Universitaria della Sapienza è un punto nevralgico per il deflusso di lavoratori e studenti. La banchina accoglie infatti un altro numero di pendolari essendo il nodo di scambio tra due uscite della Metropolitana, poste a pochi metri di distanza, i tram 3 e 19, il bus 88, per non parlare delle altre due banchine dell’incrocio di via Giovanni Battista Morgagni che ospitano le fermate dei bus 649, 490, 61, 495, P02.

Come si può vedere dalla foto la banchina in questione non è in grado di accogliere adeguatamente tutte queste persone. La sua struttura infatti è ferma ai primissimi calcoli di costruzione, quando la città non era chiamata a dover sopportare flussi così importanti di lavoratori e turisti.

Le sue ridottissime dimensioni, parliamo di una larghezza pari a poco più di un metro, costringono le persone a dover aspettare il trasporto pubblico in mezzo alla carreggiata, occupando una significativa porzione di strada. Una prassi consentita tra l’altro dalla totale assenza di ringhiere parapedonali. Altri scelgono invece di aspettare il proprio mezzo sui marciapiedi limitrofi alla banchina, ma anche qui lo spazio a disposizione è stato ridotto dalla presenza di due attività commerciali: da un lato un’edicola che occupa gran parte del marciapiede, dall’altra una bancarella posta a ridosso di un palazzo e vicinissima alle rampe di accesso per i disabili. La presenza di queste due attività sembra fuori ogni logica, visto che a venti metri di distanza vi è la piazzetta Giovanni Battista Morgagni che potrebbe ospitarle in tutta tranquillità.

La sicurezza dei cittadini dovrebbe essere messa al primo posto quando si parla di infrastrutture e queste dovrebbero seguire il naturale aumento del fabbisogno di una città.

Abbiamo a più riprese denunciato come la stragrande maggioranza dei cittadini romani tenda a violare le norme del Codice della Strada, ma in questo caso dobbiamo sottolineare che a mettere a repentaglio la vita dei cittadini è la disattenzione delle amministrazioni nel rimuovere situazioni di possibile pericolo. Amministrazioni che non conoscono lo stato delle proprie infrastrutture. Spendere migliaia di euro in fumetti e manifesti per l’educazione stradale è solo uno specchietto per le allodole quando le strutture risultano così inadeguate.

La realtà che abbiamo descritto, è solo uno degli esempi che mette ogni giorno a rischio l’incolumità dei cittadini, frenate brusche, improvvisi zig zag tra persone come se fossero birilli e attraversamenti incoscienti fatti tra una macchina e un’altra. Tutto questo crea una situazione di assoluta emergenza, visto il tasso di investimenti citato poco prima. Ci auguriamo quindi che le istituzioni intervengano quanto prima per adeguare questa fermata e metterla in sicurezza. Nell’attesa incrociamo le dita, anche questa sera moltissime persone dovranno scendere a quella fermata, come dire: “Io speriamo che me la cavo”.

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