Roma in declino: sabato una nuova occasione per farsi sentire. #BastaRaggi

 

L’indignazione è tanta ma va incanalata. Le iniziative contro il malgoverno capitolino si moltiplicano e danno l’idea di essere scoordinate e confuse. Sabato scorso le firme raccolte da Salvini e i militanti del destra-centro riuniti a San Giovanni; nel fine settimana passato i 50 banchetti allestiti dal Pd con lo slogan “Raggi ora Basta” e sabato prossimo un nuovo appuntamento organizzato da Tutti per Roma.

Insomma c’è aria di mobilitazione, la gente non ne può più di una Sindaca che presenta per ben otto volte gli stessi autobus e fa decine di post su tre misere macchinette che riciclano la plastica, mentre la città muore. Ma non è sempre una mobilitazione sana anzi, nel caso dei salviniani e del Pd c’è qualcosa che non torna.

La Lega vuole mettere le mani sul Campidoglio per proseguire nel solco del disastroso Alemanno. Meno sosta tariffata, taser alla Polizia Locale, tutela degli anziani dalle truffe. Come dire nessuna visione della città, far leva sui sentimenti di paura, alimentando un’emergenza sicurezza che non c’è.

Il Pd fa il pesce in barile, con una opposizione timida, quasi inesistente soprattutto dopo l’alleanza con i 5Stelle a livello nazionale. Addirittura si era arrivati a ipotizzare di poter trovare un accordo con i grillini per riconfermare la Raggi (!) salvo poi la smentita di Zingaretti. Ma il piano è chiaro ed è stato fatto trapelare dai franceschiniani (da sempre fautori dell’asse tra Pd e M5S): presentare al primo turno due candidati autonomi di cui uno forte e uno debole. E poi al secondo turno convergere su quello forte che sarà possibilmente un esponente pentastellato, ma non la Raggi. Vuol dire far finta di non aver assistito all’improponibile malgoverno di questi anni e di fatto usare la Sindaca come capro espiatorio. In sostanza è come se il Pd dicesse: la Raggi ha fatto male, ma se mettiamo da parte lei, i 5Stelle possono tornare a guidare la giunta. Un mostro politico, un atto davvero contro natura.

Ecco perché crediamo che scendere in piazza sia necessario e sia importante farlo non sotto le sigle di questo o quel partito. L’occasione di sabato prossimo, 26 ottobre, è quella giusta. Una camminata pacifica lungo il Tevere per aprire gli occhi a quei romani che ancora non vedono e per far sentire ai partiti la voce reale dei romani. “E’ ora di reagire” si legge nel volantino degli organizzatori. E’ ora di farsi sentire aggiungiamo noi, soprattutto adesso all’inizio del quarto anno di mandato Raggi. Se prima si poteva addurre la scusante dell’inesperienza, della difficoltà di comprendere i meccanismi della macchina capitolina, adesso non ci sono più giustificazioni.

La Raggi e la sua giunta sono inadeguati. Che si dimetta è – a nostro avviso – impossibile. Ma che almeno capisca l’insofferenza dei tre milioni di abitanti di Roma di fronte al verde pubblico abbandonato, ai rifiuti non gestiti e senza un assessore, al blocco delle opere di trasporto come la metro C, alla totale dimenticanza della questione decoro.

E’ importante ridare valore alle competenze: non si può pensare che chiunque possa svolgere il ruolo di assessore alla mobilità o ai lavori pubblici. L’idea dell’uno vale uno ha portato in ruoli chiave persone che non avrebbero potuto amministrare neanche un paesino di 300 abitanti.

La passeggiata lungo gli argini del Tevere, un altro luogo simbolo dell’abbandono, può rappresentare il no allo sfascio, oltre ad essere una piazza più sana e inclusiva rispetto a quella di Salvini, Meloni e Berlusconi. Un’idea di città che sia efficiente e moderna, tutto il contrario di quella della giunta grillina. Per cui, prendetevi un po’ di tempo e andate

sabato 26 ottobre 2019 

alle ore 11.00 

sotto Ponte Sant’Angelo

 

 

 

 

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