Scale mobili Atac. La scusa (che non regge) dell’Ucraina e del Covid

Nel 60% delle stazioni romane scale e ascensori sono fermi. Qualcuno parla di ritardi dei ricambi per la guerra ma non ha senso: tutti gli altri impianti reperiscono i ricambi senza problemi

Lo scandalo non è nuovo ma ciò che rattrista è che neanche con questa amministrazione e con la nuova dirigenza Atac si è riusciti a risolverlo. Segno che il problema è strutturale, provocato da cattiva organizzazione, eccesso di burocrazia e negligenza.

Gli amici di RomaToday hanno recentemente pubblicato una interessante inchiesta intitolata “Perché le scale mobili e ascensori delle metro di Roma sono sempre fermi“. L’articolo è leggibile solo dagli abbonati ma i contenuti sono di grande interesse. Negli stessi giorni anche il Messaggero ha voluto approfondire la questione citando il dossier raccolto dai passeggeri della Roma-Lido che rivela cifre drammatiche.

Ma quello che sorprende, in tutto questo marasma, è il tentativo di trovare il capro espiatorio nel conflitto tra la Russia e l’Ucraina e nella pandemia. E’ proprio l’attacco del pezzo del Messaggero che riporta questa motivazione seguita da una dichiarazione di Atac che afferma cose senza alcun senso: “Siamo a conoscenza della problematica, ce ne stiamo occupando e contiamo di concludere le attività entro metà mese“!!??!!

Siamo a conoscenza della problematica???? Ma come, tutte le stazioni cittadine sono disseminate di impianti guasti, sul tema ci sono inchieste della magistratura, i giornali ne parlano da anni e loro candidamente affermano di esserne a conoscenza? Sarebbe preoccupante se avessero risposto che non sapevano dei fermi, quella sì sarebbe stata una notizia. Ad ogni modo l’altra questione che si vuole far passare tra le righe (e sembra essere stata Atac a dirlo, ma non si comprende bene se sia così) è la causa di questi guasti: prima il Covid e poi il conflitto russo-ucraino hanno rallentato le forniture dei ricambi!!!

Ma guarda un po’, solo le scale e gli ascensori Atac soffrono per questi ritardi, mentre tutti gli altri impianti a Roma hanno ricevuto per tempo i pezzi necessari alla manutenzione. Quelli all’interno dei supermercati, dei centri commerciali, delle stazioni ferroviarie, degli ospedali, degli aeroporti. Per questi nessun problema di fornitura, nessuna ripercussione dovuta alla guerra o al virus, dato che funzionano perfettamente e non hanno registrato periodi di stop.

A parte che questa abitudine di addebitare al Covid e alla questione Ucraina ogni male del mondo (tra un po’ pure la morte di Lady D) ha stufato, ma con quale coraggio si possono fare affermazioni così superficiali e senza alcun appiglio?
Molto più concrete le motivazioni individuate da Filippo Poltronieri di RomaToday che ha ricostruito il procedimento necessario alla riparazione o revisione di una scala o di un ascensore pubblici. La legge li equipara a funivie e seggiovie, sottoponendoli a così tanti controlli che qualcosa si blocca sempre. E’ questo il motivo per cui spesso vediamo i cartelli con la scritta “In attesa di collaudo“.

 

Terminati gli interventi, infatti, gli appaltatori devono spedire la documentazione del lavoro ad ANSFISA, l’Agenzia per la Sicurezza Ferroviaria, la quale dovrà inviare sul posto un tecnico. Ma neanche il nulla osta del tecnico è sufficiente perché è necessario anche un decreto della Regione che autorizzi la ripresa delle attività. Ovviamente basta che in questo scambio di richieste e documenti manchi un solo pezzo di carta perché tutta la procedura si blocchi.  Troppo farraginosa e carica di passaggi al punto che Atac (ma anche Astral) non è in grado di gestirla. La domanda a questo punto è la seguente: le altre aziende di trasporto municipali (ad esempio Torino e Milano) sono in grado di gestire la medesima procedura in tempi ragionevoli? A leggere i dati ufficiali sembrerebbe di sì.

Torino ha 23 stazioni della metropolitana con 142 scale mobili e 73 ascensori. Nel 2021 le anomalie sono state 1.571 per le scale, pari al 3,3% e 496 per gli ascensori pari all’1,8% del tempo totale di servizio. I tempi di intervento sono stati tutti compresi tra un’ora e dieci giorni! Per quanto si tratti di una metro nuova, sono cifre ottime.

Milano ha dati simili anche se al momento non sono disponibili le cifre relative al 2021. La manutenzione è stata affidata da Atm a Thyssenkrupp, leader mondiale del settore che ha risolto ogni problema passato. Negli anni compresi tra il 2013 e il 2015, in vista dell’Expo, la città sostituì tutti gli impianti vetusti e oggi il tasso di efficienza è discreto. A questo link l’elenco di tutti i mezzi di traslazione della metro milanese.

Il problema, dunque, è parzialmente nella burocrazia ma soprattutto nell’inefficienza della macchina capitolina. Atac e Campidoglio non sono in grado di mantenere un servizio all’altezza delle altre città. Covid e Ucraina non c’entrano niente.


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