È passato meno di un mese questa volta da quando scrivemmo dell’ennesimo pedone falciato sulle strade romane.

Dobbiamo purtroppo tornare a farlo per l’investimento mortale dell’altro giorno a via Emanuele Filiberto.

Pur non essendo state rese note le circostanze dell’incidente, a parte il fatto che l’investimento sia stato causato da un’auto medica, quest’ennesima tragedia conferma che a Roma la semplice pratica di attraversare una strada fa correre più rischi di uno sport estremo. Ma siccome questa è cosa ormai risaputa (nel nostro piccolo è dal 2015 che parliamo di mattanza pedonale), certi sanguinosi accadimenti non possono più essere considerati come dovuti ad un tragico caso, bensì vi sono precise responsabilità a carico di tutti coloro che nell’amministrazione a vario titolo si occupano di mobilità.

Ce n’è anzitutto per la cosiddetta “assessora alla città in movimento”, che nel suo misto di incapacità ed irresponsabilità non si rende conto di come questa città evidentemente troppo spesso si muova schiacciando gli utenti deboli della strada, ossia pedoni e ciclisti. L’assessore è però in buona compagnia, per cui torniamo a scrivere a chiare lettere quello che pensiamo ogni volta che un pedone perde la vita a Roma:

 

Che Raggi, Meleo, Stefàno e Porta avvertano le loro dirette responsabilità nella morte del povero pedone travolto a via Emanuele Filiberto.

 

Costui non è morto per un destino cinico e baro ma per trovarsi a vivere in una città i cui amministratori in quasi 20 mesi di governo non sono riusciti a fare un singolo passo avanti per fermare la strage di pedoni!

 

Sui motivi per cui a nostro avviso il sangue di queste vittime della strada ricade su chi da quasi 20 mesi non ha messo in campo alcuna iniziativa immediata per cercare, anche solo “cercare”, di fermare questa strage, rimandiamo ad un nostro post del novembre 2017.

 

La cosa più assurda di questo tema è che già sappiamo che a breve dovremo tornare a scriverne negli stessi termini e apparentemente non c’è niente da fare per cercare di contrastare la cosa. Pazzesco!

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