Se il comune latita, i cittadini si rimboccano le maniche. Il caso dell’ass. Don Minzoni

Quando, nell’ottobre del 2018, migliaia di persone manifestarono in Campidoglio contro il degrado di Roma, la Sindaca Raggi le definì “quelli con la borsetta firmata”. La spocchia della prima cittadina le si ritorse contro e lei stessa si rese conto di quanto fosse stata infelice quella frase. Bollare alcuni cittadini come non degni di ascolto solo perché provengono da classi sociali più agiate è idiota allo stesso modo di quelli che sostengono che il popolo non dovrebbe avere diritto di voto. La forza della democrazia sta proprio nel contributo che ciascuno può dare in base alle proprie capacità e – perché no – anche in base al proprio censo.

Il comitato Don Minzoni è certamente una associazione composta da tante persone con la “borsetta firmata” ma questo non toglie loro autorevolezza e capacità di proposta. Tanto più che esaminando le cose che sono state fatte in questi tre anni di attività, occorre riconoscere all’associazione un’iniziativa e una forza che pochi hanno saputo dimostrare.

In una piovosa serata autunnale, hanno organizzato un incontro sul tema dei rifiuti e delle microplastiche. Un’occasione per sensibilizzare sul consumo sostenibile e su un corretto smaltimento degli scarti domestici oltre ad uso consapevole della plastica. Il quartiere Parioli, dove il Comitato concentra le proprie attività, è abitato anche (ma non solo) dalla classe benestante della città tanto è vero che tra il pubblico c’erano diversi professionisti o giornalisti tra i quali Corrado Augias che ha sottolineato l’importanza di essere lì ad ascoltare e impegnarsi piuttosto che chiudersi in un bozzolo egoista. E’ proprio questa la forza delle nuove associazioni nate in questi anni per contrastare il degrado di Roma.

 

Il dibattito sulla plastica organizzato presso NaturaSi di piazza Pitagora
Corrado Augias durante il suo intervento

Ci sono gruppi che usano le mani in senso stretto, come i cittadini di Villa Leopardi che tagliano i rami e falciano l’erba, e ci sono gruppi che usano il loro denaro per migliorare l’ambiente in cui vivono.

Il Comitato Don Minzoni, come spiega il nome, nasce in seguito alle tremende condizioni in cui era precipitata la piazza e il giardino verde al centro dello slargo. Anche qui, come in tutta Roma, il Campidoglio a guida Raggi ha abdicato al suo ruolo di manutentore e ha costretto i romani ad occuparsene. Il supporto dei residenti ha fatto sì che venissero sostituite le panchine, piantati nuovi pini, potate le siepi. Oggi il giardinetto appare bello e pulito e ha stimolato altri cittadini a fare altrettanto in diverse aree della zona.

Piazza Don Minzoni oggi

 

Così il giardino di via Lisbona e largo Messico, curati da un piccolo gruppo di residenti.

Il piccolo parco di via Lisbona
Il giardino di largo Messico (non sembra Roma!)

 

Le aiuole di Largo Spinelli sono state recuperate dal punto di vista ambientale anche grazie alla collaborazione con l’azienda Agrotec.

Le aiuole di largo Spinelli

 

Il giardino delle Crocerossine, tra viale Tiziano e via Flaminia, è stato completamente recuperato con il supporto di Retake Roma e altre gruppi tra i quali Amuse, Anta, Margherone fa cose. E ogni mese viene sistemato e curato, mentre in passato era dimora di sbandati.

Il parco di viale Tiziano prima dell’adozione
Lo stesso parco oggi

 

La prossima sfida dell’associazione è il parco di Villa Balestra, la cui area giochi è in rovina. La sua rimessa in pristino costerà circa 25 mila euro che il gruppo ha raccolto tra iscritti e simpatizzanti. Seguiranno poi le aiuole di piazza Ungheria e l’area ludica del Parco Rabin in via Panama.

Un’agenda fitta che sta lentamente cambiando il volto di alcune aree verdi del quartiere e che dimostra quanto la forza di volontà e – ripetiamo – anche l’apporto economico di chi può permetterselo siano determinanti per vivere in un ambiente più dignitoso.

L’avvocato De Rosa, che presiede l’associazione, ha voluto spingere anche sul tema della conservazione dell’ambiente  con le iniziative chiamate “plastic free action” ed è proprio in questo ambito che è stato organizzato l’evento che ha visto relatori importanti: il professor Eugenio Maccari, che insegna igiene ambientale alla Sapienza; Giuseppe Ungherese responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace e Marta Leonori, che i nostri lettori ben conoscono per essere stata un’ottima assessore alle Attività Produttive della giunta Marino ed oggi consigliere regionale del Pd.

Andrea De Rosa, presidente del Comitato Don Minzoni
Marta Leonori durante il suo intervento

Il tema è sempre quello del valore dei rifiuti che vanno considerati come un bene da sfruttare. E poi le microplastiche che stanno devastando l’ambiente: basti pensare al boom dell’abbigliamento a basso costo di questi ultimi anni che ha portato ad una diffusione enorme di capi in poliestere o altre fibre sintetiche. Ogni volta che laviamo in lavatrice una maglietta di questo tipo, rilasciamo nell’acqua le tremende microplastiche che verranno poi mangiate dai pesci e torneranno sulle nostre tavole. E poi il problema dei rifiuti misti che non si sa come riciclare: pensiamo alla busta del caffè che ha all’interno della sua confezione una parte in plastica e una in metallo. O il tubetto del dentifricio, cosiddetto poliaccoppiato. E molti altri esempi interessanti di comportamenti virtuosi o meno che ciascuno di noi può adottare.

La filosofia di questa associazione la riassume bene Sandra Naggar, portavoce del gruppo: “Iniziamo a curare l’aiuola sotto casa e piano piano la gente si aggregherà. Al quel punto sarà più facile fare leva sul senso civico delle persone e coinvolgerle anche per altri progetti, legati magari all’ambiente”.

Ci sembra un bell’esempio quello del Comitato Don Minzoni. Non è certamente il primo ma c’è da augurarsi che non sia l’ultimo. Che tanti altri cittadini vogliano pensare alla nostra città e al nostro territorio. Perché – come scrivemmo nel primo articolo di diarioromano – “quando il degrado supera i limiti e gli uomini per bene non fanno nulla, sono questi ad essere i veri colpevoli“.

 

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Una risposta

  1. Molto interessante, ma non capisco con quale criterio vengono reimpiantati gli oleandri delle strade del c.d. quartiere dei musicisti, alias Pinciano. A via Corelli sono stati piantati numerosi oleandri negli spazi predisposti per i precedenti, defunti. Nelle strade parallele a via Corelli, per esempio via Nicolò Porpora, nei predetti spazi sono sorti cespugli di vario genere che qualche residente protegge in mancanza di meglio. Cosa bisogna fare per attirare l’attenzione del Comune di Roma coadiuvato da Agrotec? Occorre che tutti i condomini e/o palazzine si mettano d’accordo e paghino altro, oltre la TARI categoria 1(ville e castelli)?
    Quanto al contiguo largo Spinelli mi sembra meglio….. non commentare.

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