Se fai un incidente con un monopattino in sharing sono fatti tuoi

Le compagnie hanno stipulato la polizza obbligatoria ma tra cavilli e clausole la copertura è molto aleatoria. Meglio prevedere un'assicurazione personale

 

Incappare in un incidente con un monopattino non significa solo rischiare di farsi molto male per l’oggettiva insicurezza del veicolo ma anche essere lasciati soli dal punto di vista assicurativo e dei risarcimenti.

Il caos di norme e condizioni introdotto dagli operatori di sharing di fatto esclude le coperture assicurative, pure quelle obbligatorie. Le società di noleggio devono, per legge, sottoscrivere una polizza con un massimale previsto di sei milioni di euro, ma sono troppe le clausole nascoste e i cavilli che riducono la possibilità di tutela, lasciando senza alcuna garanzia i soggetti coinvolti in un sinistro.

Evento tutt’altro che infrequente dato che a Roma, come nel resto d’Italia, gli incidenti che hanno visto coinvolti i monopattini sono stati moltissimi. E non potrebbe essere altrimenti a causa del mancato rispetto delle regole, dell’instabilità dei veicoli e delle loro scarse dotazioni di sicurezza. Il “tana libera tutti” che il Campidoglio ha garantito a compagnie e utenti ha trasformato le strade cittadine in percorsi da slalom. Sfrecciano tra le auto, sfiorano i pedoni, invadono le isole pedonali e una volta parcheggiati occupano la gran parte dei marciapiedi. La sola società Bird ha dichiarato che è costretta a spostarne 100 l’ora perché di intralcio.

Se si considera che gli operatori autorizzati sono otto, si può facilmente quantificare il numero di mezzi in sosta selvaggia. Per arginare il fenomeno, a fine novembre il Campidoglio ha dichiarato off limits alcune aree di pregio del centro storico: da piazza del Popolo a piazza di Spagna, piazza Trilussa, il Colosseo, Fontana di Trevi e Pantheon. Ha imposto agli operatori di non permettere la fine noleggio se il mezzo si trova in uno di questi luoghi, ma è solo un palliativo.

Così come la sospensione per 15 giorni di tre società, Helbiz, Bird e Keri che – secondo la motivazione ufficiale – non avrebbero garantito un numero sufficiente di mezzi in strada. Secondo gli accordi presi con Roma Capitale, almeno il 90% della flotta concordata deve essere sempre disponibile. Helbiz ha ammesso di aver ridotto i monopattini di alcune decine di unità poiché col coprifuoco si è registrato un forte calo dell’uso negli orari serali.

Fatto sta che le autorità comunali, convinte che così si incentivi la mobilità green, si concentrano su questioni minori e trascurano invece i problemi più seri quali la sicurezza degli utenti e dei pedoni. Gli otto noleggiatori in sharing che lavorano a Roma (Helbiz, Lime, Bird, Wind, Dott, Link, Voi e Keri) hanno elaborato complicati e discutibili regolamenti per l’utilizzo del servizio. Queste norme, non sempre chiaramente specificate, servono a far ricadere sugli utilizzatori le responsabilità e i relativi risarcimenti, liberando di fatto le compagnie assicurative.

Per esempio sono pochissimi gli utenti informati del fatto che dal tramonto all’alba devono indossare obbligatoriamente casco e gilet catarifrangente. Senza questi dispositivi di protezione, le compagnie assicurative possono farla franca e non farsi carico dei risarcimenti. Molte società, poi, hanno escluso la copertura dei danni subiti dagli stessi utilizzatori mentre altre l’hanno inserita ma senza alcuna trasparenza.

Solo Dott, infatti, ha caricato sul proprio sito internet le condizioni di assicurazione e molte specifiche. Link arriva a contraddirsi due volte: all’articolo 12.4 dei termini pubblicati sul suo sito precisa che la “responsabilità per il danneggiamento di persone o beni dell’utente o di terzi è in capo all’utente”. Poi al 13.1 dichiara di “essere coperta da polizza sulla responsabilità civile che garantisce l’utente rispetto a lesioni cagionate a terzi”. E infine all’articolo seguente “suggerisce di attivare idonee coperture assicurative”. Chi ci capisce qualcosa?

Altre aziende restano sul vago e alcune come Wind o Keri ignorano del tutto l’argomento. Altra nota davvero curiosa riguarda il fatto che alcune società considerano le eventuali infrazioni al Codice della Strada come colpa grave e di conseguenza escludono la possibilità di ottenere coperture assicurative. Una vera stranezza perché la legge e la giurisprudenza hanno chiarito che le infrazioni stradali non rientrano nella categoria della colpa grave e quindi non dovrebbero influire sull’eventuale copertura. “La legge è uguale per tutti”, evidentemente, non vale per chi usa i monopattini.

Ecco perché è consigliabile farsi una assicurazione privata. Sul mercato stanno nascendo offerte sempre più numerose, alcune dedicate pure ai giovanissimi. Un capofamiglia sarà più tranquillo se estende anche ai monopattini la sua polizza magari dedicata all’automobile  (Allianz e Genertel, per esempio, partono da cifre intorno agli 80 euro annuali). Ci sono poi assicurazioni specifiche come Assigeco, un importante broker, che con soli 60 euro l’anno garantisce i danni a terzi e con 230 euro gli infortuni al conducente. Un’altra formula è quella di 24hassistance che propone Multimobility  (39 euro/annui per la polizza individuale e 79 euro per l’intero nucleo familiare).

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